« I lumbard vanno a sinistra »
« « I lumbard vanno a sinistra » Maroni: noi gli eredi dei Kennedy I PROGRESSISTI DEL CARROCCIO VARESE DAL NOSTRO INVIATO Roberto Maroni, 38 anni, deputato della Lega Nord, assessore alle Finanze nel Comune di Varese, è il leader che Bossi ha designato per l'improvvisa e nuova anima del suo movimento: la sinistra. Che cos'è, onorevole Maroni, questa vocazione a sinistra? «Da anni cerchiamo di coinvolgere le forze politiche di sinistra, ma loro privilegiano lo statalismo: la politica, e cioè il governo nazionale, e cioè Roma, regola l'economia. La politica invece per noi dà solo gli indirizzi: l'economia è libera». Ma quali idee condividete? «Nostro dovere non è cancellare la sinistra, perché le istanze sociali ci sono e sono da condividere. Parlo dei valori dello Stato sociale, dell'uguaglianza, della solidarietà. Ma sono valori che non possono essere rappresentati da questa sinistra statalista: essa non ha cultura di governo, ma di condizionamento del governo stando all'opposizione. Mi ha deluso, Occhetto: anziché replicare a Bossi dicendo "Ti aspettiamo nel Canyon", tipica tattica da agguato, avrebbe dovuto dire: "Il pds è un grande esercito, ti attendiamo in campo aperto". Questa sinistra va sostituita da una nuova sinistra, federalista e liberista. Questa è la sfida». Come pensate di coniugare Stato sociale e liberismo? «Lo Stato sociale non lo smantelliamo: i suoi valori veri sono diversi dallo Stato assistenziale spacciato dalla sinistra, con i suoi quattro milioni e mezzo di false pensioni di invalidità. Prima o poi chi ha votato i partiti della sinistra storica non li voterà più. Abbiamo segnali1 di simpatia da radicali, ecologisti... E le privatizzazioni che voghamo non sono certo incompatibili con i valori della sinistra: con le privatizzazioni cambia la natura sociale degli elettori di sinistra. Diventano proprietari delle aziende in cui lavorano. Addio conflitto fra operaio e capitale». Quando definirete questa vostra sinistra? «Al congresso di ottobre». Non è che la sinistra diventi una corrente della Lega? «No. La sinistra è una strategia, un ideale. La Lega si propone come movimento che rappresenta in politica le istanze della sinistra sociale. Nessuno può dire quale sarà il panorama politico dopo la tra¬ sformazione dello Stato attuale in Stato federale. Non ci sarà certo un partito unico, perché la Lega non vuole essere partito unico: vuole solo unire il maggior numero possibile di forze per raggiungere l'obiettivo politico primario dello Stato federale. La Lega, dopo, potrà anche sciogliersi: e nasceranno nuovi partiti federalisti». Non diventerete come la de, con tante anime? «Il nostro presunto ecumenismo è del tutto diverso. La sinistra de era fatta per dialogare con i partiti di sinistra e per gestire il potere. Noi siamo alternativi alla sinistra esistente. E non ci saranno reazioni negative nell'anima conservatrice, ultraliberista, della Lega: capiranno che la Lega non si sposta a sinistra, non vuol coinvolgere questa sinistra, ma vuole combatterla. Il nostro non è trasformismo». Perché Bossi l'ha indicata come leader della sinistra leghista? «Io indosso con grande disciplina e convinzione la maglia numero 11 che fu già del grande Gigi Riva, ala sinistra della nazionale. Pure lui nacque a Leggiuno, Varese». Lei ha avuto in passato esperienze e idee di sinistra? «Fui gran frequentatore di assemblee al liceo classico e fui extraparlamentare. Studiai il marxismo prima della laurea in Legge e prima di fare il dirigente della Avon Cosinetics. Il materialismo storico è un utile schema mentale, non un progetto economico e politico». Lei dice sempre di sì a Bossi? «Conosco Bossi dagli inizi, dal '79. Questa della nostra nuova sinistra è un'operazione terribile e difficile: i militanti della sinistra storica sono preparati, seri, hanno ideali. Le truppe della de e del psi erano mercenarie: scappavano prima di capitolare. Queste della sinistra combattono... Bossi non è un padre padrone. Lui l'ha solo proposta, la sinistra federalista: deciderà il congresso. Quale padre padrone! In Parlamento le decisioni di voto sono prese dai capigruppo delle 13 commissioni: il processo decisionale è diffuso, non accentrato... E la sinistra non è corrente minoritaria: non mi avrebbero eletto capogruppo alla Camera al posto di Formentini». Un modello per la sua sinistra? «La Grande Frontiera dei Kennedy. Il direttore dell'Unità, Walter Veltroni, ha appena scritto un libro su Robert Kennedy, ma dimentica di dire che i Kennedy avevano quel programma perché gli Usa hanno una struttura federale. Noi della Lega siamo i veri eredi, i continuatori ideali dei Kennedy». Claudio Altarocca mmmi A destra: Roberto Maroni Sopra: Achille Occhetto A sinistra: il leader della Lega Umberto Bossi
Luoghi citati: Comune Di Varese, Leggiuno, Roma, Usa, Varese
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