La ninfa di Rea vince lo Strega di Domenico ReaMirella SerriDomenico Rea
73 voti più della Maraini 73 voti più della Maraini La ninfa di Rea vince lo Strega Tv] ROMA PLENDE la «Ninfa» nella m notte: ieri sera al Ninfeo l |Idi Valle Giulia, poco pri^Ima della mezzanotte, è scoccata l'ora del trionfo di Domenico Rea che con Ninfa plebea (Leonardo) è il vincitore della 47a edizione del Premio Strega. Rea ha. ottenuto 154 voti; 81 sono andati a Dacia Maraini (Bagheria, Rizzoli), 64 a Clara Sereni (Il gioco dei regni, Giunti), 53 a Rossana Ombres (Un dio coperto di rose, Mondadori) e 21 a Emilio Tadini (La tempesta, Einaudi). Cesare Garboli ha letto i voti: hanno consegnato le loro preferenze 377 elettori su 410 Amici della domenica. Con il premio assegnato alla storia della sensuale ninfetta sullo sfondo della prima guerra mondiale, Rea corona così la sua lunga carriera iniziata nel 1947 con Spaccanapoli. A determinare la sua ascesa al podio c'è stata non solo la mobilitazione della Mondadori a favore della consorella Leonardo ma anche una consistente confluenza di forze. Si era preannunciata abbastanza tranquilla questa edizione del premio sponsorizzato dal famoso liquore. Ma nelle ultime settimane non sono mancate le tachicardie e i battiti accelerati. In primavera, alla presentazione dei concorrenti, si prevedeva un finale-braccio di ferro tra due «signore della letteratura»: Dacia Maraini e Clara Sereni. Così non è stato: è arrivata a scompigliare le carte la candidatura di Domenico Rea. Fra i tredici concorrenti della preselezione aveva fatto, a sorpresa, un balzo al primo posto in cinquina Rossana Ombres. Domenico Rea Orfana della sua casa editrice, schierata per l'autore di Spaccanapoli, la Ombres, ha corso da solitaria amazzone, addirittura facendo viaggi di propaganda «elettorale» per la penisola, per acquistare il favore e le schede degli Amici della Domenica, votanti allo Strega. A sostenere Rea non c'è stata solo la mobilitazione del colosso di Segrete. Ma anche i fedelissimi della Newton Compton, casa editrice romana, che quest'anno non partecipa al Premio, si sono schierati dalla sua parte. A dar manforte allo scrittore salernitano è stata poi la Camunia, il suo direttore editoriale Raffaele Crovi, il cui autore Roberto Besana era stato escluso dalla cinquina. La Sereni era partita come favorita con II gioco dei regni, la bella e suggestiva narrazione che attraversa la vita di tre generazioni e descrive gli avvenimenti più importanti del secolo, la Russia rivoluzionaria, le galere fasciste, i lager nazisti e le guerre mondiali. Ma non aveva avuto un brillante risultato, finendo all'ultimo posto della classifica. La Maraini con Bagheria, un malinconico e affascinante amarcord siciliano, aveva anche lei nella preselezione smentito le attese dell'inizio, ma ha conquistato il secondo posto. Quest'anno lo Strega ha offerto dei finalisti di gran classe, che ci riportano ai tempi gloriosi della competizione: proprio come quando, nel 1951, era nella cinquina d'«oro» lo stesso Rea, insieme a Carlo Levi, Alberto Moravia, Mario Soldati e Corrado Alvaro, il vincitore di quella edizione. Mirella Serri Domenico Rea
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