Scoppia il caso Raf il ministro se ne va

Scandalo in Germania dopo l'«esecuzione» del terrorista Grams da parte della polizia Scandalo in Germania dopo l'«esecuzione» del terrorista Grams da parte della polizia Scoppia 81 caso Raf, il ministro se ne va Si dimette Seiters, delfino di Kohl BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A una settimana dalla sparatoria di Bad Klcinen e dalla morte della primula rossa della «Raf» Wolfgang Grams e di un agente, esplode a Bonn lo scandalo innescato da una vicenda oscura, piena di incoerenze e interrogativi non risolti: il ministro degli Interni Rudolf Seiters, un fedelissimo di Helmut Kohl, si è dimesso a sorpresa ieri pomeriggio assumendosi la responsabilità politica dell'accaduto, ma la crisi nei servizi di sicurezza federali sembra soltanto all'inizio. «Nell'intervento della polizia e nel suo ulteriore comportamento sono emersi con chiarezza errori, insufficienze e una mancanza di coordinamento fra le autorità federali», dice il comunicato letto da Seiters al momento delle dimissioni. «Personalmente non ho preso decisioni sbagliate e non ho nascosto informazioni all'opinione pubblica o al Parlamento. Ma chi deve assumersi la responsabilità politica, se non un ministro?». Le dimissioni di Seiters sono dunque un segnale, oltre che un atto politicamente apprezzabile e opportuno: ora che il «responsabile politico» ha pagato, sembrano dire le sue parole d'addio, tocca ai responsabili operativi, agli uomini che hanno comandato l'operazione di domenica 27 giugno alla stazione di Bad Kleinen, nell'ex Ddr, e a chi quell'operazione ha difeso nei giorni successivi, generando «confusione» e facendo «errori». Il prossimo a cadere potrebbe essere il Procuratore Generale Alexander von Stahl, responsabile diretto dell'antiterrorismo: anche i partiti di governo lo ac¬ cusano di aver tenuto «un comportamento reticente», nella crisi più grave per i servizi interni dopo quella seguita alla morte dei fondatori della «Banda Baader Meinhof», una vicenda mai del tutto chiarita. Lo scandalo è esploso tre giorni fa, quando una testimone ha rivelato alla televisione di aver visto un agente del nucleo speciale sparare a Grams da pochi centimetri di distanza, mentre il terrorista era già a terra. Seiters e Von Stahl avevano smentito quelle dichiarazioni e difeso il comportamento degli agenti (44, si è poi saputo). Ma l'altro ieri un nuovo colpo di scena rilanciava la gravissima accusa ai poliziotti: un agente dello stesso nucleo antiterrorismo intervenuto a Bad Kleinen confermava le dichiarazioni del primo testimone. «Grams era a terra e non manifestava più nessuna intenzione di fuggire», ha raccontato allo «Spiegel» il poliziotto. Un uomo del reparto speciale che aveva intercettato Grams e la sua compagna Birgit Hogefeld, si è allora inginocchiato davanti al terrorista, che «non aveva nessuna possibilità di prendere la sua pistola, distante due metri, e non faceva più resistenza». Il colpo mortale è partito dopo venti secondi: «Il mio collega ha sparato a una distanza massima di cinque centimetri», ha detto ancora l'agente. La Procura generale ha reagito ipotizzando il suicidio di Grams. L'autopsia ha invece rivelato che il terrorista è morto per un colpo al capo, partito da distanza ravvicinata ma non dalla sua arma: non suicidio dunque ma omicidio. La Procura ha dovuto rivedere anche un'altra affermazione iniziale: non è stata Birgit Hogefeld, ar¬ restata durante l'operazione, a cominciare la sparatoria. Non è stata lei ad uccidere l'agente. La ragazza anzi non ha sparato neanche un colpo. Secondo la «Bild am Sonntag» di ieri, l'agente sarebbe stato ucciso invece da un colpo sparatogli accidentalmente da un collega. Un'altra circostanza è risultata in contrasto con la versione ufficiale: il «terzo uomo» intercettato dalla polizia insieme a Grams e alla sua compagna era in realtà un infiltrato dei servizi segreti. Von Stahl si è difeso sostenendo di non aver commesso «alcun errore». Ma di fronte alle rivelazioni e alle contraddizioni della versione ufficiale, lo scandalo è subito montato: ancor prima della confessione dell'agente, i principali giornali erano molto severi con le forze di polizia. «Soltanto quando si arriverà alla completa verità nel caso Grams, gli organi di sicurezza riconquisteranno la loro sovranità nella lotta al terrorismo», ha scritto la «Frankfurter Allgemeine Zeitung». Le dimissioni di Seiters, forse, aiuteranno a far chiarezza. Emanuele Novazio li ministro degli Interni Seiters insieme al Cancelliere Kohl di cui era considerato un fedelissimo A! momento della caduta del Muro ricopriva il ruolo chiave di ministro della Cancelleria

Luoghi citati: Bad Klcinen, Bad Kleinen, Bonn, Ddr, Germania