Un muro attorno alla Germania di Emanuele Novazio
Presto per i cittadini Cee impronte digitali invece del passaporto, è polemica Presto per i cittadini Cee impronte digitali invece del passaporto, è polemica Un muro attorno alla Germania Via ai maxicontrolli sui confini BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre lungo le frontiere tedesche sono alla prova le nuove misure contro l'immigrazione clandestina, la Germania pensa al passaporto biometrico per i cittadini della Cee: libero accesso dopo la lettura elettronica dell'impronta digitale o del palmo della mano. Gli esperimenti cominceranno presto: forse già da gennaio per entrare in Germania basterà una «chiave elettronica». Il primo test lo si farà all'aeroporto di Francoforte: al posto della garitta dell'agente che controlla i documenti sarà installata una macchina simile a quella per il pagamento dei parcheggi. Basterà inserire una scheda magnetica grande come una carta di credito. Contemporaneamente, un lettore ottico leggerà sul dito o sul palmo i dati biometrici della persona in possesso della scheda. Se concorderanno con quelli memorizzati sulla scheda, la sbarra di passaggio si alzerà. Dopo un periodo di prova, le nuove regole potrebbero essere estese a viaggiatori di «Paesi terzi», secondo il progetto messo a punto dal ministro degli Interni Seiters e dalla direzione della polizia di frontiera. Ma saranno valide soltanto per chi proviene da «Paesi con rischio d'immigrazione zero». Tutti gli altri dovranno continuare a mostrare il passaporto. La decisione di Seiters, che ha subito sollevato polemiche aspre, nasce in previsione del trattato di Schengen: con la sua entrata in vigore, i controlli alle frontiere esterne europee diventeranno più complessi. Molto meglio per tutti, dunque, affidare il controllo dei cittadini Cee alle macchine e al dito. Potrebbero passare senza far code. Ma perché la «rivoluzione biometrica» prevista da Seiters sia possibile, sarà necessario farsi memorizzare il palmo o l'impronta digitale dai calcolatori delle guardie di frontiera, la prima volta che si entra in Germania. E' proprio la costituzione di questa gigantesca collezione di dati personali a suscitare polemiche e proteste, e a sollevare sospetti soprattutto a sinistra. Le motivazioni efficientiste del governo vengono sbeffeggiate dai neocomunisti del Pds, secondo i quali «un nuovo sistema di apartheid dalla Germania contagerà tutta l'Europa di Schengen». L'esperimento a Francoforte comunque si farà. Necessario, soprattutto, nel momento in cui la sorveglianza viene rafforzata lungo le frontiere e negli aeroporti, insiste Seiters. Con l'entrata in vigore della nuova più restrittiva legge sul diritto d'asilo, alla mezzanotte di ieri, proprio gli aeroporti sono rimasti la sola via d'accesso pos¬ sibile per gli «Asylanten». La Germania considera infatti tutti i Paesi confinanti come «sicuri»: chi vi arriverà vi sarà rimandato, dunque, se non avrà i documenti in regola. Finora, invece, chiunque poteva presentarsi a un qualsiasi posto di frontiera e far domanda d'asilo: gli agenti ne prendevano nota e inviavano gli immigrati «in attesa d'esame» in un centro di raccolta. Grazie a questo regime di «accoglienza provvisoria» l'anno scorso sono entrate in Germania oltre 420 mila persone, soprattutto dall'Est più povero: «asilanti economici» nella stragrande maggioranza dei casi, secondo il governo, gente senza una reale motivazione politica. Da ieri non è più possibile: chi si presenta alla frontiera polacca o a quella ceca, le più frequentate dagli «Asylanten», dovrà avere un visto o un permesso di soggiorno, altrimenti sarà respinto nel Paese per il quale è transitato. Resta l'aeroporto, unico legame con i Paesi potenzialmente non sicuri dal punto di vista dei diritti umani, e unico legame con l'asilo dunque: da ieri, le procedure di controllo sono complicate, pignole e naturalmente molto lunghe. Meglio lasciarsi memorizzare un'impronta digitale, assicura il ministro Seiters. Emanuele Novazio Il cancelliere tedesco Kohl
Luoghi citati: Europa, Francoforte, Germania
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