Rai summit per direttore e presidente

Da Spadolini Da Spadolini Rai, summit per direttore e presidente ROMA. Colazione di lavoro da Spadolini domani mattina, per i neo-consiglieri della Rai che, nominati da appena una settimana, non si conoscono neppure ancora bene l'un l'altro. Con Benvenuti, Sellerio, Demattè, Gregory e Murialdi ci saranno anche U presidente dalla Camera Napolitano, il presidente dell'Ini Romano Prodi e il presidente uscente Pedullà. Sarà uno scambio di vedute sui nomi dei futuri presidente e direttore generale, la cui nomina spetta al consiglio: il primo scelto fra gli stessi consiglieri, il secondo d'intesa con l'azionista, cioè Prodi. Poi, se ci sarà un accordo di massima, il consiglio potrebbe essere convocato entro 24 ore. Comunque non oltre martedì, si dice nei corridoi del settimo piano, dove i vecchi consiglieri stanno liberando le stanze. A viale Mazzini si respira un misto di soddisfazione e di timore. Cosa faranno i neoconsiglieri venutida-fuori ai quali la legge fra l'altro assegna poteri maggiori dei precedenti? Quanto e cosa vorranno cambiare, dal momento che la legge stessa parla di poteri «di ristrutturazione»? Ecco perché per ora si guarda a quel che accadrà ai vertici. Al presidente. Sembrava pacifico che i due candidati favoriti fossero Benvenuti o Murialdi. Feliciano Benvenuti il decano, esponente del mondo cattolico veneto, distinto signore in grisaglia scura e sorprendenti Clarks ai piedi che ha già fatto una capatina in Rai nei giorni scorsi. O Paolo Murialdi, il giornalista laico, già presidente della Federazione della Stampa e direttore di Problemi dell'Informazione. Con l'implicita intesa che se il direttore fosse stato di area cattolica, i laici avrebbero avuto il presidente. Ma intanto nuove lobby si sono messe al lavoro. Come quella dell'università di Roma che, attraverso il presidente uscente Pedullà, professore di Letteratura italiana a Lettere, premerebbe per la candidatura di Tullio Gregory, collega di Filosafiar r sa un : ss m Lobby piccole lobby grandi, in movimento per la poltrona ben più potente del direttore generale. Quella cattolica propone Gianni Locatelli (dato al 50%, fino a oggi), l'attuale direttore del Sole-24 Ore sostenutissimo da Martinazzoli e da Prodi («se non lui, allora ne propongo un altro io», avrebbe detto). In subordine, se la non meno potente lobby interna dovesse prevalere, si ripiegherebbe su Corrado Guerzoni, oggi direttore della radiofonia, già segretario di Moro con Freato, poi passato a Forlani. Ma per l'ex consigliere d'amministrazione Grazioli, ascoltato collaboratore del segretario de, sarebbe comunque meglio di Roberto Zaccaria, uomo della sinistra de ma inviso da sempre al consulente martinazzoliano. Gli interni vedrebbero bene anche Emmanuele Milano, lunga carriera alla Rai prima di passare a Telemontecarlo, che alcuni tuttavia giudicano troppo poco «aggressivo». O Luigi Mattucci, vicedirettore di area socialista, dei tempi dei Fichera e dei Barbato. E intanto spunta la candidatura laica di Sergio Zavoli, sostenuto dal pds. [m. g. b.)

Luoghi citati: Roma