la sfida del signor Juve

 Bm / Boniperti festeggia i 65 anni sognando lo scudetto nell'austerity la sfida del signor Juve «Sarà l'Avvocato a dirmi: smetti» UNA VITA NEL CALCIO CTORINO HI sei?, «Un juventino». Che cosa vuol dire mettere i capelli bianchi? «Non so, non mi guardo mai allo specchio». Sono volate insieme con queste risposte le primavere di Giampiero Boniperti. Oggi ne conta sessantacinque. Scappa il tempo... Sembra ieri quando firmò il primo cartellino con la Juve. Era il 24 luglio del 1946. Aveva capelli riccioluti e biondissimi. E il tritolo nei piedi. Assieme ai coetanei di Barengo era andato in giro a pubblicizzare il calcio nel Novarese. Lui aveva segnato 70 gol in 17 partite. Poi si fece vivo il Momo, la società del paese vicino. E siccome nell'Italia della ricostruzione erano importanti pure le piccole storie di campanile, il Momo fece firmare il cartellino al baby-bomber per battere l'Intra. Missione compiuta, appunto con 2 gol di Boniperti. Cominciò quel pomeriggio del '46 il romanzo del biondino di Barengo. Firmò e si lasciò alle spalle i giorni spensierati della caccia con il papà e delle frequentazioni nelle risaie, quando portava i calzoni alla zuava e consumava con sguardi maliziosi le gambe delle mondine. Un amico (Voglino) lo presentò ad un altro amico (Perone), il quale ragguagliò Felice Borei, detto Farfallino. Grandine di gol pure nella prova decisiva. «Alla Juve è nato un settimino», scrisse Carlo Bergoglio, detto Carlin. Giampiero aveva 18 anni, però già fiutava gli affari come ii più scafato dei mercanti. L'accordo fu raggiunto così: la Juve avrebbe dovuto versare 52.175 lire al Momo, al giovanotto ne toccavano 6200. Il biondino puntò i piedi e fece correggere la scrittura (si può controllare nel documento riportato in alto): 7200 a lui, 51.000 al Momo. Nel dopoguerra, l'Italia si rimboccava le maniche. Un chilo di pane costava 45 lire, uno di carne 445. Oggi, quell'ingaggio equivarrebbe a 266 mila lire e il cartellino a 1 milione e 887 mila! Giovanni Agnelli intuì subito di avere alle dipendenze un computer del gol che era pure una calcolatrice. IVrciò, dopo i 5 scudetti vinti da calciatore, Boniperti si vide assegnare alti incarichi dirigenziali. Andiamo avanti... E' una notte d'estate del '72, Boniperti è presidente da un anno. Nel celebrare lo scudetto n° 14, l'Avvocato rivela nell'immenso salone dei Principi di Piemonte che il biondino era tanto astuto da chiedere a conguaglio, al momento di aggior- nare l'ingaggio, le due vacche più belle e naturalmente gravide. Giampiero si alzò, si avvicinò ai fratelli Giovanni e Umberto, sfoderò un sorriso a salvadanaio e confessò: «Con due mezze ali così, sono costretto a vincere ancora tanto». Una profezia: arricchì la bacheca di 9 scudetti e di un oceano di Coppe. E oggi ecco il signor Juve, monumento del calcio che indossa il solito abito (anche mentale) tagliato con rigore subalpino, serio e silenzioso al punto da trasformare il riserbo in uno stile. Non è disposto ad accogliere in ufficio i maneggioni che mangiano pane, compromessi ed espedienti. Forse per questo rifiuta certe filosofie moderne. E si mangia le unghie pensando con nostalgia al portiere Carmignani, che nel luglio del '72 voleva buttarsi dalla finestra dell'hotel di Villar Perosa, convinto ad accettare l'ingaggio da lui proposto, dopo un colloquio longo come l'eternità. Giampiero è un uomo intransigente, taglia in due il mondo, come per spiegare che da una parte c'è il bene e dall'altra il male. E sembra dire: chi non sta con me, è contro. Oggi convive con due massime: la prima (da far rispettare) è scritta su due palline rosse di cristallo che tiene sopra la scrivania («Si prega di non farle girare»); la seconda (da rispettare) è custodita nella sua testa ed è un recente messaggio di Giovanni Agnelli: «Le cose migliori Giampiero le fa nei periodi di ristrettezza». Orgoglioso e ostinato com'è, è capace di armonizzare uscite ed entrate del bilancio prima del 15 di luglio in modo da regalare alla famiglia juventina il centrocampista che manca. Se potesse, agguanterebbe al volo il milanista Rijkaard, magari per utilizzarlo soltanto la domenica, e forse dopo la partita lo lascerebbe libero di farsi i fatti suoi nei restanti sei giorni della settimana. Il profilo di Boniperti viene fuori attraverso le battute (rare per la verità) che di volta in volta offre a chi spera in una maxintervista. Chi è l'Avvocato? «Se la Juve è una delle realtà più belle del calcio, Giovanni Agnelli è uno dei personaggi più straordinari dell'intera storia industriale. Lui e la Juventus sono un'unica entità». La Juventus le somiglia? «Identico carattere». Che cosa significa Juventus? «Professionalità e lealtà; stile e stiletto». Quando smetterà con il calcio? «Quando me lo diranno loro, i fratelli Giovanni e Umberto». Come definirebbe Trapattoni? «Un volpone, un uomo pulito, un ragazzo che si guadagna la pagnotta con il sudore». Roberto Baggio e Vialli? «Il primo ha un rapporto straordinario con il pallone. E' un leader. Gianluca ha tutto per imitarlo». E Platt? «Dicono che somigli a Tardelli. Lo volesse Iddio!». Che cosa è Schillaci per lei? «Gli voglio molto bene, quando lo critico è solo per il suo bene». In che modo lei avrebbe giocato insieme con Platini? «Da ragazzo davanti a lui, da vecchio alle sue spalle, naturalmente». Boniperti ha vinto tanto, bella forza, dietro c'è la Fiat!, disse Rozzi un giorno. «Ma ebe ne sa lui, quando mai gli toccherà dirigere un grande club!». Che ne dice dei teppisti? «Che andrei a prelevarli allo stadio e li sbatterei in galera». Che cosa pensa dell'audience? «Che spicca il volo quando il monitor è invaso dal bianconero». Tante le pagine da sfogliare, ogni capitolo un successo. Proprio una storia infinita. Auguri, vecchio giovane Giampiero! Angelo Caroli Non si guarda allo specchio per non vedere i capelli bianchi e ha fiducia nel futuro: «Baggio è leader, Vialli può imitarlo» A fianco, il primo contratto tra Boniperti e la Juve E' il 24 luglio del '46, il Momo ricava dall'affare 51.000 lire, Giampiero 7200. Come si nota, l'estensore del documento commette un errore nella data di nascita 14 invece che 4 luglio del 1928; sotto, il cartellino che Boniperti aveva firmato il 9 febbraio per il Momo il _6àUiat<rrt 4-r ia Sfitti m „ i frkStMK f t MS#-- - SS UMANA GlUUtO ULUU A.C. UCKO con <««« n. ,n ut. mf0&*BaI'* WH'IM", (, .. fi tptlttnu del' ■M ********** T.C0nW>. 0 •■?*,7,lS*Ì, SOCIHA' CEDIKTE Bm ILWUOCATOtt / rio^i-A**"- ^ oa.tau.-U la0 (ivoft F. c* lenoni ItilT 11 JQ^éL— - Borni zi m 1946 ■

Luoghi citati: Barengo, Intra, Italia, Piemonte, Villar Perosa