Un Prontuario-truffa di Fra. Gii.

Un Prontuario-truffa Un Prontuario-truffa Garattini: dal ministero revisioni solo di facciata ROMA. Si parla di farmaci inutili e subito viene alla mente il professor Silvio Garattini, milanese, direttore dell'istituto «Mario Negri», bestia nera dell'industria farmaceutica. Da vent'anni conduce una battaglia per snellire il Prontuario medico, ovvero l'elenco dei medicinali pagati dallo Stato. «Finora hanno fatto solo operazioni di facciata. Quando tolsero 700 farmaci, erano quelli più economici. E fecero spazio a prodotti molto più cari». Professore, lei ha avuto scontri epici con l'ex ministro De Lorenzo. Adesso che i giudici hanno scoperchiato il pentolone di Sanitopoli ha trovato le spiegazioni di tanti suoi sospetti? «Guardi, non intendo esprimere giudizi. Mi limito a dire quello che già denunciavo in tempi non sospetti. E cioè che nel Prontuario, inspiegabilmente, ci sono molti farmaci inutili. Addirittura si trovano i cosiddetti farmaci "inattivi", quelli che non fanno nulla. Né bene, né male». Ma è una giungla, quel Prontuario. O no? «Appunto. Ci sono farmaci uguali a prezzi diversi. Oppure innumerevoli repliche dello stesso farmaco. Gli esempi già li conoscete. Quello che non si sa, invece, è che il prezzo di un medicinale lo fissa lo Stato. Allora, dico io, perché a questo farmaco si fa un prezzo, e a quell'altro, che è uguale, un prezzo diverso? Tanto più che dal prezzo di un farmaco può dipendere la vita di un'intera fabbrica». Già, professore, perché? Immaginarsi la rab¬ bia dell'industriale che si vede fissare un prezzo inferiore del concorrente... «Vede, oltre al danno, quell'imprenditore subiva anche le beffe. Sì, perché il concorrente ricco poteva permettersi più pubblicità, più informatori, più regali. E così gradualmente estromettere dal mercato il farmaco più economico. Naturalmente, alla fine, era solo un danno per lo Stato che doveva pagare i conti». De Lorenzo, però, circa un anno e mezzo fa, aveva annunciato grandi cose. Ho ripulito il Prontuario, aveva detto, eliminando 704 farmaci. «Un'operazione di facciata del ministro. Nient'altro. L'opinione pubblica non sa, infatti, che i farmaci eliminati costavano in media 6 mila lire a confezione. E che appena tre mesi dopo, ne ha inseriti 150 di nuovi, ma che costavano 30 mila lire l'uno. Ditemi voi se c'era convenienza». Insomma, il mercato farmaceutico è pieno di vizi. «Direi di più. Ma tutti i sistemi che rendono facile la vita, tendono a favorire tante altre cose. Anche quelle più inconfessabili. E questo sistema sta portando all'estinzione l'industria farmaceutica. Fino al 1970, addirittura non c'erano i brevetti e le industrie si copiavano i medicinali. Poi, agli inizi degli Anni 70, arrivò il Prontuario. Ma garantiva tutto e tutti: ospitava oltre trentamila specialità. Alla fine, arrivò il co-marketing». E che cosa è questo co-marketing? «Un marchingegno che ha ammazzato la ricerca in Italia. Le grandi società multinazionali, quando brevettano un farmaco, oltre a commercializzarlo in proprio, lo vendono a due-tre società italiane. E' una scelta per saturare il mercato. E gh italiani preferiscono pagare le royalties e trasformarsi in grossisti. In questo modo, infatti, non sopportano spese per la ricerca. Ma senza innovazione, l'industria alla lunga muore. E così, nel settore farmaceutico, stiamo diventando una colonia». [fra. gii.]

Persone citate: De Lorenzo, Garattini, Silvio Garattini

Luoghi citati: Italia, Roma