SCHWARZENEGGER

«L'ultimo grande eroe», un disastro: battuto soprattutto da «Jurassic Park» «L'ultimo grande eroe», un disastro: battuto soprattutto da «Jurassic Park» SCHWARZENEGGER Crolla il colosso d'argilla LOS ANGELES. Per i boss della Sony-Columbia, questa doveva essere un'estate di gloria e champagne. «L'ultimo grande eroe», non c'erano dubbi, sarebbe stato un successo di proporzioni colossali. Mentre Arnold Schwarzenegger si confermava re incontrastato del botteghino, loro sarebbero stati riconosciuti e premiati per fiuto e lungimiranza. Forse, chissà, sarebbero anche riusciti a battere i dinosauri di «Jurassic Park». Ma a due settimane dalla presentazione de «L'ultimo grande eroe», nello studio di Culver City l'umore è nero, i nervi tesissimi. Nessuno parla, se non per accusare anonimamente i colleghi e per tentare di salvare la propria reputazione con il balletto dei «Io-ve-lo-avevo-detto». Anche Schwarzenegger, sempre così solerte nel corteggiare la stampa del mondo intero, è diventato irreperibile. Già, perché mentre il film di Steven Spielberg continua a battere record su record e, di questo passo, potrebbe addi¬ rittura superare «E.T.», il film di Schwarzenegger è entrato nel club dei grandi disastri della storia di Hollywood. E' diventato un simbolo di tutto ciò che è sbagliato con il sistema di produzione degli studios. E c'è chi si domanda se il titolo era profetico: «The last action hero» verrà ricordato come l'ultimo film di azione ad alto budget? Con circa 30 milioni di dollari di incassi in due settimane, qualunque altro film verrebbe giudicato un successo. Ma tra produzione é marketing, «L'ultimo grande eroe» è costato oltre 100 milioni di dollari. Significa che la Columbia, per andare in pari, deve incassarne almeno 120 solo negli Usa, un obiettivo ormai impossibile. Durante il primo weekend ne ha incassati 15, ben al di sotto delle previsioni. Col secondo sono scesi a otto, segno che chi lo ha visto non lo consiglia. E adesso le proiezioni indicano che se andrà bene il film di Schwarzenegger farà 60 milioni. Peggio: è relegato in quarta posizione, superato non solo da «Jurassic Park», ma anche da «Sleepless irt Seattle» e «Dennis the menace». Un affronto umiliante e imbarazzante. «L'ultimo grande eroe» è la storia di un bambino che, grazie a una cartolina magica, riesce a penetrare nel mondo di celluloide del suo eroe dello schermo. Quando la Columbia comprò la sceneggiatura, doveva essere un film grazioso e dal budget modesto. Ma poi venne coinvolto Schwarzenegger. E da quel giorno tutto ha assunto proporzioni diverse. Solo il suo cachet è di 15 milioni di dollari. A quel punto, regista, effetti speciali, tecnici del suono, assistenti di produzione possono essere solo di prima categoria e i costi iniziano a lievitare. La sceneggiatura va riscritta, tagliata su misura sulla sua star che pretende anche il titolo di produttore esecutivo. E se alla fine cinque sceneggiatori diversi vengono fuori con una storia confusa e che non regge più, pazienza. Con Schwarzenegger, pensano alla Columbia, non si può sbagliare. Quando appaiono dunque i primi articoli che indicano che i test con il pubblico hanno dato risultati scoraggianti e che il budget è andato alle stelle, alla Columbia non sanno bene cosa fare. Colti improvvisamente dal dubbio di essersi imbarcati in un'avventura folle e dall'esito tutt'altro che sicuro, vanno in panico. Si scagliano contro la stampa, facendo seguire alcuni reporter da investigatori privati e rompendo i rapporti con il Los Angeles Times (poi ricuciti). Ma la tattica si ritorce contro e finisce per generare solo altra attenzione negativa. Poi arrivano le critiche, che per lo più buttano giù il film. E, sin dal suo primo giorno di programmazione, «L'ultimo grande eroe» è praticamente spacciato. Ecco così che il management della Sony-Columbia, che aveva grande bisogno di un film di successo per risollevare le sorti dello studio, si ritrova invece a meditare e recriminare su tutto ciò che è andato storto. Una sconfitta resa tanto più cocente dal fatto che «Jurassic Park» viene distribuito dalla Universal. E la Universal è di proprietà della arcirivale Matsushita, che potrebbe, solo con il film di Spielberg, venire fuori con un profitto nell'ordine dei 300 milioni. Senza contare il merchandising. Pare anzi che nel corso di una convulsa riunione Peter Guber, il presidente della Sony Pictures, si sia lasciato scappare questa frase: «Ma perché non abbiamo comprato i diritti di quel libro sui dinosauri?». Lorenzo Soria Il film è costato più di 100 milioni di dollari, ed è relegato al 4° posto. Per andare in pari la Columbia avrebbe dovuto incassarne 120. Invece ne ha recuperati soltanto 15 Schwarzenegger invincibile. suo mito ora non regge più: ha preso un cachet di 15 milioni di dollari

Luoghi citati: Columbia, Culver City, Hollywood, Los Angeles, Seattle, Usa