Negozi chiusi primo turno

Negozi chiusi/ primo turno Negozi chiusi/ primo turno Da domani il 50% degli alimentari La macchina-ferie non si ferma, anche se può essere rallentata dal maltempo. Incurante delle condizioni meteo domani scatta il piano di turnazione dei negozi alimentari e dei locali pubblici. Quest'estate dovremmo riuscire a comperare frutta e pane come nel resto dell'anno, prendere il caffè al bar e cenare fuori. Magari, non proprio nel negozio sotto casa. Non in trattoria, ma al ristorante cinese. La nostra sopravvivenza in città pare assicurata: luglio e agosto dovrebbero trascorrere indenni da «serranda selvaggia». E' la previsione dell'assessorato comunale al Commercio, che come ogni anno ha organizzato, insieme con le associazioni di categoria, i turni di ferie per i commercianti di alimentari e per i locali pubblici. In luglio resterà aperto oltre il 50 per cento degli esercizi, 2298 per l'esattezza. Più delicata la situazione in agosto, con 1221 botteghe in attività. «Scenderemo al 40 per cento per macellerie e panetterie - spiega Rosanna Audi, dirigente dell'assessorato - mentre per i negozi di frutta e verdura e le latterie la percentuale si riduce al 30. Ma non bisogna dimenticare che il latte fresco si trova in molti negozi di alimentari e che d'estate sono aperti i supermercati ed i 32 mercati rionali». Per i generi di prima necessità il primo turno prenderà il via domani, il secondo fra 4 settimane, cioè lunedì 2 agosto. Lo stesso calendario sarà osservato per le chiusure di bar, ristoranti e pizzerie. Per questi esercizi luglio si annuncia con un modesto 30 per cento di saracinesche abbassate, mentre in agosto si passerà al 70%. In luglio lavoreranno 314 ristoranti, 1572 bar, 412 esercizi con doppia licenza. In agosto saranno, rispettivamente, 183,526 e 181. «Molto dipenderà - osserva Fabrizio Lenza dell'Epat - dalle scelte dei torinesi: se dimostreranno di non voler abbandonare la città, la chiusura sarà senz'altro più limitata del previsto». A prendersi un mese di meritato riposo saranno soprattutto i locali delle periferie, da Mirafiori alla Falcherà, abitate dai lavoratori della grande industria, protagonisti del grande esodo (crisi permettendo). In centro, in collina, Borgo Po, Vanchiglia e Vanchiglietta, dove ci sono uffici che continuano l'attività o dove si va in cerca di locali con spazi all'aperto, sarà al lavoro oltre il 40 per cento degli esercizi. «Non assisteremo a chiusure immotivate - dice Ottavio Guala, presidente dell'Ascom - il mondo del commercio torinese è ormai maturo. Lo scorso anno i casi di mancato rispetto del calendario sono stati pochissimi. Comunque, per segnalare difficoltà ed avere informazioni sui punti-vendita più vicini sarà in funzione la nostra segreteria, al numero 55161». Il rispetto dei turni, nel caso dei negozianti, resta affidato alla coscienza del singolo. «La multa prevista dal regolamento comunale è sempre di 200 mila lire - dice Rosanna Audi - per un solo giorno di chiusura immotivata come per un mese. Per i locali pubblici, la cui turnazione dallo scorso anno è regolata da una legge, le sanzioni sono più pesanti: chiusura obbligata da dieci a venti giorni al termine del turno non osservato». [m. t. m.]

Persone citate: Ottavio Guala, Rosanna Audi

Luoghi citati: Borgo Po, Vanchiglia