Menotti-Calindri 83 anni alla grande

Spoleto, il Festival continua con Fo che legge Ruzante e con «L'ultima maschera», protagonista anche Ferrari Spoleto, il Festival continua con Fo che legge Ruzante e con «L'ultima maschera», protagonista anche Ferrari Menotti-Calindri, 83 anni alla grande Laurea e spettacolo per festeggiarli SPOLETO. Weekend sovraffollato, come sempre, ma questa volta con parecchi delusi per non aver trovato posto alle repliche di «Un tram che si chiama desiderio» - lo spettacolo con Mariangela Melato, per ora il più richiesto (dopo Spoleto tornerà in scena nei primi mesi del '94 a Genova, Milano, Roma) - e del «Trittico» pucciniano. Quest'anno, sia pure sottovoce, a Spoleto sono sotto accusa gli sponsor che avrebbero monopolizzato gran parte degli alberghi. Quindi molti romani e fiorentini, habitués del Festival, sono costretti a tornare a casa in serata, subito dopo lo spettacolo. Ciò provoca una recessione nei ristoranti che non registrano gli incassi di un tempo. Comunque tra prevendite e biglietti acquistati direttamente al botteghino Spoleto '93 ha già largamente superato il miliardo e 200 milioni di incasso. Ciò garantisce, fin d'ora, un nuovo record (quello stabilito lo scorso anno era di un miliardo e 476 milioni). Oggi con il direttore Giancarlo Menotti, che mercoledì compie 83 anni, il clan del Festival di Spoleto si trasferisce a Perugia. Dopo il concerto di mezzogiorno, unica esibizione in cartellone, comincerà il viavai delle «navette.» che trasporteranno ospiti e amici del «maestro» all'Università di Perugia dove nell'aula magna gli sarà conferita la laurea «honoris causa» in lettere, per l'alto contributo dato al mondo della musica e della cultura contemporanea. «E' la prima laurea che mi viene assegnata in Italia - dice Menotti con vena polemica -. All'estero ne ho ricevute più di una, soprattutto in America». Ieri sera è arrivato Peter Schaufuss che ha preceduto di 48 ore i suoi 80 ballerini per confermare che malgrado le polemiche scatenate da Béjart, il balletto dell'Opera di Berlino rispetterà il programma annunciato: «L'uccello di fuoco», un divertissement i cui interpreti cambieranno ogni sera e «La sagra della primavera» (prima: 7 luglio). Ed oggi saranno a Spoleto Dario Fo e Franca Rama che domani e mercoledì, al Nuovo, proveranno «Conferenza spettacolo sul "mio" maestro Ruzante» dello stesso Fo. Due prove aperte ad una platea di giovani. Anche la prima dell'opera di Stravinskij, «La carriera di un libertino) in cartellone domani sera al Teatro Caio Melisso, verrà trasmessa in diretta da Radiotre. Ma uno degli eventi della settimana più attesi dagli stranieri tornati numerosi a Spoleto (tedeschi, francesi e svizzeri) è la prima mondiale di mercoledì de «L'ultima maschera», un testo sull'amore e odio tra Kostantin Stanislavskij e Vsevolod Mejerchol'd, dell'americano John Crowther che con l'occasione festeggia la sua trentesima regia (la seconda italiana, la prima risale ad un musical del '75, «Sei un brav'uomo Charlie Brown» con Enzo Cerusico). «Questa commedia - dice John Crowther - nasce da un'idea di cinque anni fa e dal fatto che io insegno a New York anche recitazione. Per gli americani recitazione è Stanislavskij e nelle mie ricerche e riflessioni ho scoperto che il suo antagonista era Mejerchcl'd: due modi differenti di concepire la recitazione, ma non. contraddittori, semmai complementari. Oggi un attore completo deve contemplarli entrambi. Nonostante la loro con¬ flittualità alla fine Stanislavskij scelse Mejerchol'd come assistente e suo successore. Il loro è uno scontro di grande rispetto - c'erano 11 anni di differenza tra i due -, Stanislavskij era per un teatro d'arte, Mejerchol'd, bolscevico, sosteneva invece che il teatro doveva avere anche una concezione politica». «Se Calindri e Ferrari nella commedia - aggiunge il regista - sono il cervello, Carla Romanelli, la moglie di Mejerchol'd, è il cuore». Dopo Spoleto, John Crowther torna negli Stati Uniti per mettere in scena «L'ultima maschera»: tre città sono candidate ad ospitare la «prima», New York, Los Angeles e Seattle. I protagonisti della versione americana dovrebbero essere Max von Sydow e la stessa Carla Romanelli. «Ho accettato di interpretare questa commedia qui a Spoleto a 83 anni perché dovrebbe far discutere soprattutto chi ama il teatro», dice Ernesto Calindri. «Mejerchol'd può essere una scoperta per molti teatranti in netto contrasto con i sostenitori di Stanislavskij - sottolinea Paolo Ferrari - e per me un'occasione per uscire, sia pure temporaneamente, dal repertorio brillante». Ernesto Baldo Dario Fo arriva oggi a Spoleto con Franca Rame. Domani provano la conferenza spettacolo sul «maestro» Ruzante