Trentin: «Ci saranno dei dissensi » di Flavia Amabile
Trentin: «Ci saranno dei dissensi Trentin: «Ci saranno dei dissensi » E Bertinotti chiede già un congresso straordinario LA CGIL SPACCATA UROMA N esperimento, «un compromesso», «luci ed ombre», «ci saranno dissensi»: le definizioni che Bruno Trentin, segretario generale Cgil, elargisce hanno il sapore dimesso dell'intesa mandata giù a fatica. Né sarebbe possibile altrimenti. Per Trentin l'accordo arriva alla fine di una giornata che gli ha già anticipato le difficoltà dei prossimi giorni. In mattinata, si era riunito e spaccato il direttivo Cgil sulla posizione da assumere. Quando alle tre del pomeriggio Trentin è uscito dalla riunione con il 75% dei consensi a favore dell'accordo, sapeva anche che non era un gran successo quello raggiunto. Perché a schierarsi contro erano stati pezzi importanti della confederazione. L'ala oltranzista, Essere sindacato, che fa capo a Fausto Bertinotti, chiede che l'accordo venga respinto e la convocazione di un congresso straordinario perché dal congresso di Rimini era emersa la proposta di un accordo sulle relazioni industriali che prevedesse un sistema di indicizzazione dei salari, «mentre l'accordo che si va profilando è fondato sulla scomparsa di qualsiasi elemento di indicizzazione». Bertinotti a parte, a schierarsi contro il sì è stato anche il cosiddetto «terzo polo». La loro richiesta era di sospendere la trattativa in attesa degli esiti delle consultazioni tra i lavoratori. Una richiesta che ha l'appoggio di Ghezzi (segretario della Camera del Lavoro di Milano), Brutti (segretario aggiunto della Filt), Nerozzi (segretario aggiunto, della funzione pubblica), Campagnoli (Camera del Lavoro di Bologna), Lucchesi (segretario confederale), Agostinelli (segreteria regionale lombarda). Si è delineata già da ieri l'opposizione di una serie di pezzi da novanta che a partire da lunedì faranno sentire il loro peso nelle fabbriche e che minacciano di rendere difficile la consultazione che la Cgil deve condurre tra i lavoratori per arrivare il 22 luglio alla firma dell'ac¬ cordo. Il sospetto è che, alla fine, la situazione non sia molto diversa da quella del 31 luglio scorso, dell'accordo che cancellò la scala mobile e per un mese tenne in sospeso le sorti di una Cgil lacerata in due. Trentin non lo ammetterebbe mai, lui porta ancora addosso le cicatrici di quella lunga notte, e ieri sosteneva che fra le due intese «c'è un abisso», che quest'intesa «mette in congelatore il 31 luglio». Ma le cri- tiche che gli piovono addosso sono le stesse di allora. Trentin non nasconde che «ci saranno dissensi»,' che «ci sono zone che daranno dei problemi». La sua speranza è che i lavoratori possano capire che quello di ieri «è l'accordo migliore che si poteva raggiungere nella situazione data. Difficilmente avremmo potuto conseguire un risultato migliore tra qualche mese o addirittura in autunno come pretendeva Abete». E spiega che ci sono «luci ed ombre» nel documento del governo. «Esistono delle ombre laddove si regolamenta la contrattazione decentrata e dove si definiscono i compiti delle rappresentanze sindacali unitarie spesso con qualche elemento di confusione che dovremmo tentare di superare sul campo dell'esperienza concreta. Oltre le ombre, però, ci sono anche le luci. Ancora due mesi fa era contestata dalle controparti la possibilità di riconoscere un sistema di contrattazione nazionale ed uno di contrattazione decentrata. Il principio dei due livelli è sancito. Così come si afferma la contrattazione di aumenti retributivi a livello aziendale che si volevano esenti dalla contribuzione previdenziale». Ma quest'accordo garantirà le buste paga? «Molto dipenderà dall'esito dei contratti, dai rapporti di forza e dalla situazione economica in cui si svolgeranno i negoziati». Flavia Amabile Bruno Trentin segretario generale della Cgil Per lui si è firmato «forse il miglior accordo possibile nell'attuale situazione economica del Paese»
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