Gullit e il Torino: si può

Ieri il presidente Goveani è andato a trovare il giocatore Ieri il presidente Goveani è andato a trovare il giocatore Gullit e il Torino; si può «Per ora siamo diventati amici» FORTE DEI MARMI DAL NOSTRO INVIATO Roberto Goveani è partito dal Forte senza avere in tasca il contratto di Gullit. Tuttavia ha lasciato in Versilia un nuovo amico e uno sponsor per la sua presidenza: non è molto, dirà chi si aspettava la conclusione di una delle più intriganti trattative di mercato, però non è neppure poco visto che si era partiti da zero. Infatti avevamo incontrato Gullit una prima volta alle 11, sul cancello del villino che ha preso in affitto dal 1° luglio, ricevendone un'impressione del tutto sfavorevole per il Toro. «E' inutile che veniate a parlarmi dopo il colloquio con Goveani - ci aveva detto -. Lo ricevo perché mi vuole conoscere e io sono una persona educata. Ma non parleremo del Torino». Alle 16, quando la Saab nera del Notaio ha infilato il viale per sparire all'orizzonte, verso l'autostrada, la situazione era diversa. Ci vorrà ancora tempo per arrivare a una definizione. «Devo prendermene quanto me ne serve per riflettere», ha spiegato Gullit. Ma, senza fretta, l'operazione si potrebbe anche concludere. In un'ora e mezzo, il tempo di una partita di calcio, il Notaio e il Treccina hanno rinsaldato un feeling che finora avevano affidato al telefono e a una lettera. Il milanista ne è rimasto colpito. «Goveani, come il Bayern, ha fatto qualcosa di concreto: Berlusconi invece mi manda messaggi attraverso i giornali e i miei compagni che stanno qui, ad esempio Baresi, ma finora non mi ha mai cercato di persona: devo pensare che ci sia soltanto il desiderio della gente di trattenermi al Milan, niente di più. Goveani si è sobbarcato un viaggio per conoscermi, perciò il Torino è un'ipotesi concreta». La sensazione è che Gullit rimanga in attesa di una chiamata dalla Fininvest, alla quale risponderebbe al volo («sono e resterò sempre milanista, sei anni così non si dimenticano»), ma che abbia capito di avere poche chances. Perciò l'inserimento del presidente granata è stato tempestivo. E il Treccina ha ricambiato l'attenzione, tracciando un panegirico del Notaio, «Abbiamo scoperto di avere molto in comune, forse perché abbiamo quasi la stessa età - ha detto Gullit - e indipendentemente dalla mia decisione i tifosi gli dovranno voler bene, perché sta facendo molto per loro. Soprattutto vuole costruire gradino per gradino il futuro di una società abituata a guardare il passato. La Coppa è stata il primo passo, un giorno potrebbe arrivare lo scudetto. Ora un segnale deve venire dagli abbonati: il Toro ne meriterebbe 40 mila, sarebbe un incoraggiamento per la società e uno stimolo in più per i campioni che la vogliono scegliere. Io mi sono abituato ai 70 mila di S. Siro, giocare in uno stadio mezzo vuoto non è una bella sensazione». L'olandese insomma chiede al popolo granata un atto di fiducia che giustifichi il proprio acquisto e I lo ripaghi, dal momento che sia- mo sui 1500 milioni l'anno. E' stata una giornata di attese e di appostamenti. La presenza di Treccina a Forte dei Marmi non è passata sotto silenzio. Lo si vede ai bagni Marechiarò, lo si incontra nei negozi del centro, anche se può succedere che non lo riconoscano. Mercoledì in una panetteria di via Montauti è accaduto un clamoroso equivoco, di cui, qui, parlano tutti: la bottegaia vedendolo entrare con un cappellaccio e una tuta bianca e rossa (quella del Milan) l'ha scambiato per un vù cumprà, pronta a scacciarlo. «Quando l'ho visto ho sussurrato che di accendini ne avevo già acquistati tre quella mattina, poi una cliente mi ha spiegato che era un giocatore», si è giustificata la negoziante. Gullit, a quanto pare, non se n'è accorto. «Se davvero fosse successa una cosa del genere mi sarei arrabbiato moltissimo - ha raccontato ieri -, non per me ma per quei poveracci che chiedono solo un aiuto per campare». Ma della cosa si è oc¬ cupata la locale stazione di Polizia, alla quale l'olandese ha già dato parecchio lavoro: ora che tutti hanno individuato il suo villino in via Giovanni Agnelli (guarda la combinazione), una pattuglia deve accorrere spesso ad allontanare i curiosi. Goveani, dopo l'incontro, si è detto ottimista. «Lo ero prima, ora lo sono di più - ha commentato -. Gullit è un uomo straordinario, con cui si può parlare di tutto. Gli ho detto che per noi può essere il grip, la molla per farci scattare avanti. Non gli faremo fretta, anche perché le altre trattative non dipendono da lui: se viene, bene, se non viene non troveremmo comunque un altro come lui. Ma i tempi tecnici sono stretti, perché il mercato si chiude il 15. In una settimana dovremmo avere la risposta». Su questo tasto Gullit è stato più vago. Per lui, svincolato, la decisione potrebbe anche arrivare più tardi. Il Toro lo aspetta. Marco Ansaldo Ruud in un negozio è stato scambiato per un «vu' cumprà» Gullit con la moglie nella villa di Forte dei Marmi e, sopra, il presidente del Torino Goveani

Luoghi citati: Forte Dei Marmi