Crisi di nervi all'esame

Maturità al liceo Volta, interviene l'ispettore ministeriale Maturità al liceo Volta, interviene l'ispettore ministeriale Crisi di nervi all'esame Insulti e scuse al prof. Coppellotti Possono «saltare i nervi» agli esami di maturità? Sì. E' successo al liceo scientifico Volta, 12° commissione, venerdì, durante il precolloquio di un privatista che presentava il programma di due anni. Dopo aver risposto a domande di italiano e latino, il candidato siede di fronte al professor Francesco Coppellotti per storia e filosofia. Alla terza domanda - è su Cartesio - il ragazzo si alza di scatto, urla insulti e minacce contro il docente e contro la sua famiglia. Sta visibilmente male. Superato il primo attimo di stupore il presidente della commissione lo sorregge per accompagnarlo in corridoio. Il candidato si riprende, rientra, cerca di proseguire. Ha una nuova crisi, si ritira. Riesce appenna a mormorare delle scuse e afferma: «Il mio esame è finito». Il presidente Enzo Fedele dice: «Avevo notato che era molto agitato prima dell'esame. Emozione comprensibile, ma non era riuscito a calmarsi, come di solito avviene, neppure quando si è seduto al tavolo dell'interrogazione». Forse aveva intuito che i due compiti scritti erano andati male e la paura di fallire anche nell'orale lo ha travolto. Ieri il presidente ha riferito tutto all'ispettore ministeriale Marino che risponde: «Spiegherò anche questo nel rapporto a fine maturità». Che cosa può accadere? «Niente, il ragazzo si è ritirato». Ieri alla commissione si è presentato il padre del candidato. «Ho chiesto scusa per quelle cose che mio figlio non avrebbe dovuto dire. Ho pregato i docenti di non sporgere denuncia, anche se riconosco che il ragazzo ha sbagliato, ma forse un po' di torto l'ha avuto anche il professore, perché non ha capito il disagio di un giovane che aveva già dato tre risposte e non ce la faceva più. L'ho detto direttamente al professor Coppellotti. Lui mi ha risposto che l'interrogazione era buona per un privatista. Non lo conoscevo prima. Mi è parsa una persona per bene. Il presidente mi ha riferito che è bravissimo, ma a volte gli piace andare a fondo degli argomenti e i ragazzi si spaventano». Sul caso non ci sarà denuncia, ma la questura è stata informata «per tutelare il docente». Se non proprio spaventati, almeno preoccupati lo sono anche i colleghi di Coppellotti. Preoccupati per gli studenti non abituati al suo modo di interrogare fatto di domande dirette. Quelle che i giovani definiscono «martellanti». La commissione sembra aver trovato un buon accordo: alla dolcezza ed alla comprensione della commissaria di italiano è ora affidata la serenità delle prove. Coppellotti spiega: «Ho fatto a quel candidato una normalissima interrogazione. Purtroppo agli esami quando chiedi di definire un concetto o di ragionare diventi subito eretico o strega». La crisi del ragazzo è stata provocata da quel modo di interrogare? «Non so. Bisogna pur chiedere qualcosa. E comunque seguo sempre con in¬ teresse il discorso di chi mi sta di fronte anche se dice insensatezze. L'ultima cosa che mi interessa è essere arrogante. Credo che lo studente se la sia presa in realtà con se stesso di fronte alle difficoltà e si è scagliato contro di me». Come si comporterà nella formulazione dei giudizi finali? «Dovranno essere complessivi. Il parere di un solo docente non conta». C'è una spiegazione alla crisi del candidato? I compagni che hanno frequentato con lui l'istituto privato per il recupero anni lo ricordano «normale e gentile, tanto da voler fare il servizio civile». La mamma dice: «Lo abbiamo educato all'antica. E' sempre andato bene a scuola. La crisi è cominciata in prima superiore. Da allora è sempre stato rimandato di disegno e gli aggiungevano matematica. In quarta aveva tre esami a settembre. Non li ha dati. Voleva abbandonare tutto, poi ha fatto due anni in uno. E' impegnato in gruppi parrocchiali, suona la chitarra. Un ragazzo di 19 anni, come tanti». Dell'esame aveva paura. «I compagni e gli stessi professori temevano il professor Coppellotti. Dicevano che uno così non dovrebbe fare esami. Erano terrorizzati di ciò che avevano letto sui giornali, erano convinti che fosse capace di quella violenza psicologica propria di chi sa di tenere il coltello per il manico. Fra i giovani ricorreva un incitamento a fare qualcosa contro il professore per non farsi soppraffare. Per ora la maturità è rinviata. Mio figlio farà il servizio civile e riprenderà a studiare». Maria Valabrega Il professor Francesco Coppellotti, già al centro di un caso al liceo classico D'Azeglio per le sue teorie revisioniste sul nazismo, è ora commissario allo scientifico Volta: durante una interrogazione è scoppiata una lite con un privatista