Schiaffo serbo a Madame Mitterrand di Enrico Benedetto

Due ore a colloquio con Milosevic, il quale dice di non aver potere sulla magistratura Due ore a colloquio con Milosevic, il quale dice di non aver potere sulla magistratura Schiaffo serbo a Madame Mitterrand Draskovic resta in cella, la first-lady: delusa, non vinta PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Schiaffo per Danielle Mitterrand. Malgrado il lungo colloquio mattutino - un'ora e mezza - con Slobodan Milosevic, la first lady francese non ottiene il rilascio di Vuk Draskovic. Senza farsi commuovere dalle gravi condizioni sanitarie in cui versano lo scrittore serbo e la moglie Danica, la Corte Suprema ha deciso ieri pomeriggio che la coppia deve rimanere agli arresti. Un jet con attrezzature mediche attendeva a Parigi l'ok per decollare verso Belgrado e trasferire in Francia i coniugi. Ma dalla ex capitale jugoslava arriva il diniego. Alcune voci lasciano sperare possa essere provvisorio. La commissione medica che segue il caso avrebbe per esempio auspicato «una convalescenza non-traumatica, familiare» per Vuk. E a Danica si raccomanda «fisioterapia in strutture consone». Perché non un ospedale francese, in definitiva? Il giudizio clinico apre dunque una scappatoia. Ma la ragion di Stato ha finora messo a tacere quelle medico-umanitarie. Danielle Mitterrand fallisce l'obiettivo e dichiara: «Sono delusa». Ma la battaglia continuerà. In tempi brevi «non esistono chances» confida il suo staff, eppure lo stato di Vuk Draskovic la induce a moltiplicare le pressioni. L'oppositore serbo rifiuta or- mai le bevande. Reduce da un incontro con entrambi, la visitatrice lo descrive «debolissimo ma lucido», mentre la signora Danica apparirebbe «dolorante e assai depressa». La Francia aveva gettato nella spettacolare iniziativa il suo non trascurabile peso diplomatico. Attraverso il generale Jean Cot, oggi ha il comando supremo delle forze Onu e la maggioranza relativa fra i Caschi Blu. Milosevic poteva avere buoni motivi (opportunistici, se non morali) per accondiscendere alla richiesta francese. Tantopiù che dietro madame Danielle c'è L'Eli¬ seo. La First Lady ha rimesso al leader serbo una lettera con la firma di Frangois Mitterrand. Il suo tenore non lascia dubbi. La signora Mitterrand spiega che l'Eliseo «condivide e incoraggia» il suo appello per salvare Danica e Vuk e Draskovic. Menziona, anzi, «gli aiuti» giuntigli dalla presidenza. E che la sede diplomatica francese ospitasse il breve rendez-vous avvalora ancor più l'ipotesi di un passo quasi ufficiale. Il colloquio Danielle Mitterrand-Milosevic non pare allontanarsi dal cliché ormai abituale nei Balcani: il dialogo fra sordi. All'arringa della sua ospite, l'interlocutore ritorce che «Belgrado separa i poteri» (Montesquieu docet). L'Esecutivo non può quindi influire sul Giudiziario. Insomma, una beffarda lezione di democrazia formale dall'autocrate per eccellenza. La massima giurisdizione confermerà il parere reso dall'istanza inferiore: per altri 2 mesi i Draskovic rimarranno al fresco. Scopo: «non turbare l'ordine pubblico». Si prodighino cure, ma senza infrangere il regime carcerario. E al processo lui rischia 10 anni per sovversione. Danielle Mitterrand non vuo¬ le crederci. S'illudeva che la rigidità esibita da Milosevic cedesse alla clemenza. Il «beau geste» serbo era nell'aria. E già l'Onu aveva concesso il nullaosta per un volo eccezionale. La cattiva notizia verso le 15. Lunga riunione fra madame Danielle e il suo entourage di «France Libertés» incluso Georges Kiejman, l'ex ministro ps alla Giustizia che difende Draskovic. Grande la rabbia e mesto ritorno in patria ma nessun «j'accuse»: esile come un filo, la trattativa continua. Enrico Benedetto Un aereo-ospedale per Parigi ha atteso invano sulla pista A - \ Danielle Mitterrand con Milosevic; due dei fedeli di Draskovic che fanno lo sciopero della fame

Luoghi citati: Belgrado, Francia, Parigi