Ciampi sgobba Rossi prende fiato Borrelli tesse la tela di Valeria Sacchi

Ciampi sgobba, Rossi prende fiato, Borrelli tesse la tela I NOMI EGLI AFFARI Ciampi sgobba, Rossi prende fiato, Borrelli tesse la tela Sembrava l'omino «che non c'è». Per due buoni mesi non si era sentito. Gli altri parlavano, e lui zitto. Invece, in una settimana, Carlo Azeglio Ciampi ha dato fuoco alle micce. Ha costretto Luigi Abete, Bruno Trentin, Sergio D'Antoni e Pietro Larizza a firmare il patto sul costo del lavoro, e sul capitolo privatizzazioni ha messo l'ultimatum. Entro trenta giorni il ministro del Tesoro, Piero Barucci, dovrà dire come e quando intende privatizzare Ina ed Enel, Agip e Stet, Comit, Credit, Imi.. Si preannunciano giorni di fuoco per Franco Bernabò, presidente di Eni e, soprattutto, per il presidente dell'Iri Romano Prodi, sotto la cui giurisdizione vi sono ben tre delle sette belle in offerta. Abete II mese sarà firmatario caldo anche per i cinque Barucci consiglieri che sotto stress Barucci, d'intesa con Ciampi, ha scelto perché gli indichino quale formula (Opa, Opv, asta) va meglio per ognuna della figlie che devono spiccare il volo. Cinque nomi sui quali qualcuno sta mugugnando, vedendoci sotto lo zampino di Enrico Cuccia. Come, ad esempio, il vicepresidente pidiessino della commissione Bilancio del Senato, Filippo Cavazzuti. Ma è proprio così? In apparenza, sicuramente. Ariberto Mignoli è di casa,a Mediobanca, dove è sindaco anche Piergaetano Marchetti. Ma Marchetti è al tempo stesso uno dei più ascoltati consulenti di Bankitalia in materia societaria, un campo di cui è massimo esperto Mignoli, che da anni di¬ rige la «Rivista delle società». Sempre da Ciampi sembra venire l'indicazione di Ottavio Salamone. Che lo scorso anno lasciò, per contrasti interni, la direzione del Banco di Sicilia, dove era succeduto a Francesco Bignardi. E alla luce delle recenti vicende, si capisce che fece benissimo, sia a litigare che ad andarsene. Quanto a Lucio Rondelli, già amministratore delegate del Credito Italiano, per anni fu in contatto con Cuccia, essendo uno dei suoi tre grandi azionisti di controllo. Ma la sua designazione è legata alla competenza di mercati. Rondelli è presidente del consorzio che si occupa del circuito telematico di Borsa. Un ritorno alle origini, visto che iniziò la sua carriera al Credit come capo dell'uffi- Cavazzuti ciò Borsa nella sospettoso Rondelli garante filiale di Biella. In ogni caso il manipolo dei cinque esperti, che si è riunito solo una prima volta informalmente, sarà guidato dal direttore del Tesoro, Mario Draghi. Un giovanotto non certo afflitto da complessi di inferiorità. Che non ha bisogno di Cuccia per sapere cosa fare. Sempre Draghi aveva, un anno fa, coordinato il primo gruppo di professori sulle privatizzazioni. Un lavoro dal quale, insieme a Francesco Giavazzi e Enrico Granata (ora passato all'Imi) aveva poi estratto il famoso «Libro verde» sulle Partecipazioni Statali. Trenta giorni non sono molti, per luglio le vacanze sono saltate. I colossi da privatizzare sono imponenti. Chi taglierà prima il traguardo? La Comit, guidata da Sergio Si- glienti, o la Stet, presieduta da Biagio Agnes ma ormai affidata a Michele Tedeschi? E' invece partito per una breve vacanza il nuovo presidente di Montedison Guido Rossi. Per accompagnare al mare le piccole figlie, e riprendersi da due settimane mozzafiato. Mai inizio di mandato fu più fitto di colpi di scena. Ma a Milano restano in pista l'amministratore delegato Enrico Bondi, e l'onnipresente Mignoli. Dopo gli ammanchi scoperti, Rossi spera che le mine siano state disinnescate. E lo conforta l'ala protettrice del Tribunale. Se Francesco Saverio Borrelli non avesse aperto il dossier Ferruzzi, ben più difficile sarebbe stato per lui ottenere quelle «confidenze» che lo hanno messo sulla pista giusta dei paradisi Siglienti off-shores. privatizzando Senza contare l'imbarazzo per i nuovi vertici Montedison, se avessero dovuto correre in procura a denunciare le cifre del mistero, e la leggerezza, o peggio, di azionisti e consiglieri. I quali, poveretti, si trovano più che mai in bruttissime acque. Il cappio Enimont si sta stringendo intorno a Raul Gardini, Sergio Cragnotti e Lorenzo Necci Ma anche Carlo Sama non dorme sonni tranquilli. Non dorme sereno neppure Marcello Inghilesi, presidente dell'Ice. Un istituto di cui tutti sparlano da anni. E le cui lacune erano evidenti a chiunque facesse capolino in uno dei mil¬ le uffici sparsi nel mondo. Solo che ora la cosa si fa seria. Non solo il ministro del Commercio estero, Paolo Baratta, ne ha criticato apertamente la scarsa efficienza. Sulla gestione Ice indaga, a Roma, il procuratore Andrea Giordano. Altro punto caldo di scontro la Siae, potentissima e contestatissima Società italiana autori e editori. Sulla quale spetta alla Cassazione decidere se accogliere o respingere la decisione del governo, che ai primi di giugno ne aveva deciso il commissariamento, nominando commissario Carlo Gessa, presidente di sezione del Consiglio di Stato. Se il commissario Gessa arriverà, si chiuderà un'altra ricca greppia. Ma contro il commissariamento si sono levate suppliche di intellettuali. Un «Parterre des Rois» che in genere non fallisce mai. Inspiegabile potere terreno della mente. Valeria Sacchi Gardini sotto il faro Abete firmatario Barucci sotto stress Cavazzuti sospettoso Rondelli garante Siglienti privatizzando Rossi presidentissimo Borrelli indagatore Gardini sotto il faro

Luoghi citati: Biella, Milano, Roma