«legge contro la Costituzione» di Francesco Forte
«legge contro la Costituzione» «legge contro la Costituzione» / veterani: così si azzera la classe dirigente degù anziani la protesta IROMA L vecchio Flaminio Piccoli, Flam per gli amici, esce a passo lento dall'Aula. Ne ha viste tante, l'ex segretario della de, e ha un diavolo per capello. Ma da buon democristiano non lo dà a vedere. Eppure basta stuzzicarlo che esplode: «E' inutile persino protestare. Ma tanto se ne accorgeranno presto di quale gravissimo errore hanno fatto». Piccoli ce l'ha con i suoi colleghi del Senato che vogliono sfrattare tutti i parlamentari di lungo corso. «Non si rendono conto che stanno azzerando l'intera classe dirigente, quella in atto e quella che sta nascendo. Ma tanto, l'ho detto, è inutile protestare. Nel Paese c'è una furia demagogica, che così viene appagata. Non c'è niente da fare, bisogna portare pazienza. Serve la sopportazione dei tempi bùi, quando c'è la peste o la pellagra». Non è il solo a pensarla così. Un breve giro tra gli «anziani» senatori, quelli che hanno sulle spalle le fatidiche tre legislature, si trasforma in un coro di proteste e di lamenti. Il senatore Francesco Forte, socialista, deputato dal 1979, è sarcastico: «Bella trovata! Peccato che sia del tutto incostituzionale. Sì, perché la Costituzione stabilisce che non ci sono limiti all'eleggibilità. Magari qualcuno pensa ad escamotage verbali. Ma così si approverebbe una legge zoppa, che chiunque potrebbe impugnare davanti alla Corte Costituzionale. Magari è proprio quello che volevano. Adesso ci deve pensare la Camera, a rimediare le cose. Poi tornerà da noi. E i tempi si allungano». Ma se è tutto così chiaro, senatore, perché tanti canuti parlamentari hanno votato il «tetto» dei quindici anni? «Facile - risponde Forte -. Questa legislatura assomiglia sempre più alla zattera della Medusa. Ricorda, i marinai sopravvissuti che si ammazzano a vicenda? Ecco, questa volta i senatori più giovani, che sono in maggioranza, hanno pensato di buttare a mare i più vecchi. Ci hanno scaricato». Passa di lì un altro vecchio lupo della politica, il senatore de Giuseppe Zamberletti, eletto per la prima volta nel. lontano 1968. Sente il discorso e si ferma perché anche lui ha un sassolino nella scarpa da togliersi. «Io capisco - dice - che le facce sono sempre le stesse. E che c'è insofferenza. Ma i francesi non hanno mai pensato di fare i conti in tasca a Giscard d'Estaing. E' tornato a fare politica dopo il periodo della presidenza e nessuno ha avuto niente da dire. Chissà, magari quando ci sarà l'alternanza anche in Italia il problema sarà superato». Insomma, non se ne trova uno di quelli che dovrebbero lasciare la politica e che sia contento. Sì, certo, c'è il capogruppo del pds Giuseppe Chiarante, che ha presentato l'idea e la difende: «Lascerò contento». Ma gli altri si sentono dei sacrificati sull'altare del «modernismo». Luigi Covatta, senatore socialista da quattro legislature, non ha peli sulla lingua: «Io in quel momento non c'ero. Ma non avrei mai votato un articolo del genere. Una norma chiaramente anticostituzionale. E anche pericolosa, perché chi non è più rieleggibile non risponde agli elettori. Può fare quello che gli pare. Che dire? Che impazza la nevrosi della politica. Adesso speriamo nella Camera. Ieri ci hanno pregato di rimediare a un errore, sul voto degli emigrati, oggi tocca a loro. E per fortuna che abbiamo il bicameralismo!». E' diffusa l'irritazione. Ma ci sono anche i dubbi. La nuova legge avrà effetto retroattivo (impedendo la candidatura di tanti padri della Patria) oppure no? Il senatore de Lorenzo Acquarone, presidente della commissione Affari costituzionali, non sa che dire: «La questione è aperta. Mi sembra retroattiva, ma ho dei dubbi». [fra. gri.] Forte: siamo su una zattera dove i sopravvissuti si azzannano a vicenda Sopra, il de Flaminio Piccoli Sopra, Giuseppe Zamberletti (de) A destra il socialista Francesco Forte
Persone citate: Flaminio Piccoli, Francesco Forte, Giscard D'estaing, Giuseppe Chiarante, Giuseppe Zamberletti, Lorenzo Acquarone, Luigi Covatta
Luoghi citati: Italia
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