La Trillini punta all'oro Gli uomini alla rivincita

Scattano i Mondiali di scherma in Germania Scattano i Mondiali di scherma in Germania La Trillini punta all'oro Gli uomini alla rivincita ESSEN. Da oggi la scherma italiana, da sempre miniera di medaglie per lo sport nazionale, cercherà di portare altro metallo pregiato nelle casse del Coni, negli ultimi tempi in grave deficit di vittorie significative. Questa disciplina è chiamata a confermare ancora una volta la sua forza, presentandosi all'insegna di un timido rinnovamento ai Mondiali che prendono il via oggi in Germania. In realtà le novità sono poche: le ragazze sono le stesse che hanno conquistato l'oro di Barcellona (squadra che vince non si tocca, soprattutto nella rientrante Trillini); i fiorettisti sostituiscono Numa con Rossi e mandano in panchina Arpino che cede il posto a Vitalesta; la spada maschile vede Milanoli sostituire Resegotti; nella sciabola Meglio cede il passo al compagno di squadra Caserta. Insomma dal solito panorama spariscono visi noti come quelli di Mauro Numa (ora consigliere federale, ritiratosi dopo una partecipazione ininterrotta iniziata con i Mondiali del 1978) e di Ferdinando Meglio, anche lui sulla breccia dal 1979. Se Numa ha lasciato per scelta e forse anche per sazietà agonistica, Meglio ci è rimasto male: ha ricordato, risultati alla mano, di non essere mai stato così in forma. Il et Attilio Fini replica: «Nella sciabola era necessario rinnovare. Ci sono già alcuni giovani che si fanno largo e Meglio, a 33 anni, non può certo rappresentare il futuro per Atlanta 1996». E a chi afferma che è stato sacrificato un uomo che sarebbe tornato utilissimo proprio nel momento in cui la squadra ■ di sciabola potrebbe raccogliere grandi risultati, il et replica: «Speriamo, di ottenerli egualmente». In realtà la scherma italiana, pur godendo di un meritatissimo credito, da alcuni anni segna il passo. Lo dicono i risultati. L'ultima medaglia d'oro individuale conquistata da un azzurro a un campionato mondiale risale al 1986, cioè a sette anni fa con Borella nel fioretto. Per trovare l'oro individuale di uno sciabolatore bisogna tornare indietro di circa vent'anni (Mario Aldo Montano nel 1974 a Grenoble) e per gli spadisti si finisce addirittura nella notte dei tempi, cioè nel 1955 con Giorgio Anglesio. Insomma, nonostante i gran¬ di successi nelle prove a squadra e nella classifica per nazioni, i nostri ragazzi da tempo non brillano nel panorama mondiale. Alle Olimpiadi di Barcellona gli uomini sono saliti sul podio soltanto con Marin e negli ultimi Mondiali di Budapest la situazione fu ancora peggiore: nessun azzurro a medaglia né individuale né a squadre. La nostra scherma è qualcosa che parla solo al femminile? «Assolutamente no - risponde il presidente federale Renzo Nostini - e mi attendo grandi cose da tanti schermidori che valgono l'oro. A parte i fiorettisti, che sono sempre stati fra i migliori del mondo (in testa Cerioni, Borella e Puccini), è lecito sperare qualcosa da spadisti (Mazzoni e Cuomo su tutti) e sciabolatori, cioè Marin, Scalzo e Tcrenzi». Intanto oggi aprono le ostilità le ragazze della spada. Per noi andranno in pedana Laura Chiesa, Elena e Roberta Giussani, Corinne Panzeri ed Elisa Uga. I maggiori pericoli arrivano delle ungheresi Szalay e Horvath, dalla svedese Buerki e dall'austriaca Knechtel. Vanni Loriga Squadra rinnovata con il ritiro di Numa e l'esclusione, tra le polemiche, di Meglio (sciabola). Ragazze della spada subito in pedana La rientrante Giovanna Trillini deve confermare l'oro di Barcellona Stefano Cerioni è fra le punte di una squadra maschile in ripresa

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Budapest, Caserta, Germania, Grenoble, Vitalesta