Cooperative nel mirino
Interrogato l'ex presidente degli industriali canavesani Interrogato l'ex presidente degli industriali canavesani Cooperative nel mirino A Ivrea per l'inchiesta tangenti Si allarga a macchia d'olio l'inchiesta Mani pulite eporediese. Il procuratore capo Bruno Tinti ha ripreso nei giorni scorsi gli interrogatori di professionisti e imprenditori, aggiungendo nuovi tasselli al mosaico delle tangenti cittadine. In particolare nel mirino del magistrato sono le cooperative edilizie che hanno operato e operano tutt'oggi a Ivrea. Dicono in procura: «E' un lavoro difficile, sono ancora numerosi gli industriali che nascondono il ricatto delle mazzette per poter lavorare». Le indagini comunque proseguono a ritmo serrato. L'altro ieri il procuratore capo ha convocato negli uffici di Palazzo Giusiana, sede del tribunale, personaggi finora estranei all'inchiesta: l'ingegner Valter Martinetti di Pont Saint Martin, impresario edile che sta portando a termine un complesso residenziale in via dei Chiodi; l'architetto Cesare Ferrari e l'ingegner Francesco Nocentini, titolari di uno studio in via Palestro a Ivrea. E ancora il geometra Gianmaria Fornara, eporediese. Tutti potrebbero essere stati vittime delle tangenti pretese dall'ufficio tecnico comunale negli anni passati, quando sembrava impossibile lavorare senza sottostare alla «mazzetta». Tra gli interrogati anche l'ingegner Piero Pomella, fino a due mesi fa presidente dell'Associazione industriali del Canavese e titolare della Selea, una ditta di sistemi elettronici per il controllo e l'automazione di corso Vercelli. Sulle vicende che hanno reso indispensabile la presenza dell'ingegner Pomella negli uffici giudiziari c'è il più fitto riserbo. Sempre nei giorni scorsi, intanto, il Tribunale della libertà di Torino ha respinto l'istanza di scarcerazione nei confronti delle quattro persone finora arrestate per concussione. Tre sono legate all'ufficio tecnico comunale: l'architetto Angelo Paolo De Scalzi, capo settore, il geometra Dante Beratto, ex archivista, considerato il braccio destro di Descalzi, e l'architetto Giovanni La Barbera, ex responsabile del settore urbanistica e ripartizione. Con loro resta in carcere anche l'architetto Fausto Maga, libero professionista eporediese. I giudici hanno ritenuto opportuno non concedere loro la libertà, come richiesto dai legali. Motivo: potrebbero inquinare le prove finora raccolte. Prove che, comunque, sembrano farsi di giorno in giorno più schiaccianti: dalle testimonianze delle «vittime» emerge un quadro sufficientemente chiaro. Si parla, per esempio, di una tangente di circa 50 milioni versata da Valter Bertoldo, un imprenditore eporediese, per poter costruire su un terreno a Canton Carasso, alla periferia di Ivrea; i soldi sarebbero poi finiti nelle tasche dei responsabili dell'urbanistica cittadina. Addirittura Dante Beratto avrebbe ancora intascato una mazzetta nel 1991, cioè 5 anni dopo essere stato rimosso dall'incarico di archivista dell'ufficio tecnico comunale. Mauro Revello Piero Pomella, ex presidente degli imprenditori (sopra), e (da sin.) Angelo De Scalzi e Dante Beratto
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