«Così pagavo i De Lorenzo»

Il segretario dell'ex ministro ha svelato i segreti del funzionamento della «Cupola» sanitaria Il segretario dell'ex ministro ha svelato i segreti del funzionamento della «Cupola» sanitaria «Così pagavo i De Lorenzo» Marone: «Renato ritirava i soldi alpli» NAPOLI. E' un racconto lungo e dettagliato. E a farlo è la «voce di dentro» dell'imbroglio Sanità. La raccolta delle mazzette per tutto e da tutti ha avuto un testimone comprimario sulla cui attendibilità gli inquirenti non hanno dubbi, Dietro le dodici ordinanze di custodia cautelare partite dai giudici napoletani e che hanno coinvolto il fratello di Francesco De Lorenzo, imprenditori e luminari, c'è Giovanni Marone, l'ex segretario di «Sua Sanità». Il suo memoriale offre uno spaccato della «associazione per delinquere» che secondo i magistrati ha avuto come promotore l'ex ministro, destinatario ieri dell'annunciato avviso di garanzia. Il provvedimento potrebbe preludere ad una richiesta di autorizzazione a procedere, con l'aggiunta di una richiesta di arresto. Contro De Lorenzo ha puntato il dito il suo più stretto collaboratore, l'uomo che custodiva segreti e raccoglieva confidenze. Racconta Marone: «Quando le eccedenze di liquidità erano notevoli e lo erano forse anche le somme che De Lorenzo aveva in giacenza presso le sue casseforti, decideva di acquistare Cct pluriennali. Mi dava quindi disposizione di consegnare a lui o, il più delle volte, a suo fratello Renato, le somme occorrenti per acquistare i Cct. Renato De Lorenzo veniva da me, presso la sede del pli, per ritirare il dena¬ ro. Successivamente, me li consegnava. Queste operazioni si sono ripetute dieci, quindici volte nell'arco tra il '90 e il '92, per un ammontare di 1500 milioni». I soldi investiti in titoli di Stato o spediti su un conto svizzero, dicono i giudici, erano il frutto di tangenti, a cominciare da quelle passate per il Cip-Farmaci. Mentre i magistrati aspettano altre conferme dai primi interrogatori degli arrestati e mentre il prof. Duilio Poggiolini, direttore generale del servizio farmaceutico del ministero della Sanità, fa sapere di essere all'estero per motivi di lavoro - è ancora latitante con altri tre componenti del Cip - gli inquirenti hanno nelle loro mani la radiografia di Marone sul meccanismo che ha inguaiato fior di accademici. E' stato lui a fare i nomi di Francesco Manzoli, An- tonio Brenna, Francesco Balsano, Antonio Boccia e del prof. Antonio Vittoria, «braccio operativo» dell'ex ministro, morto suicida per la vergogna. «Posso affermare con certezza - spiega l'ex segretario - che il professor Vittoria era a conoscenza delle dazioni di danaro che venivano fatte a De Lorenzo per la revisione dei prezzi dei farmaci, in quanto in più di un'occasione ho assistito ad alcuni dialoghi nel corso dei quali parlavano chiaramente delle somme di denaro che dovevano essere pagate o che erano state pagate daUe ditte farmaceutiche». Ma sul capitolo Cip anche altri hanno parlato. Come l'industriale Stefano Poli: «Nel 1989, insediatosi De Lorenzo al ministero della Sanità, andai a trovarlo perché avevo una serie di pratiche in sospeso che non an¬ davano avanti. Lo incontrai e lui mi disse che per questo tipo di cose dovevo incontrare il professor Antonio Vittoria. Qualche tempo dopo presi contatti con Vittoria. Mi disse che per non essere ostacolato nelle pratiche avrei dovuto corrispondere periodicamente le cifre da lui richieste». Stesso copione per Giampaolo Zambeletti, che ha versato una tangente di 30 milioni al professor Elio Guido Rondanelli, pure lui componente del Cip. «Data la situazione del settore - racconta - era sostanzialmente necessario per me poter contare su un ambiente favorevole. Nelle intricate procedure burocratiche ci potevano essere infatti ostacoli dei funzionari delle commissioni che io miravo ad impedire attraverso la corresponsione di somme di danaro». Ma è ancora Marone a svelare il sistema tangentizio per gli spot anti-Aids e per le autorizzazioni ai farmaci. Di Luigi De Vita, titolare della Celsius, l'ex segretario dice: «Per reperire i farmaci più interessanti De Vita pensò bene di coinvolgere De Lorenzo con una partecipazione societaria del 10 per cento». Inutile dire che l'operazione fu finanziata con le tangenti pagate dallo stesso imprenditore: 200 milioni a Marone e 100 a De Lorenzo. Mariella Cirillo Il professor Silvio Garattini direttore dell'Istituto Mario Negri

Luoghi citati: Marone, Napoli