Ligresti diserta Mediobanca

Inutile attesa della Finanza: il re del mattone forse all'estero Inutile attesa della Finanza: il re del mattone forse all'estero Ligresti diserta Mediobanca Manette ad altri due pubblicitari per gli spot antiAids Lascia il carcere Cavazza, ex presidente Farmindustria MILANO. Un'attesa discreta, quella della Guardia di Finanza davanti a Mediobanca. Discreta e inutile: Salvatore Ligresti ieri non è comparso alla riunione che pure doveva decidere delle sorti del suo gruppo. Presentarsi significava infatti ritrovarsi con le manette ai polsi, con un'altra accusa di concorso in corruzione, e il «re del mattone» sembra che di carcere ne abbia avuto abbastanza. A questo punto è ovvia la domanda: dov'è? I magistrati, che hanno firmato il mandato di cattura una settimana fa, sono convinti sia all'estero, senza nessuna intenzione di tornare. Voci di «scomparsa» di Ligresti si erano già diffuse qualche tempo fa, quando per la stessa vicenda era stato arrestato Fausto Rapisarda, amministratore delegato della Sai. Allora il suo addetto stampa si affrettò a smentire e, del resto, contro Ligresti non c'era alcun provvedimento giudiziario. Adesso invece quel provvedimento esiste e Ligresti, nonostante le assicurazioni che avevano fornito i suoi legali, sembra «scomparso» davvero. Di Ligresti, a Mediobanca, ieri se n'è comunque visto uno, il fratello Antonino, tornato alle undici in via Filodrammatici. Ancora una volta gli viene chiesto un commento sulla nuova disavventura giudiziaria di Salvatore; ancora una volta glissa: «Posso solo dire che come fratello mi dispiace». Ma si è incontrato lei con En- rico Cuccia per discutere della situazione del gruppo? «Non sono a questi livelli, io mi occupo soltanto di cliniche». E Cuccia in persona, uscito da Mediobanca per una passeggiate, oppone alle domande il suo solito silenzio. Nonostante il mancato arrivo di Ligresti, non c'è pericolo che l'«ufficio matricola» di San Vittore resti inattivo. Ieri, infatti, altri quattro arresti. Per violazione della legge sul finanziamento ai partiti è finito in carcere Ugo Castellani, dirigente dell'agenzia pubblicitaria «Young 8- Rubicam»: è accusato di aver versato 50 milioni a Francesco Marone, segretario dell'ex ministro De Lorenzo, nell'ambito della campa¬ gna anti-Aids. Per lo stesso reato, e sempre per versamenti a Marone per la campagna anti-Aids (84 milioni) era ricercato anche Armand Ades, uno dei titolari del circuito pubblicitario Daps. Si è costituito ieri in Questura ed è stato poi portato a San Vittore dove aveva soggiornato un altro dirigente della sua società, Armando Cicero. Il circuito Daps si occupa degli spot per alcune tv minori. Altro arresto quello di Luigi Baffigi. E qui si ritorna ad un altro filone, quello delle ferrovie. Baffigi infatti, consigliere di amministrazione delle Fs di area liberale, è accusato di aver ricevuto 200 milioni dall'Italimpresit, società del gruppo Fiat, per la concessione di alcuni appalti su linee ferroviarie. Era ricercato dall' 11 giugno. Infine è stato arrestato Luigi Orlandi, funzionario del ministero del Lavoro. E' accusato di concussione perché avrebbe preteso dalla Siemens 60 milioni: se l'azienda non avesse pagato, secondo l'accusa, minacciava di non mandare avanti la pratica per una fornitura di computer al ministero. A San Vittore c'è sempre chi entra, ma anche chi esce. Ieri infatti ha lasciato il carcere, dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari, Claudio Cavazza, titolare dell'industria farmaceutica «Sigma-Tau» ed ex presidente di Farmindustria. Proprio mentre era in carica, secondo l'accusa, avrebbe svolto un ruolo di «collettore» di tangenti raccolte tra industriali del settore e destinate ad alcuni partiti. Infine Tiziana Parenti, il pm che sta indagando sui flussi di denaro all'ex pei, andrà a Berlino, alla ricerca di documenti su qualcosa che non esiste più: cioè banca «di Stato» e industrie «di Stato» dell'ex Germania Est. Parenti ha un elenco di nomi della «Deutsche Handels Bank» e della «Metallurgie Handel», che chiederà di interrogare per rogatoria. Vorrebbe poi trovare una serie di documenti sui rapporti con l'ex pei italiano. [s. nir.] Per i fondi al pei la Parenti a Berlino Qui accanto Salvatore Ligresti sopra Claudio Cavazza

Luoghi citati: Berlino, Germania Est, Milano