I segreti di Silvana di Angelo Conti

I segreti di Silvana Parla un ex amico: coinvolta in affari di Borsa? I segreti di Silvana Una pista per la polizia Una misteriosa villa di Como, altrettanto misteriosi interessi nell'alta finanza, un occasionale amico di cui mai si era sentito parlare. La difficile inchiesta sulla morte di Silvana Biagetti sembra trovare nuovi elementi ad un anno dalla drammatica fine della ragazza, ritrovata cadavere in un burrone in vai Pellice. L'ultimo input arriva dalla testimonianza di un autista di un ente pubblico, vicino alla cinquantina, separato dalla moglie e piuttosto interessato alle ragazze. Ha conosciuto Silvana, l'ha corteggiata, l'ha soprattutto ascoltata. Si è rivolto ad un giornalista «dopo molti mesi di riflessione». Convinto di essere depositario di verità poco utili alle indagini, aveva preferito tacere: «Ma rileggendo gli articoli usciti in questi giorni ho pensato che quel che non è importante per me potrebbe esserlo per la polizia». Ed ha raccontato la sua storia, che può essere utile alla Squadra mobile. L'autista e Silvana si conoscono in un ristorante di Saluzzo, nell'ottobre del '91. «Era con due uomini - racconta - uno sulla cinquantina e l'altro sulla trentina, eleganti, con il foulard al collo. Lei mi ha subito colpito. Le ho sorriso, mi ha sorriso». Le presentazioni avvengono in bagno, dove la ragazza si reca più tardi e dove l'autista la segue. «Poche parole. Ci siamo presentati. Mi ha detto che si chiamava Roberta, mentendo. Le ho chiesto un appuntamento. Lei ha tentennato, poi ha detto che mi avrebbe visto volentieri due sabati dopo, davanti al bar Galup a Pinerolo». All'appuntamento, nonostante i molti dubbi dell'autista, «Roberta» si presenta. «Era vestita con un giaccone di pelle nera ed una gonna corta. Decisamente attraente. Le ho proposto di andare a cena, lei ha scartato i ristoranti di Pinerolo, siamo andati a Torino». Una serata tranquilla: una corsa verso Torino, una breve sosta prima del castello di Mirafiori, una pizza in un locale di via Nizza, poi il ritorno a Pinerolo. «Roberta», una volta superata la diffidenza, confessa di chiamarsi Silvana, gli racconta del suo mestiere di impiegata. Quella che appare una comune amicizia, ha un risvolto qualche tempo dopo, fra novembre e dicembre. «Una domenica mattina ci siamo visti in piazza Solferino, lei era un po' strana. Mi ha chiesto di accompagnarla a Como, per vedere il lago. In realtà a Como ha voluto essere accompagnata davanti ad una villa, molto elegante, vicina al lago. Non so chi ci abitasse, non me l'ha voluto dire. L'ho attesa per una mezzora, poi siamo tornati a Torino. Nel tragitto mi ha parlato di un giro di azioni, che lei aveva acquistato per conto di altri, persone che non volevano figurare». Il rapporto fra i due termina nell'inverno, sei mesi prima della scomparsa di Silvana. «Ho rivisto la sua foto sul giornale, quando è morta». La testimonianza è interessante per più di un motivo. Non è la prima volta che si associa Saluzzo alla ragazza (fu segnalata nella cittadina cuneese addirittura il giorno della sua scomparsa), non è nemmeno la prima volta che si avvicina Silvana a non chiare manovre finanziarie. Lo spunto viene dall'attività di Bruno Miotti, il giovane imprenditore che fu legato sentimentalmente alla ragazza per 7 anni, prima di morire per malore nel settembre '90. Miotti fu condannato per traffico di stupefacenti (nascosti nella sede della sua «finanziaria») ed è sospettato di un giro di fatture fasulle per alcuni miliardi. Silvana ne conosceva i segreti? Angelo Conti

Persone citate: Bruno Miotti, Miotti, Silvana Biagetti