Parlamento addio alle «vecchie glorie»
Nuove regole elettorali: proibiti i sondaggi, per i candidati niente spot o annunci a pagamento Nuove regole elettorali: proibiti i sondaggi, per i candidati niente spot o annunci a pagamento Parlamento, addio alle «vecchie glorie» // Senato decide: non più eleggibili dopo 15 anni ROMA. Dopo la sorpresa alla Camera, mercoledì, ieri anche il Senato ha fatto la sua: ha deciso che non potranno tornare in Parlamento i politici che abbiano superato le tre legislature, tra Camera e Senato, o comunque i quindici anni di «anzianità» parlamentare. Palazzo Madama ha esaminato ieri la riforma elettorale, modificando la legge in alcuni punti e rinviandola alla Camera. Ma l'iniziativa di mettere un tetto al mandato parlamentare - proposta da Giuseppe Chiarante (pds) e appoggiata da de, msi e lega - ha sollevato un caso politico senza precedenti. Si era appena risolto il problema del voto per gli italiani all'estero (giudicato incostituzionale da Spadolini) che un altro colpo di scena animava la giornata. Si è scatenata una polemica all'interno del pds e della de. E la giornata, già caotica, si è complicata ulteriormente per le dimissioni del capogruppo de del Senato, Gabriele De Rosa, che ha lasciato il suo incarico in polemica con i senatori «che vanno ciascuno per la propria strada». In serata, la parola è passata ai presidenti di Camera e Senato che si sono visti e hanno promesso tempi rapidi per l'approvazione definitiva della legge e per i rimedi ai casi controversi di queste ultime votazioni. Una catena di colpi di scena, infatti, accompagna l'iter di questa legge. La proposta di porre dei limiti all'eleggibilità parte dal senatore pidiessino Giuseppe Chiarante, che ha sorpreso un po' tutti. Breve discussione in aula. Il relatore, Cesare Salvi, pds anche lui, si dichiara d'accordo: «E' una norma che spinge al ricambio. E risponde a un'esigenza diffusa nel Paese». Addirittura entusiasta è il ministro alle Riforme, Leopoldo Elia: «Una norma di grande significato. E non ci sono dubbi di incostituzionalità». E dunque via, con votazione per alzata di mano, l'emendamento è approvato con l'appoggio di pds, Lega, msi, parte del pri e della de. Ma subito, non appena la notizia arriva alla Camera, si scatena la polemica. Occhetto non era stato informato. Quando Bassanini gli ha raccontato quello che era accaduto gli sono crollate le braccia. Esplode il professor Augusto Barbera, costituzionalista del pds: «La norma è frutto dell'impazzimento collettivo». Gli chiedono un commento e lui spara a zero: «Io non credo che questo sia il vero modo di rinnovare la classe dirigente. Anzi, questo è solo un modo per sfuggire il vero problema. La legge mi pare inutile e probabilmente è incostituzionale, anche se so che il diritto del cittadino ad essere eletto può essere limitato dalla legge». E' polemica aperta anche nelle file democristiane. Clemente Mastella, eletto da poco vicepresidente della Camera, è convinto dell'incostituzionalità. «L'emendamento non era corretto dice - e poi, con questo criterio, Scalfaro non sarebbe stato eletto al Quirinale. Per evitare il professionismo politico, semmai, ci vuole la riduzione del numero dei parlamentari». Altra benzina sul fuoco delle polemiohe, dunque, mentre si era appena chiuso il caso del voto agli italiani residenti all'estero. Due emendamenti, uno di Pontone (msi) e uno di Saporito (de), al Senato avevano riproposto la questione. Ma era intervenuto Spadolini, che rigettava