«I Carabinieri armano la polizia di Mahdi» di Raffaello Masci

«I Carabinieri armano la polizia di Mahdi» «I Carabinieri armano la polizia di Mahdi» L'Europeo: «girati» al capoclan i mitra sequestrati ROMA. La notizia è di quelle che fanno effetto: «I carabinieri italiani presenti a Mogadiscio stanno riarmando la polizia somala fornendole migliaia di Kalashnikov». Ma non è tutto: «Le truppe italiane hanno ottenuto dall'Onu l'incarico (tenuto finora segreto) di distribuire armi alla neonata polizia in tutta Mogadiscio, anche oltre la zona da loro controllata. Le armi sequestrate finora ai ribelli sono state consegnate in questi giorni a tremila poliziotti somali, pagati tre dollari al giorno e, mensilmente, con 14 chili di grano e uno di zucchero». A scrivere è 1'«Europeo» nel numero che sta per andare in edicola. Le informazioni appaiono chiare e circostanziate e suonano come una pesante accusa all'Arma. Al Comando generale dei carabinieri gli alti ufficiali cadono dalle nuvole e smentiscono nel modo più assoluto. Tutto falso dunque? Saremmo di fronte, secondo l'Arma, a quello che nella filosofia medioevale si chiamava un errore «cum fundamento in re» (con fondamento nella realtà). Ci sarebbero cioè cose vere mescolate a «menzogne». Intanto è vero che già ih questo momento si trovano a Mogadiscio 90 carabinieri paracadu¬ tisti, che fanno parte del contingente italiano e svolgono compiti di polizia. E' vero anche - e lo dichiarano gli stessi carabinieri - che circa due mesi fa l'Onu ha chiesto al governo italiano - e questo ha girato l'incarico ai carabinieri - di provvedere all'addestramento della polizia somala. «E' solo un progetto a cui stiamo lavorando - dice il colonnello Baldassarre Favara responsabile delle relazioni esterne dell'Arma - ma la possibilità di realizzarlo è legata al ritorno della pace e della legalità in quel Paese. Quanto al riarmo invece, lo escludo nel modo più assoluto». Peraltro dare armi alla polizia, in questo momento, signifi- cherebbe sostenere di fatto la fazione di Ali Mahdi, il presidente ufficiale. L'idea comunque che i nostri carabinieri possano istruire la futura polizia somala non è inedita. Infatti fin dai tempi dell'occupazione coloniale e per tutto il periodo del mandato fiduciario (cioè fino alla fine degli Anni 50) la polizia somala è stata sempre addestrata dai Carabinieri italiani. Non solo, ma molti somali hanno fatto parte dell'Arma e, tra questi, lo stesso Siad Barre che ha ricoperto il grado di maresciallo, e ha poi inviato i suoi «ufficiali di polizia» a formarsi nelle nostre accademie militari. Dunque niente di nuovo sotto il sole, ribadiscono i carabinieri che, quando si tratterà di partire per le terre dell'ex impero, non si tireranno indietro. Per addestrare le forze dell'ordine secondo l'Arma sarà necessario impiegare non più di un centinaio di carabinieri. Altre fonti calcolano che bisognerà mandare in Somalia almeno un battaglione, trecento uomini. Già molti ufficiali e carabinieri semplici starebbero valutando con un certo interesse questa «spedizione addestrativa», allettati dalle voci sulle paghe: 10 mila dollari mensili oltre allo stipendio per gli ufficiali e circa la metà per la truppa. Comunque, se le accuse dell'«Europeo» - secondo l'Arma non avrebbero ragion d'essere, restano invece da chiarire quelle riportate dal mensile dei padri Comboniani, «Nigrizia», secondo cui l'Italia starebbe riorganizzando e largamente foraggiando - in un modo definito «sciagurato» - «la nuova polizia» (si intende dunque quella di Ali Mahdi). A occuparsi di questo compito con i soldi degli italiani - stando sempre alle accuse dei missionari Comboniani - sarebbe uno dei personaggi più squalificati dell'«ancien regime» somalo, il generale Amed Golehow, noto torturatore al soldo del Sismi, che starebbe «vestendo, armando e addestrando tremila poliziotti reclutati soltanto tra la sua tribù, gli Hawiya». In sintesi - è l'accusa di «Nigrizia» «militari italiani» (non meglio definiti) starebbero addestrando un'altra pericolosa milizia. Solo accuse infondate anche queste? Raffaello Masci

Persone citate: Ali Mahdi, Amed Golehow, Baldassarre Favara, Siad Barre

Luoghi citati: Italia, Mogadiscio, Roma, Somalia