I consumatori: ci tenevano fuori dalla porta di Francesco Grignetti

I consumatori: ci tenevano fuori dalla porta I consumatori: ci tenevano fuori dalla porta Per ritoccare i prezzi c'era sempre una procedura d'urgenza COME AGGIRARE LA LEGGE «ORO^AA RA si capisce perché ci tenevano accuratamente fuori dalla porta. Avevano paura che disturbassimo le loro manovre». All'Unione consumatori masticano amaro, pensando che fanno parte di una pomposa Commissione centrale prezzi e che non venivano mai consultati quando si trattava di stabilire i prezzi di un medicinale. «Negli ultimi cinque anni racconta Emanuele Piccari, segretario dell'associazione - la nostra commissione, che ha solo un potere consultivo, non è mai stata riunita. E invece, con procedura d'urgenza, si vedeva di continuo il Cip-farmaci, quello che adesso è nella bufera. Stabiliva il prezzo. Poi, il Comitato interministeriale ratificava. E sulla Gazzetta Ufficiale leggevamo le decisioni prese da altri». Cinque anni di procedure d'urgenza. Anche nel settore farmaceutico, insomma, come succedeva per gli appalti dell'Anas, o per i lavori pubblici, c'era sempre un escamotage per gabbare la legge. E così la Commissione centrale prezzi con dentro gh esponenti della società civile: sindacati, imprenditori, esperti, associazioni consumatori - veniva regolarmente ignorata quando c'era da stabilire il prezzo dei medicinali. Certo è che quella cantilena di «procedure d'urgenza» lascia sospettare il peggio. E poi, basta parlare con medici o farmacisti per capire che il settore era drogato. La «voragine di una spesa sanitaria gonfiata ad arte», come la chiamano i Verdi, costava migliaia di miliardi. Qualche tentativo per snellire l'elenco, in verità, era stato fatto. E anzi, in vent'anni, si è scesi da trenta a diecimila specialità. Ma quando poi si usava la mano pesante, subito al ministero arrivavano le pressioni per rivedere la decisione. Ha fatto epoca, ad esempio, la so¬ cietà Fidia, che ha raggiunto un fatturato di almeno duecento miliardi con i farmaci per combattere l'invecchiamento. A fasi alterne, le specialità della Fidia entravano o uscivano dal Prontuario. Quando veniva esclusa, subito le maestranze scendevano in piazza. Fioccavano gli interventi politici sul ministro. Protestavano i sindacati. Alla fine, il medicinale rientrava tra quelli pagati dalla Usi. Qualcuno aveva provato, a dire il vero, a lanciare l'allarme. Ma vanamente. Il dottor Manlio Spadoni, ad esempio, anziano farmacista, ha dato alle stampe diversi libri di denuncia. L'ultimo suo titolo, «Farmaci, scandalo montante», già parlava chiaro. Se la prendeva in particolare con quel Duilio Poggiolini, direttore generale del ministero da oltre vent'anni, padre-padrone del settore, latitante. «Ne ho scritto di cotte e di crude, sul suo conto. Ma non mi ha mai querelato», racconta. Spadoni ha illustrato con cura il meccanismo degli aumenti gonfiati. I cosiddetti farmacicopia, ad esempio: un sistema per «copiare» i prodotti altrui. Si seguiva una procedura regolata per legge. In pratica, bastava cambiare una molecola secondaria e via. Nome di fantasia, confezione diversa e soprattutto prezzo originale. Ma naturalmente la sostanza era sempre uguale. Oppure ha raccontato il trucco di aggiungere una qualsiasi vitamina a un medicinale già consolidato e in questa nuova veste presentarlo come farmaco rivoluzionario. Un metodo collaudato per accantonare i prodotti con prezzo vecchio e sostituirli con altri dal costo triplicato. Su tutto, a vigilare, c'era il ministro e la commissione dei tecnici. «Ma nel ministero, per spingere i suoi prodotti, ogni casa farmaceutica mandava un ga¬ loppino. Lo stesso dai medici e dai farmacisti. Il tutto si risolveva in un giro vorticoso di galoppini», racconta Spadoni. Contro Poggiolini si scaglia anche l'associazione dei politrasfusi, malati di Aids per colpa di una trasfusione assassina. «Ci sono state gravi negligenze da parte di Poggiolini - scrivono - che non ha ritirato per tempo dal mercato gli emoderivati, privilegiando così le multinazionali del settore a scapito della salute pubblica». Eppure, Poggiolini (massone iscritto alla P2) è stato considerato un'autorità del settore. Direttore generale al ministero per oltre vent'anni, è forse l'alto dirigente più longevo d'Italia. Di recente, era diventato anche il presidente della Commissione farmaci della Cee. In questa veste, volava spesso a Bruxelles dove è in cantiere un'Agenzia europea del farmaco. Francesco Grignetti In 20 anni siamo scesi da trenta a diecimila medicinali ma ciò non ha impedito i prezzi gonfiati

Persone citate: Duilio Poggiolini, Emanuele Piccari, Manlio Spadoni, Poggiolini, Spadoni

Luoghi citati: Bruxelles, Italia