Occhetto aiuta Martinazzoli di Alberto Rapisarda

I due leader uniti dalla comune avversione al progetto presidenzialista I due leader uniti dalla comune avversione al progetto presidenzialista Occhetto aiuta Martinazzoli Dialogo possibile sul sistema inglese ROMA. Si parlano di nuovo i capi di de e pds in nome della comune avversione al progetto presidenzialista, alla elezione del Capo dello Stato da parte dei cittadini. Dopo il grande gelo seguito all'approvazione alla Camera della riforma elettorale a un solo turno (il pds voleva due turni), la Quercia riprende l'iniziativa e trova subito ascolto da Mino Martinazzoli. Il segretario de è assediato in casa sua dai «presidenzialisti» e da quanti vogliono rinviare le elezioni al più tardi possibile ed ha accolto con interesse l'offerta pidiessina di lavorare insieme per i prossimi sei mesi a una serie di riforme delle istituzioni. Una offerta che è parsa una tregua, il tacito assenso a non chiedere più elezioni entro l'anno. Ma il pds chiede, come contropartita, una modifica alla legge Mattarella, già votata dai deputati e ora all'esame del Senato. Si tratta di dare agli elettori il potere di scegliere anche la maggioranza che dovrà governare il Paese. Il pds aveva proposto alla Camera un emendamento (bocciato) che avrebbe dovuto fare assegnare il 10 per cento dei seggi dei deputati in un secondo turno elettorale sulla base di un ballottaggio nazionale tra le due formazioni risultate più forti al primo turno. Il vincitore del duello si sarebbe aggiudicato come premio 63 deputati. Ora Occhetto rifà la proposta, aggiungendo che può servire per scegliere il futuro capo del governo. «Se si vuole risolvere il problema della governabilità - ha detto il segretario pds a "Italia radio" - o si ritorna alla nostra proposta originaria dei due turni o si corregge la legge Mattarella introducendo quello che abbiamo chiamato l'emendamento Tortorella, che prevede un premio di maggioranza, un premio di governo. E noi siamo favorevoli a che, collegata al premio di maggioranza e al premio di governo, ci sia la possibilità di indicare il primo ministro». Per Occhetto quel nome può essere indicato direttamente dagli elettori (purché collegato alla maggioranza di governo) o si può indicare il capolista del partito più forte della coalizione come premier di fatto e questo può essere scritto sulla Usta, o può avvenire per convenzione come in Inghilterra e in Germania. Queste sono «soluzioni non presidenziali - precisa Occhetto - ma di elezione o di indicazione diretta del primo ministro in un sistema neoparlamentare». Questa la proposta del pds contro quanti chiedono,, nella de e fuori, un sistema presidenziale. E lo vorrebbero discutere subito ben sapendo che si frenerebbe l'approvazione della riforma elettorale in gestazione. «Meglio sarebbe stato allora introdurre subito un modello all'inglese dove il capo del governo non è eletto direttamente ma è naturalmente il leader del partito di governo», ha obbiettato Martinazzoli ai de presidenzialisti. Trovandosi così in consonanza con una delle ipotesi elencate dal segretario del pds. Il risultato è una ripresa di dialogo che Martinazzoli definisce «segni di attenzione non labile da parte del pds». Di fatto, de e pds potrebbero avere il comune mteresse ad assegnare un premio di maggioranza definito a livello nazionale all'alleanza più forte e, forse, anche un premio di consolazione per il secondo arrivato. Perché in questo modo verrebbe ridimensionata la forza della Lega. Se ne discuterà dal 16 luglio al Senato mentre la Camera affronterà dal 12 l'esame della riforma elettorale di Palazzo Madama. Di certo qualcosa si sta muovendo. Il «presidenzialista» de D'Onofrio assicura al pds che una parte dello scudo crociato darà il suo voto per la proposta di far designare il capo del governo dagli elettori, in un sistema bipolare di alternanza, se il pds prenderà l'iniziativa. E intanto Pannella annuncia una vacanza per i suoi autoconvocati: la riunione prevista per l'alba di stamani è stata annullata, in quanto, dice il leader radicale, «il primo nostro obiettivo fondamentale è stato raggiunto. Fino a giovedì scorso c'era chi invocava elezioni in autunno ed ora ce ne sono di meno...». Alberto Rapisarda \ Sopra, Mino Martinazzoli A sinistra, Achille Occhetto: ha offerto al segretario de di lavorare insieme per riformare le istituzioni

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