Abbuoni fatali a Indurain

Un belga sconosciuto vince la tappa e indossa la maglia gialla Un belga sconosciuto vince la tappa e indossa la maglia gialla Abbuoni fatali a Indurain Bugno nel finale recupera 6 secondi Cipollini tarda la volata ed è terzo VANNES DAL NOSTRO INVIATO Grazie agli abbuoni dispensati a dosi da cavallo, il Tour espone dopo un prologo e due tappe in linea, una classifica esilarante. Nuova Maglia gialla è il ventitreenne belga Wilfied Nelissen. Indurain è secondo. Cipollini è terzo. Il navarro estirpato da un velocista e premuto alle spalle da un altro velocista, supera uno o due momenti di lieve sorpresa, quindi, ricollocatosi nella piena serenità, informa che lui nei confronti di tutti questi abbuoni ha un limitatissimo interesse, dovendo occuparsi di cose assai più importanti, come arrivare primo a Parigi: «Ne riparliamo alle prossime cronometro». Condotta al traguardo da un infervorato Bugno in vena di epiloghi esplosivi e desideroso di succhiare secondi a Indurain, una pattuglia di sprinter s'appresta a sparare mazzate. Oltre a Nelissen, compongono il volante strascico del campione del mondo (complimenti per la brillantissima vena) Abdujaparov, il sopraccitato Cipollini e il tedesco Ludwig, con l'aggiunta del messicano Alcala. Cipollini per lanciarsi sceglie la ruota di Ludwig; Abdu quella di Nelissen. Ludwig decide che di vincere a Vannes non gliene importa nulla e desiste. Cipollini, privato all'improvviso del prezioso traino, si sgonfia. Abdu lo scavalca, ce l'ho fatta, ce l'ho fatta, finalmente me lo mangio vivo. L'uzbeko, messo sotto accusa per la caduta delle Sables d'Olonne (si è ritirato, causa ammaccatura, Citterio), estromesso dal duello inaugurale con il suo aborrito rivale, soffia rabbia come un toro da arena. Vive un paio di istanti di belluina letizia. Al terzo istante, Nelissen lo scaraventa in una infelicissima realtà. Questo Nelissen eccede. Ai dodici secondi di abbuono accumulati per strada, aggiunge i venti secondi dell'abbuono conclusivo, avvilendo in tal modo Cipollini che per strada di secondi ne ha conquistati appena sei e allo striscione soltanto otto: 32 a 14. Bartali inorridirebbe. Cipollini ha detto nei giorni scorsi che Nelissen è il velocista più bravo dopo di lui. Adesso si astiene dal dire che è il più bravo prima di lui. Dov'è la verità? «La verità», dice Wilfried Nelissen, «è che io non so che cosa sia il doping». E che c'entra? C'entra, perché Nelissen, nell'aprile scorso, al termine di una corsa che si chiama Gran Premio di Escaut l'hanno scoperto efedrinizzato. «Non è possibile», fu la sua iniziale difesa e, considerando che con difese del genere non si salva nessuno, completò tossendo: «Avevo e ho l'influenza, ho preso la medicina che mi ha dato il medico». Tre mesi con la condizionale e tremila franchi svizzeri di multa. E a luglio, per favore, giovanotto, si ripresenti con la maglia gialla. Fatto. Gianni Bugno sempre più simile a un resuscitato con una gran voglia di riprendere a vivere, è quarto in classifica a ventisei secondi da Nelissen, ma soprattutto a nove secondi da Indurain: ne aveva quindici, gliene ha soffiati sei. Bugno sta più in alto degli svizzeri Zulle e Rominger, sta anche più in alto di Chiappucci che, se la calcolatrice non ci inganna, è attardato nei confronti del campione del mondo di quindici secondi. Minuzzoli, scampoli di tempo. Saggiamente, fa notare Indurain, che dalle chiacchiere ci si trasferirà a più seri discorsi domani consumata la cronometro a squadre e lunedì 12 luglio, consumata la cronometro individuale di 59 chilometri. Qualcosa ci sussurra che giunti a quella data, Nelissen e Cipollini dovremo andarli a cercare in altre e meno nobili zone della classifica. Avanti con gli abbuoni. Oggi, da Vannes a Dinard, 189 chilometri con qualche nasetto all'insù. Siamo ancora in attesa di un effettivo conflitto tra Cipollini e Abdujaparov. Gianni Ranieri Bugno prima del via saluta Indurain: il campione del mondo ora è a 9" da Miguel

Luoghi citati: Parigi