Un'Alleanza in rosa per il Campidoglio di Raffaella Silipo

Un'Alleanza in rosa per il Campidoglio Un'Alleanza in rosa per il Campidoglio E POLITICA PROGRESSISTA oggi non è chi chiede tutela e privilegi, ma diritti e responsabilità». Con questa affermazione Miriam Mafai ha aperto idealmente la «Convenzione delle donne verso l'Alleanza Democratica», che la vede promotrice accanto a Giovanna Melandri, Giulia Rodano e molte «donne autorevoli»: giornaliste, imprenditrici, giuriste, magistrati, deputate. Nodo centrale? Il ruolo femminile in politica. Più in concreto, il ruolo che le donne potranno, e dovranno, avere, in vista delle elezioni comunali a Roma, Napoli e Palermo il 21 novembre. «Attenzione, non vogliamo riproporre lo slogan "Donna vota donna" - ha detto la Mafai -. E' assolutamente superato, con la fine del sistema proporzionale. Per vincere, bisogna essere votate da donne e uomini. Ma si può pensare a una lobby di donne che sostenga candidate autorevoli. Non penso a un'organizzazione femminile a lettere di Ad: vorrei si intervenisse sull'elaborazione del programma, travasandovi le idee». «Sicuramente il maggioritario rischia di penalizzare le candidate donne». Mariolina Sattanino, giornalista del Tg3, ieri ha firmato per Alleanza, ma insiste su un discorso generale. «Siamo in un periodo confuso, ma non sono pessimista: sta nascendo il nuovo. Non è giusto rimanere a guardare, evitare di impegnarsi di persona, continuare a criticare e chiedere la fine del sistema. E poi io credo fermamente nella trasversalità: negli Anni 80 non era possibile: il dibattito si arenava per troppa "militarizzazione", settarismi, strozzature del potere. Ora c'è una vasta area laico-progressista in cui lavorare». Alleanza, con juicio, per Livia Turco, responsabile del settore femminile del pds. «Non sono interessata ad Ad, se rappresenta solo la riaggregazione del centro con il vecchio ceto politico - dice -. Mi va bene se diventa un luogo di confronto della cultura di sinistra e progressista». E insiste: «Bisogna trovare forme di auto-organizzazione delle donne, perché diventino soggetto politico». Ma qual è la ragion d'essere di un movimento al femminile? «Le donne sono più pragmatiche e possono dare un contributo notevole alla democra¬ zia - dice la Sattanino -. I temi che ci stanno più a cuore, come quelli dei servizi e della vita nelle grandi città, sono comuni a tutti. E poi ormai siamo tantissime, a lavorare e fare politica, eppure le regole sono sempre le stesse che nella società patriarcale. Io sento l'esigenza di cambiare dall'interno i meccanismi, anche se non a tutte piacerà: significherà anche rinunciare a certi privilegi». Quanto di «femminismo storico» c'è in questa iniziativa? «La nostra proposta non può non rifarsi al femminismo - dice Giovanna Me¬ landri -. Ma deve andare oltre: il nuovo polo progressista deve superare l'equazione per cui le politiche per la famiglia significavano la limitazione dell'autonomia femminile. Proprio in nome della libertà delle donne, invece, vanno impostate proposte concrete». Non tutte le presenti sono comunque d'accordo. Luisa La Malfa definisce «deprimente» un movimento femminile di Ad, e per la giurista Carla Sepe, in vista delle amministrative di Roma, «non bisogna fare la figura delle questuanti, ma creare alleanze serie tra Ad e altre forze». «La spaccatura esiste - commenta la Sattanino -: fra le 30/40enni che hanno esperienze concrete di impegno e chiedono il "diritto alla normalità", e le femministe storiche, che fanno un discorso astratto, ideale, spesso così mascherando le frustrazioni. La solidarietà fra donne per loro è un teorema, un punto di partenza. Per noi, al massimo, un punto d'arrivo. E io non accetto prevaricazioni, né dagli uomini né dalle donne». Raffaella Silipo La Mafai: una lobby femminile che sostenga candidate alle comunali di novembre Foto grande la giornalista del Tg3 Mariolina . Sattanino Qui accanto Miriam Mafai

Luoghi citati: Napoli, Palermo, Roma