I gesuiti: sì alla pillola antistupro
«La donna, per sottrarsi alla gravidanza, può ricorrere all'anticoncezionale» «La donna, per sottrarsi alla gravidanza, può ricorrere all'anticoncezionale» I gesuiti; sì alla pillola antistupro «Ma per casi eccezionali, come in Bosnia» CITTA' DEL VATICANO. Via libera vaticana alla pillola ma solo per le donne in pericolo di stupro. E' l'ultima parola in una materia così delicata e controversa e viene da «Civiltà cattolica», la rivista dei gesuiti le cui bozze sono preventivamente lette ed approvate dalla Segreteria di Stato. L'articolo, scritto dal moralista padre Giacomo Perico, parte dal dibattito suscitato dalle notizie di suore e donne stuprate in Bosnia, ricorda le missionarie in Africa con la pillola negli Anni Sessanta per arrivare subito al nodo del problema con una conclusione che allarga la casistica: di fronte al pericolo di una violenza risulta «moralmente lecito che la donna, per sottrarsi alla possibile gravidanza, ricorra all'unico mezzo disponibile cioè all'anticoncezionale». Attenzione però: tale comportamento preventivo è «profondamente diverso» da quello delle donne che si servono degli anticoncezionali per determinare volontariamente il blocco della fertilità; in quest'ultimo caso si tratta di azione giudicate «moralmente illecite», come recita la dottrina cattolica sull'argomento. Nel ragionamento di «Civiltà cattolica» si coniugano elementi diversi della morale, riassunti anche nel Catechismo ed applicati - ecco la novità - allo stupro, visto da padre Perico come un concentrato di azioni illecite ed offensive per la dignità della persona: si viola il principio del rispetto del corpo e della sua integrità, è un atto cattivo, compiuto con odio, perpetua un danno ed un'offesa che può portare pregiudizio allo sviluppo della persona. «Per la donna violentata il rapporto sessuale non ha nulla a che vedere con l'atto d'amore tra due coniugi, per il quale soltanto vige la legge dell'apertura alla vita, ma è solo una brutale aggressione alla sua dignità personale e alla sua libertà, in una materia così delicata ed importante qual è quella dell'atto procreativo». Così «se la donna rende sterile quel rapporto sessuale estorto con la violenza è solo perché intende salvare valori che sono di somma importanza dal punto di vista psico-affettivo per il suo futuro». Nell'articolo non si spiega però come riconoscere le situazioni a rischio da quelle in cui si vuole soltanto impedire la fecondazione e si ammettono due piani di li- ceità: la pillola come prevenzione e l'utilizzazione di lavande per cercare di impedire la fecondazione. E qui padre Perico cita una posizione degli Anni Sessanta di mons. Pietro Palazzini, poi diventato cardinale, che suona così: «Di fronte all'aggressione, la donna può e deve resistere con tutte le sue forze; può anche far sparire le tracce e conseguenze dell'aggressione, compreso l'ele¬ mento fecondante depostole abusivamente e violentemente in grembo, almeno fino a che non si trovi di fronte a una nuova vita». Palazzini insisteva ancora per giustificare la sua posizione, argomentando che «simili aggressioni sono tali da creare un trauma psichico molto grave, che in alcuni casi può portare alla perdita del proprio equilibrio psichico e persino al suicidio». La precisazione di «Civiltà cattolica», e il ritorno su un tema che quest'inverno ha molto colpito l'opinione pubblica, va visto in relazione alla necessità di correggere l'impressione di una Chiesa arroccata su posizioni dogmatiche dopo le profonde polemiche relative alle suore bosniache e alla lettera del Papa all'arcivescovo di Sarajevo che chiedeva solidarietà per le donne stuprate dai serbi e aiuto concreto affinchè non fossero lasciate sole o cedessero alla tentazione di disfarsi della vita nascente. In quell'occasione emerse anche la vicenda della pillola data alle suore inviate come missionarie nei Paesi turbolenti dell'Africa negli Anni Sessanta e il vicedirettore della Sala stampa della Santa Sede, monsignor Piero Pennacchini, precisò che non esistevano posizioni vaticane ufficiali in proposito. Ora «Civiltà cattolica» colma in qualche modo anche questa lacuna. Sandro Berrettoni A fianco e a sinistra due immagini di donne bosniache, vittime di numerosi stupri da parte di gruppi etnici rivali
Persone citate: Giacomo Perico, Palazzini, Perico, Piero Pennacchini, Pietro Palazzini, Sandro Berrettoni
Luoghi citati: Africa, Bosnia, Citta' Del Vaticano, Sarajevo
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