Trentamila miliardi di aiuti dalla Cee

Stanziamenti per il quinquennio '94-'99. Tra le località soccorse Aosta, Novara e Torino Stanziamenti per il quinquennio '94-'99. Tra le località soccorse Aosta, Novara e Torino Trentamila miliardi di aiuti dalla Cee Arrivano i finanziamenti per Mezzogiorno e aree in crisi BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' finita alle quattro di ieri mattina, dopo una maratona di 17 ore di discussioni', la riunione del Consiglio dei ministri della Cee dedicata ai «Fondi strutturali»: ima torta da 250 mila miliardi di lire le cui fette, da distribuire tra il 1994 ed il '99, fanno evidentemente gola a tutti i dodici Paesi membri, che hanno"disputato fino all'ultimo per ogni dettaglio. Alla fine un accordo è stato trovato, ma la delegazione irlandese ha posto una riserva che solo il Parlamento di Dublino, la prossima settimana, potrà sciogliere. In caso contrario, il «no» irlandese varrà come un veto, rinviando di almeno sei mesi la benefica pioggia di miliardi. «Abbiamo ottenuto un discreto successo», ha detto il ministro degli Esteri Beniamino Andreatta, che affiancato dal collega del Bilancio Luigi Spaventa, ha visto accolte nella notte «tutte le richieste italiane». L'Italia, unico dei Paesi Cee, ha perduto i Fondi per una regione, l'Abruzzo, che secondo i nuovi calcoli del Pil ha superato la soglia fatidica del 75% del prodotto lordo medio della Comunità. Ma in compenso i fondi per le altre regioni del Mezzogiorno vengono quasi raddoppiati (erano 17 mila miliardi nel quinquennio 1989-93, saranno ora 30 mila). E grazie ad un difficile compromesso, i fondi destinati alle zone a «declino industriale» non solo non dovrebbero diminuire, ma anzi aumentare, coprendo ancora Torino, che rischiava di restare esclusa, ed anche «alcuni milioni di abitanti» in più rispetto al passato. Ma andiamo pei1 ordine. In dicembre, al vertice di Edimburgo, i Dodici avevano deciso di aumentare i Fondi strutturali a 141 miliardi di Ecu (circa 250 mila miliardi di lire, appunto). Aggiungendovi 15 miliardi di Ecu (26 mila miliardi di lire) del «Fondo di coesione», istituito affinché i quattro Paesi «poveri» (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna) mettano le proprie economie al passo con quelle dei partner, in vista dell'Unione economica e monetaria prevista dal Trattato di Maastricht. Proprio Maastricht, paradossalmente, rappresenta ora un pericolo per l'erogazione di quei fondi. Una volta entrato in vigore, infatti, il Trattato consentirà al Parlamento europeo di esercitare nuovi poteri in materia di bilancio: un'ipotesi che potrebbe far saltare i compromessi fino ad ora raggiunti dagli Stati. Per evitare il rischio, al vertice di Copenhagen i Dodici hanno deciso di concludere i negoziati entro la fine di questo mese. L'accordo di ieri, Irlanda permettendo, verrà esaminato dal Parlamento europeo tra una decina di giorni, per poi essere definitivamente approvato dai ministri, nella prossima riunione del 19 luglio. La battaglia non è stata delle più facili. I tedeschi hanno ottenuto l'inserimento formale di tutta l'ex Germania Est nei fondi dell'Obiettivo 1, destinato alle regioni in ritardo di sviluppo. La Spagna è riuscita a piazzare nella lista dei «beneficiati» la Cantabria, e la Gran Bretagna le Alte terre e le isole scozzesi, nonché la regione di Liverpool. Ma per poter soddisfare il Belgio, che chiedeva i fondi per la regione del Hainaut, si è dovuto accontentare anche la Francia, che ha avuto lo stesso trattamento per la sua omonima regione, e l'Olanda, che è riuscita a far considerare come regione la Flevoland, cioè i sobborghi di Amsterdam, che regione non sono. Quanto all'Italia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia vengono confermate nella lista delle re¬ gioni che godranno degli aiuti. Sarà su di loro che, se tutto andrà bene, pioveranno 30 mila miliardi di Ine in fondi Cee, sotto forma di rimborso al 75% degli investimenti dello Stato. Gli Abruzzi, invece, sono rimasti decisamente fuori, perché il prodotto lordo della regione, all'89,6% della media Cee, supera ampiamente il tetto del 75% fissato come condizione (flessibile) agli aiuti. Ma Andreatta e Spaventa sono comunque riusciti a strappare un compromesso, e la Cee concederà all'Abruzzo un «atterraggio morbido»: tre anni in cui gli aiuti caleranno fino a scomparire, ma gradualmente. Il rischio grosso, per l'Italia, era che i cassintegrati, non considerati come disoccupati dall'Istat, facessero apparire più prospere di quanto non siano le regioni del Centro-Nord colpite da «declino industriale». In pericolo erano dunque gli aiuti per Aosta, Torino, Novara, Sondrio, Rovigo, Genova, Livorno, Piombino, Prato, Pesaro-Urbino, MassaCarrara, Terni, Spoleto e Prosinone: tutte «beneficiate» dall'Obiettivo 2 dei Fondi. Per fortuna, come ha spiegato Andreatta, i Dodici hanno accettato di tener conto del «decremento dell'occupazione industriale in ciascun Paese rispetto alla Comunità», il che potrà far aumentare «di alcuni milioni di abitanti il territorio cui si applicano gli aiuti per l'Obiettivo 2». Resta ancora da superare lo scoglio irlandese. I «Fondi strutturali» possono essere regolati e divisi tra i Paesi solo all'unanimità. Un no irlandese, dunque, equivarrebbe ad un veto. Se così fosse, il Consiglio non potrebbe approvare definitivamente il pacchetto entro luglio, e tutto rischierebbe di saltare. Il Parlamento europeo, infatti, non rinuncerebbe di certo ad esercitare i suoi nuovi poteri, rimettendo in discussione quello che il presidente di turno della Comunità, il belga Willy Claes, ha definito «un importante contributo alla lotta contro la recessione economica e la disoccupazione». Fabio Squillante Dalle Regioni pochi progetti mentre lo Stato non dà anticipi Bruxelles minaccia: il denaro verrà impiegato in altri Paesi AIUTI ALLE PROVINCE COLPITE DA DECLINO INDUSTRIALE TORINO NOVARA AOSTA PESARO FIRENZE MASSA SONDRIO TERNI ROVIGO SPOLETO GENOVA LIVORNO FR0SIN0NE AIUTI ALLE REGIONI IN RITARDO DI SVILUPPO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA MOLISE PUGLIA SARDEGNA SICILIA In alto, Il ministro degli Esteri Nino Andreatta Sotto, il ministro del Bilancio Luigi Spaventa

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta, Fabio Squillante, Luigi Spaventa, Nino Andreatta, Spaventa, Willy Claes