I truffatori del mappamondo veri padroni della guerra

Confessioni di un geografo pentito: ecco la storia delle mappe false IL CASO. Confessioni di un geografo pentito: ecco la storia delle mappe false I truffatori del mappamondo veri padroni della guerra PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Che di geografia si possa morire non è più un mistero da quando il Pentagono affidò ai suoi bombardieri cartine erronee per attaccare Grenada. I jet colpirono ospedali psichiatrici la cui ubicazione le mappe tacevano, truppe Usa anziché avversarie, bersagli inutili. E le isole minori fu necessario trovarle a occhio: dove le segnalava la pianta c'era solo l'Oceano. Un tragico, surreale infortunio. Ma nel gettarsi sull'Iraq gli occidentali fecero in qualche modo il bis 8 anni dopo. Gli obiettivi da centrare «chirurgicamente» erano tali solo per il cartografo: la realtà dimostrò che l'astrazione geografica poteva costare sangue e lacrime. Malgrado scacchi, défaillances, falsi più o meno volontari, la topografia si erge tuttora arbitro di guerre e paci, «scienza esatta» che l'evidenza quotidiana smentisce ma nessuno osa sbugiardare. Serbi, croati, bosniaci... brandiscono linde planimetrie e schemi territoriali policromi. Secondo la bisogna, ognuno fa valere nel suo piano la coerenza fisica (le vecchie frontiere naturali), l'omogeneità religiosa o il raggruppamento per etnie. Tre criteri ipermanipolabili, da shakerare a piacere in cabina di regia. Insomma, una vera «purificazione geografica», ennesima riprova che la neutralità non può esistere: tendenziosa, propagandistica o tout court menzognera, la geografia inganna. Ma è docilissima verso il potere. E non retrocede davanti a nessuna aberrazione. Il «corridoio di Danzica» - un «nonsenso» su cui Hitler costruì la Seconda Guerra mondiale - ne testimonia forse il più tragico esempio. In un libro che Flammarion ha ripreso dalla University Chicago Press, il geografo «pentito» Mark Monmonier ripercorre queste peripezie. Titolo, Come far mentire le carte. Ovvero meridiani e paralleli al servizio dell'ideologia. Una prima constatazione. Le grandi potenze amano raffigurare l'universo a propria immagine e somiglianza. Così Pechino impiega planisferi «sinocentrici» dove Europa ed America sono le damigelle laterali del Celeste Impero. Ma il vecchio Continente europeo ha vanaglorie non minori da rimproverarsi. Quando - nel XVI Secolo Mercatore realizzò la sua celeberrima proiezione, non voleva «fotografare» le terre, bensì aiutare i naviganti ad orizzontarsi in mare attraverso i lossodromi. Era quindi conscio della gravissima infedeltà rappresentativa in termini di superficie che oggi gli si rimprovera (pur continuando ad adottarla su atlanti e volumi scolastici): la Groenlandia sembrerebbe estesa come il Sud America pur essendone, in termini reali, un ottavo. Non c'era bisogno di attendere - negli Anni 50 e 60 - l'olandese Arno Peters la cui cartografia ispirata all'«equivalenza superficiale» (non senza gravi infedeltà e distorsioni sotto altri parametri) è ormai quella ufficiale Unesco. Fin dal 1772 l'alsaziano Johann Heinrich Lambert ne ideò una analoga. E' che le deformazioni marcatoriane appagavano gli imperi coloniali ampliandone a livello ottico i domìni. Fece legge - in particolare - Londra, che vedeva ingigantirsi Canada, Australia e Sud Africa. Ma fra le terre preartiche dilatabili oltre ogni decenza figura la Siberia, nonché alcune regioni cinesi. E qui la guerra fredda Usa trovò un buon atout. Monmonier cita le spettacolari conferenze in cui l'ultraconservatrice «John Birch Society» convocava la platea davanti alla classica rappresentazione del geografo fiammingo: Urss c Cina Popolare, in un rosso vivo ancor più debordante, parevano inghiottire nella loro mostruosa grandezza gli altri Paesi. Non c'era bisogno di lunghi discorsi per legittimare come doverosa necessità l'Allenza Atlàntica. Trassavano egualmente i sovietici, anzi ancor più. L'autore compara nelle loro varie edizioni gli atlanti ufficiali dell'ultimo sessantennio. Infaticabili, città, villaggi, fiumi, laghi e strade cambiano posto. Di alcuni chilometri appena, ovvio. Ma quanto basta per favorire errori ed ambiguità tra i «nemici capitalisti». Iniziò negli Anni Trenta la Nkvd - futura Ceka e Kgb ma il processo raggiunse l'apogeo con Krusciov. Ne fecero le spese, tuttavia, solo i russi. L'unico mezzo per disinformare l'Occidente era diffondere nel Paese tavole inattendibili (quelle «buone» esistevano, ad uso militare: una doppia fatica che ingoiò miliardi di rubli). Ma Washington usava già gli aerei spia. Ai poveri cittadini sovietici non rimaneva che trovare la strada empiricamente, fra mille improperi. Le piante di Mosca èra Gorbaciov esclusa - occultavano edifici e arterie strategi¬ che. Censura per censura, viva' le «zone in bianco» che il viaggiatore incontra sulle mappe greche. Ma se negli Usa la libertà è maggiore, non mancano le chicche: tipo dissimulare Camp David, esclusiva residenza presidenziale. Ben altre malizie usano tuttavia gli specialisti per mettere nel sacco il consumatore. E qui la truffa non conosce frontiere. Nella pubblicità immobiliare si fornisce una raffigurazione del¬ la zona in cui vengono soppresse industrie, discariche, terreni incolti, rumorose superstrade. Ecco invece profilarsi trascurabili entità limitrofe: il piccolo museo, la chiesuola, un maneggio. Come per i Balcani, nel dépliant la geografia non «dichiara la realtà». Preferisce l'eufemismo, un renderla funzionale per la causa di turno. Grazie, non ultimo, al colore. Toni pastello, verde, giallo e blu valorizzano il sito. Rosso, grisé e nero sono invece l'ideale per trasformarlo in minaccia o preda. Il geografo prezzolato lavora à la carte. Ma non bisogna volergliene, conclude Monmonier: nel nostro universo ogni giorno più simbolico, troppe responsabilità gravano sul mestiere caro a Strabone & C. Che ha inventato la «realtà virtuale» con almeno mezzo millennio di anticipo sui computer. Enrico Benedetto Confini spostati, città e villaggi «in viaggio» nell'Urss. Camp David «inesistente» ONDENTE ssa morire da quando suoi bomnee per att colpirono la cui ubi tacevano, avversarie, sole minori e a occhio: pianta c'en tragico, Ma nel getdentali fe il bis 8 anmistero dei confini in un disegno di Ivan Steiger Confincittà e v«in viagCamp D«inesist mistero dei confini in un disegno di Ivan Steiger Sopra: Carter e Sadat a Camp David, cancellata dalle carte In basso: Krusciov