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«Ci pensi l'Onu» «Ci pensi l'Onu» Sondaggio negli Usa: i marines non devono fare i gendarmi NEW YORK. Sì agli interventi dell'Orni, no a quelli dei marines. Così una consistente maggioranza di americani ha risposto a un sondaggio compiuto per conto dell'Associated Press fra il 25 e il 29 giugno, vale a dire in concomitanza con le azioni decise in Somalia e in Iraq. Sul problema Bosnia Erzegovina, quelli che considerano l'Onu come l'unica forza deputata a intervenire sono il 61 per cento, e sul problema Somalia quella maggioranza diventa del 69 per cento. Per Ed Luck, dell'Associazione delle Nazioni Unite, si tratta di una importante prova di sintonia dell'opinione pubblica americana con il diritto internazionale. In pratica, secondo lui, attraverso questo sondaggio gli americani dicono che nei casi in cui alla base c'è la decisione su chi deve governare in un determinato Paese, gli Stati Uniti non hanno alcun fondamento giuridico per imporre quella decisione, mentre l'Onu sì. Ma forse le risposte a questo sondaggio con¬ tengono anche altro, come la ben nota tendenza, almeno in via di principio, a «starsene a casa», ed anche il dubbio che le truppe americane, trascurando per un momento se ne abbiano o no il diritto, siano comunque in grado di compiere interventi in Paesi stranieri per risolverne le crisi. A questa domanda specifica i sì e i no si equivalgono, il 47 per cento i primi, il 46 per cento i secondi, e coincidono quasi interamente con il sesso degli interpellati. Gli uomini ritengono in gran parte che sì, le truppe americane sono perfettamente in grado di compiere quegli interventi e di affrontare tutte le situazioni possibili, mentre la maggioranza delle donne dubita seriamente di questa loro capacità. Giacché c'era, il sondaggio ha anche voluto appurare se gli americani si ritengono soddisfatti di come la loro leadership sta affrontando quelle che vengono definite «le nuove questioni del dopo guerra fredda», [f. p.]