Il «terriccio d'oro» di L. Ga.

Il «terriccio d'oro» Il «terriccio d'oro» Martedì gli imputati in aula I COSTI GONFIATI DEI TRASPORTI CON una perquisizione nella sede della Sitaf, in corso Svizzera, il 3 luglio del 1990 cominciò l'inchiesta sull'autostrada. Cominciò male: il pm Marini e i finanzieri giunsero non inattesi, lo capirono dalla scarsità di documentazione interessante che vi trovarono. Una conferma indiretta il magistrato la ebbe da insistenti voci d'ambiente: in corso Svizzera quel giorno lo aspettavano. Sarebbe accaduto anche in altre analoghe circostanze. Con questo «handicap», l'inchiesta Sitaf ha comunque messo a segno alcuni grossi colpi e, per uno degli scandali scoperti, quello del «terriccio d'oro», martedì è fissata l'udienza preliminare con imputati il direttore tecnico Gianfranco Campo (abuso d'ufficio); il direttore d'esercizio Rosario Di Bella (corruzione e truffa); l'ex funzionario Sitaf Michele Paciolla (concussione e truffa), il direttore Caf, Ermanno Mauri (truffa), i coniugi Michele Cravero e Giuseppina Silva, proprietari di una cava a Carmagnola, e l'autotrasportatore Guido Scolamiero. Il solo che abbia collaborato con il pm. Si doveva costruire il tratto autostradale Rivoli-Avigliana: i Cravero offrirono 300 mila metri cubi di materiale inerte per sopraelevare le quattro corsie previste. Il geometra Paciolla, che in Sitaf era stato responsabile dei rapporti con i Comuni della Valsusa, propose l'acquisto all'ingegner Campo. La fornitura fu pagata 1140 milioni. Ma una parte del terriccio - 20 mila metri cubi - per il pm non sarebbe mai stata Consegnata al cantiere. Da qui l'accusa di una prima truffa, per 300 milioni. La seconda matura sul trasporto del materiale inerte: le indagini hanno rivelato più di un intreccio pericoloso intorno all'autostrada. Anche quantitativamente, quest'altra truffa sarebbe stata più interessante: avrebbe reso 1200 milioni. Molto semplice il trucco: siccome il prezzo del trasporto aumentava di 500 lire il metro cubo ogni chilometro percorso, bastava spostare in là il punto di partenza dei camion. E' stato accertato che arrivavano nel cantiere Caf anche da dietro l'angolo, ma il trasporto ufficialmente era di 26-30 chilometri. Così i costi sono stati gonfiati. Una tangente di 150 milioni avrebbe consentito le truffe ai danni della Sitaf. La società acquistava a quelle distanze per 15 mila lire il metro cubo e appaltava il lavoro al Caf, che metteva in pista Scolamiero per 7 mila lire. E per costui lavoravano autotrasportatori calabresi di Isola di Capo Rizzuto (Lentini, Verderame, Marchio), alcuni dei quali con pendenze penali per estorsione. Impegnati anche in altre forniture, costoro hanno riempito di fatture false i propri datori di lavoro. Fra i conducenti dei camion c'era un altro calabrese: Domenico Metastasio, implicato nell'omicidio Vizzari e sotto inchiesta anche per estorsione al titolare di un cantiere. [al. ga.]

Luoghi citati: Carmagnola, Isola Di Capo Rizzuto