L'Osservatore contro gli Usa di Franco Pantarelli

L'Osservatore contro gli Usa L'Osservatore contro gli Usa «Critiche che offendono i caduti» Stupore all'Onu e al Pentagono NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Un attacco durissimo, quello sferrato ieri dall'Osservatore Romano contro i comandi militari americani. Ma dietro c'è un giallo: davvero Washington ha criticato i nostri para? Ieri c'è stata una pioggia di smentite. Il giornale del Vaticano, con un articolo in prima pagina, contesta le critiche fatte dagli americani agli italiani per avere abbandonato due posti di blocco a Mogadiscio, sostiene che si è trattato di una «scelta tattica» legittima e opportuna e conclude con un perentorio e sferzante: «Le accuse tra le forze dell'Onu offendono la memoria dei caduti e sviliscono nello stesso tempo la missione di pace». Resta il problema: quali accuse? Chi le ha formulate? La prima indicazione era che le accuse agli italiani si trovavano in un rapporto inviato dal comando dell'Onu di Mogadiscio al segretario generale Boutros Ghali a New York. Ma ieri il portavoce ufficiale di Ghali, Joe Sills, ha detto con molta chiarezza che non esiste nessun rapporto del genere. «Come sempre, quando accade che dei soldati dell'Onu vengono uccisi, noi apriamo un'inchiesta per appurare i fatti - ha detto testualmente Sills - ma non ho notizia di nessun rapporto che riguardi il comportamento delle truppe italiane». Allora si è pensato che si fosse fatta un po' di confusione e che le accuse si trovassero non nelle carte dell'Onu ma in un altro rapporto che gli ufficiali americani a Mogadiscio avevano mandato ai loro superiori di Washington. Una sorta di «comunicazione interna» nella quale l'Onu era stata coinvolta per errore. Ma anche il Pentagono, interpel- lato in proposito, ha smentito l'esistenza di un rapporto o di una comunicazione interna che facesse le bucce al comportamento degli italiani. «Siamo molto sorpresi» ha detto un portavoce del ministero della Difesa americano, subito imitato dal dipartimento di Stato e dalla Casa Bianca, dove oltre tutto, siccome Bill Clinton e tutto il suo staff si trovano a Tokyo, di questa storia sapevano ancora meno. Eppure, quando parlava delle accuse americane agli italiani, L'Osservatore Romano le dava per scontate, come se si trattasse di una cosa nota a tutti. «Che posso dire?», ha insistito il portavoce del Pentagono. «Non ho la minima idea di come questa voce possa essere nata». Da quanto si è capito, la fonte che ha parlato delle accuse degli americani agli italiani si trova a Roma, ed è da lì che ieri alcuni giornali italiani ne hanno riferito. L'Osservatore Romano, quindi, potrebbe essersi basato su quelle informazioni per sferrare il proprio attacco a Washington. Questo non vuol dire, naturalmente, che sul «che fare» dell'Onu in Somalia non ci siano discrepanze e soprattutto non vuol dire che non ci sia un problema sulla questione della «partecipazione al comando» rivendicata dall'Italia. Ma il punto è che le sole cose dette in proposito sono la risposta data ai giornalisti dal portavoce delle forze dell'Onu in Somalia, quando alla domanda se gli italiani si fossero «ritirati» durante la battaglia ha detto che «disimpegnarsi quando si è sotto il fuoco nemico è una norma di elementare prudenza»; e la notizia, di fonte Onu, che della presenza italiana nel comando si parlerà fra 15 giorni. Franco Pantarelli

Persone citate: Bill Clinton, Boutros Ghali, Ghali, Joe Sills, Sills