La tv troppo violenta? Il mondo lo è di più di Furio Colombo

La tv troppo violenta? Il mondo lo è di più INTANTO IN AMERICA La tv troppo violenta? Il mondo lo è di più RNEW YORK ACCONTA il senatore Simon, democratico e liberal dell'Illinois: «Non faccio a tempo a entrare nella stanza d'albergo e ad accendere la tv, che ti vedo un tale che aggredisce la sua vittima, una donna, la spinge verso una finestra aperta. Lei supplica e implora ma l'esecutore è inesorabile. Alla vittima viene strappato il vestito e poi viene gettata nel vuoto con un grido di soddisfazione del criminale e un urlo di terrore della donna. Cambia l'inquadratura, e mentre mi tolgo la cravatta e cerco la camicia pulita vedo l'agonia della vittima, un effetto al rallentatore. Fino a che resto solo nella stanza d'albergo con lo sghignazzo dell'assassino. E' uno spettacolo che mi ha rovinato la sera perché mi sono detto: quanti bambini sono ancora alzati a quest'ora e hanno visto questo orrendo spettacolo?». La narrazione del senatore Si- mon fa parte di una lunga serie di testimonianze contro la violenza in televisione. E' troppa. E' troppo dettagliata. Appare in un crescendo ossessivo che ha questi due aspetti. Non solo le scene brutali si ripetono, una peggiore dell'altra. Ma la giustizia (cioè i buoni del film), sembra incapace di prevalere fino a quando non adotta con decisione lo stesso metodo dei malvagi, e comincia a eliminare i cattivi con la stessa crudeltà con cui i cattivi avevano eliminato le loro vittime. E' un mondo - dicono gli psichiatri - in cui i bambini si sentono del tutto privi di protezione, a meno di imparare l'unica lezione possibile: diventa anche tu spietato, disposto ad agire senza riserve morali e senza limiti, se vuoi salvarti e se vuoi salvare gli altri. Gli accusatori hanno ragione. La violenza in televisione, che vuol dire nella vita quotidiana di tutti, e soprattutto dei bambini, è grande e continua. Si chiedono gli esperti: possibile che non ci sia una tv alternativa, cioè interessante e buona? La domanda è importante perché tutti se la pongono per la televisione, ma nessuno se la propone nella vita. Non voglio dire che la tv violenta non è che una rappresentazione dei fatti. C'è un numero altissimo di produttori e registi che sfruttano la paura e il terrore. E' un mestiere che rende bene. Ma può accadere una sera qualunque che il film di cui parla il senatore Simon segua o preceda un evento accaduto pochi giorni fa a New York e che si è visto nel telegiornale. Una mamma con il suo bimbo di due anni è stata bloccata da un uomo col coltello mentre stava entrando nella ferrovia sotterranea. L'uomo voleva la borsetta che la donna aveva al braccio con il quale reggeva il piccolo. L'uomo ha puntato il coltello sui bambino. La folla è rimasta immobile, come in un brutto sogno. Uno studente si è buttato fra l'aggressore e la donna ed è caduto sotto le coltellate, mentre il treno, con la donna ed il bambino, salvi, partiva. Finché questo fatto continuerà a ripetersi potremo cancellarlo dal telegiornale per tranquillizzare il senatore Simon? Poi c'è la Bosnia, ci sono i corpicini dei bambini della ex Jugoslavia. C'è Waco che brucia, con novanta uomini, donne e piccoli dentro, mentre le telecamere filmano. Qualcuno dovrà dire al senatore Simon e ai grandi purificatori della tv che il mondo comincia dall'altra parte, nell'ex Jugoslavia, in Somalia, per le strade, anche lì ci sono donne e bambini. Furio Colombo

Luoghi citati: Illinois, Jugoslavia, New York, Somalia