la proposta, rinviando il tutto al governo. Il presidente del Senato, senza mai nominare la Camera che pure aveva apportato l'innovazione, era stato deciso: «Il tema è antico - ha detto - e si trascina dalle origini della Repubblica». Ma in questi termini, istituendo le quattro circoscrizioni continentali, «significa essere in contrasto con gli articoli 56 e 57 della Carta costituzionale e creare disuguaglianze tra elettori e nel diritto al voto». La questione è stata così presa in carico dal governo, che già era contrario e per bocca di Elia si è impegnato a presentare prowedimenti più organici. «Se è vero che la Costituzione non può essere mediata - ha spiegato Elia - c'è la possibilità di una mediazione legislativa, che faremo nei prossimi giorni». Ma adesso la palla torna alla Camera. Ieri sera, Spadolini e Napolitano si sono incontrati per fare il punto sulla situazione. Hanno parlato soprattutto del «tetto» per l'eleggibilità. «Certamente ci sono dei punti che devono essere oggetto di concertazione tra i due rami del Parlamento», ha avvertito Napolitano. E anche Spadolini è apparso perplesso: «La questione è più che mai aperta». «La questione - ha aggiunto - dovrà essere oggetto di riesame da parte della Camera perché è una decisione di principio. Non è assolutamente sicuro che la Camera confermi la posizione del Senato ed è anche auspicabile che l'assemblea di Palazzo Madama possa rivedere la propria». E la Camera, nella rilettura, affronterà anche l'ultima innovazione del Senato, ovvero i limiti rigorosi alla campagna elettorale. Tre i divieti, in particolare: niente spot, né annunci a pagamento sui giornali di informazione; proibiti i sondaggi elettorali nell'ultimo mese di campagna elettorale; video negato ai candidati al di fuori delle canoniche tribune politiche. Francesco Grignetti I POLITICI DA "PENSIONE" Barbera Bassanini Colucci lotti Pecchioli Tedesco Tato Occhietto Lama Chiarante Napolitano Pellicani Reichlin Rodotà Tortorella Tripodi Alberini, Andò, Aniasi, Ballini, Bor- j li goglio, Capria, Conte, Craxi, Cresco, Paris Dell'Unto, De Michelis, Scevarolli, Ferrari, Formica, Zito j Sisini, Gangi, Frasca, Forte, Fabbri, Castiglione, Cicchino, Boldrini, Labriola, La Ganga, Lenoci, Manca, Martelli, Romita, Signorile, Spini PSDI Cangila Vizzini Grassi, Bertazzi, Granelli, Genovese, Foschi, Elio Fontana, Giovanni Fontana, Gava, Di Lembo, De Vito, De Giuseppe, De Cosmo, Carlotto, D'Amelio, Campagnoli, Coco, Citaristi, Cabras, Lamonte, Lapenna, Lattanzio, Lauricella, Leccisi, Lombardo, Lucchesi, Mancini, Manfredi, Mannino, Mastella, Misasi, Napoli, Prandini, Rognoni, Santanastasio, Scotti, Segni, Urso, Alessi, Aliventa, Andreatta, Armellini, Bianco, Bisagno, Astone, Bodrato, Borri, Botta, Bruni, Carelli, Caroli, Cascini, Ciarli, Cirino Pomicino, Colombo, Cristolori, Degennaro, De Mita, Faraguti, Fiori, Forlani, Foschi, Fracanzani, Gitti, Grippo, Garavaglia, Gargani, Gaspari, Lobianco, Mancino, Martinazzoli, Mazzola, Merloni, Merolli, Mora, Murmura, Orsini, Parisi, Pavan, Picano, Piccali, Postai, Radi, Ruttino, Russo, Santalco, Saporito, Triglia, Ventre, Venturi, Vitalone, Zeso, Zamberletti Abbatangelo Caradonna Pozzo Rastrelli Filetti Martina» Serveilo Lo Porto Tremaglia Pannella Bonino Cicciomessere De Pasquale /^n^^ Libertini C ^vfe II Salvato 7/. /SJÌ 1 Magri I Cossutta Dujany lì tei Boato Riz Ebner Il grafico non comprende i parlamentari di Rete, Lega, Union Valdòtaine
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