la Folgore: dateci i killer

la Folgore; dateci i killer la Folgore; dateci i killer Ultimatum a Aidid, ripresi i check-point CONTRATTACCO A MOGADISCIO MOGADISCIO DAL NOSTRO INVIATO Gli italiani si riprendono i posti di blocco ceduti nel venerdì nero dell'attacco, e lanciano un ultimatum: entro 48 ore i somali del quartiere del «pastificio» dovranno consegnare al comando italiano i responsabili degli incidenti della scorsa settimana. ((Altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità». L'ultimatum - che prevede anche la consegna delle armi e la rimozione di tutte le barricate - è stato comunicato ieri mattina da due ufficiali italiani (un maggiore e un capitano) a due responsabili del «comitato locale». Quel che è mio è mio e me lo riprendo. Le truppe italiane hanno riconquistato i posti di controllo abbandonati in mano ai guerriglieri somali dopo l'infausta battaglia del 2 luglio. Li avevamo perduti nella furia caotica degli scontri con gli sbandati di Aidid al prezzo di tre morti e 21 feriti, adesso sono stati ripresi senza colpo ferire, quasi alla chetichella, nell'alba di una giornata spettralmente tranquilla. La temuta prova di forza non si è verificata smentendo le cassandre che prevedevano altri lutti, altri inutili spargimenti di sangue. Circostanza ancora più rilevante, il ritorno del tricolore sui check points contestati. Un miracolo di astuzia dunque rivelatosi preziosissimo per ripristinare immagine, autorità e prestigio in faccia ai locali che guardano molto all'esteriorità. Sono bastati insomma i volantini che preannunciavano il grilletto facile degli italiani, non più disposti a farsi prendere nemmeno a sassate dallo scudo di donne e bambini, ad operare la svolta. Alle 6.20 gli elicotteri lanciano il messaggio di avvertimento ed alcuni minuti dopo, lasciando appena il tempo agli abitanti mezzo assonnati del quartiere a cavallo fra la zona di Ali Mahdi e del suo irriducibile avversario di riprendersi dalla sorpresa, due autoblindo della «Folgore» appoggiate da due carri armati M60 con la corazza protetta dai sacchetti di sabbia piombano alla confluenza tra la Saana e l'Arabi Road. Detto e fatto. Gli uomini balzano a terra con fucili spianati disponendosi in cerchio a copertura dell'incrocio. La stessa operazione-lampo consente in rapida successione il ripristino di «Ferro», lungo la XI ottobre, di «Banca» nel settore meridionale dello schieramento italiano, e di «Obelisco», vicino all'ex Casa del Fascio completa- mente diroccata. I morian di Mogadiscio si tengono ancora ben stretto lo sbarramento strategico di «Pasta», anzi lo hanno rinforzato mettendo di traverso sulla massicciata le.carcasse sventrate di numerose automobili. E mantengono sotto tiro il crocicchio tramite squadre di cecchini appostati sul tetto del pastificio. Snidarli sarà problematico, come precisa il portavoce militare italiano. «L'unico modo possibile per renderli inoffensivi sarebbe il ricorso al bombardamento a tappeto. Una proposta in tal senso ci è pervenuta dal quartiere generale di Unosom ma noi l'abbiamo ritenuta inappropriata». Attorno allo stabilimento di otto piani si intreccia il dedalo delle viuzze abitate dagli haber ghidir e sarebbe allora la strage sicura dei civili. Torna quindi una parvenza di normalità però il clima in cui operano i soldati italiani è decisamente cambiato. «Prima ci applaudivano, adesso ci guardano in cagnesco», sbotta il sottotenente Barbi del 186° reggimen¬ to. «Temo che abbiano scambiato il nostro ritiro tattico per vigliaccheria e la cosa non mi piace affatto». Contemporaneamente al blitz dei soldati di Italfor elementi del 10 battaglione della 22a divisione di fanteria americana hanno effettuato una serie di rastrellamenti a Moga-Sud. La massiccia retata ha interessato le zone del Politecnico, il famigerato chilometro quattro e la bretella di collegamento tra l'aerostazione ed i docks del Porto Nuovo, tutti nell'area calda di Aidid. «Liscio filato», commenta disteso il ten. col. William Martinez.«E' stata una passeggiata. Abbiamo confiscato armi e persino alcune uniformi dell'Onu in procinto di finire sulle bancherelle di Bermuda», il famoso mercato dei ladri. Ed a proposito di predatori, la cronaca nera registra un episodio ridanciano che ha avuto per palcoscenico una stazione di polizia nei pressi nei nuovo parlamento. Nel locale ufficiali pagatori americani e pakistani procedono alla distribuzione dei salari. Sono una manciata di scellini equivalenti a tre dollari al giorno per ogni agente. Bottino da miserabili, roba da poveracci che tuttavia fa gola al rapinatore di turno, un giovane somalo che irrompe nel locale con una bomba a mano in pugno. Lo stendono a suon di ceffoni. Piero de Garzarolli Un marine Usa perquisisce un ragazzino Qui sotto il gen. Loi [FOTO REUTÉR]

Persone citate: Aidid, Ali Mahdi, Barbi, Loi, Piero De Garzarolli, William Martinez

Luoghi citati: Mogadiscio, Usa