Le coppie con il loro «peggio» Terapia gratis o a pagamento? di Alessandra Comazzi
1 Le coppie con il loro «peggio» Terapia gratis o a pagamento? VECCHIA domanda. Eppure, continuamente nasce spontanea: li pagheranno, non li pagheranno? Quelli che vanno in televisione per raccontare i fatti propri. Non tanto per chiedere aiuto, come a «Chi l'ha visto?», e neppure per cercare moglie o marito, come da Marta Flavi: ma proprio per esibire il proprio peggio. Reciteranno, non reciteranno? Luca Barbareschi, un esperto nel genere dall'alto delle sue molte repliche di «C'eravamo tanto amati», assicura che i partecipanti ricevono soltanto un rimborso spese, e che il premio consiste proprio nell'andare in video a parlare di sé. Quello è il loro momento di notorietà, è una specie di catarsi dalla quale ognuno esce purificato: la coppia ha illustrato al mondo le proprie miserie, sono volati insulti e palate di fango, sono state scambiate offese reciproche. Poi, tutti tornano a casa contenti. Nessuno dei suoi contendenti si è mai separato, comunica Barbareschi, che intanto, dopo aver esportato il 1 suo programma anche in I America, ha smesso di farlo in Italia, preferendo continuare con il cinema e il teatro: sta per debuttare a Spoleto con l'attesa commedia a due personaggi (in conflitto, ovviamente) «Oleanna» di Mamet, suo autore ormai abituale. Non è carino mettere in dubbio le parole del conduttore, ma certo è strano: perché gli antagonisti se ne dicono talmante tante, di sgradevolezze, che alcune dovrebbero proprio lasciare il segno, offendere profondamente. Se non succede mai niente, non vorrà dire che se i partecipanti non sono pagati, almeno recitano? Mettiamo tutto nella rubrica di «Cuore» dal titolo «E chi se ne frega», direte voi. Giusto. Solo che i programmi di questo tipo proliferano. Avendo Barbareschi lasciato (ma le repliche continuano), Rete 4 non poteva restare orfana di tanta delicatezza: e così è cominciato, in onda nel pomeriggio di sabato e domenica, un nuovo «gioco», «Affari di cuore», condotto da Carlo Valle, all'incrocio tra «C'eravamo tanto amati» e «Agenzia matrimoniale». Due poltrone in studio, uno schermo, falso pubblico che rumoreggia sullo sfondo (perché, perché? Il pubblico o c'è o non c'è, e se non c'è perché si deve simula- ' re?). Su una poltrona il conduttore, sull'altra l'ospite. Sullo schermo si proiettano tre opportunità pre-registrate, tre ragazzi o tre ragazze, dipende dal sesso dell'ospite, che espongono brevemente le loro caratteristiche. Il, chiamiamolo conconrente, ne sceglie una. Con quell'una, si combina un appuntamento. E lì in studio, a cose fatte, i due protagonisti raccontano com'è andata e svelano al gentile pubblico se sono stati colpiti dal partner, e in che senso, se hanno intenzione di vedersi ancora oppure no. Il trucco è sempre quello, più i partecipanti sono aggressivi, più mostrano di cercare con l'altro un duello, meglio è. I giornali hanno riportato di recente che, secondo un gruppo di psicologici, la tv fa male alla coppia. Non esageriamo, troppo facile buttare tutte le colpe sulla tv: se la conosci, non ti uccide. Alessandra Comazzi
Persone citate: Barbareschi, Carlo Valle, Luca Barbareschi, Mamet, Marta Flavi
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