Agnelli apre le porle della Juve di Marco Ansaldo

Ipotesi rivoluzionaria dell'Avvocato: non si escludono nuovi soci e capitali freschi Ipotesi rivoluzionaria dell'Avvocato: non si escludono nuovi soci e capitali freschi Agnelli apre le porle della Jave «Austerity totale, ma la passione resta» TORINO. Alla crisi finanziaria, che ha messo la Juventus nella necessità di contare i soldini sul mercato, gli Agnelli rispondono confermando una fedeltà assoluta al rigore. In senso economico naturalmente. «Siamo all'austerity totale al limite della dismissione. E non si può dire quanto durerà, se 24 mesi, 48 o anche di più», ha detto l'Avvocato parlando agli azionisti della Fiat che lo interrogavano di cose juventine. In parole povere si vende più che comprare. E si vende in maniera pesante per recuperare i miliardi già spesi quest'anno e magari una parte di quelli investiti nel passato. Niente spazio ai sogni. Sebbene l'avvocato Chiusano, il presidente, giuri su una Juve grandissima «perché Vialli questa volta farà il Vialli». Totrebbe non bastare. E poi il Gianlucaccio con le strizzate d'occhio alla Samp non si è messo nelle condizioni migliori per funzionare. Dunque l'Avvocato ha parlato anche di Juve davanti a una platea che chiedeva risposte sul futuro del Gruppo. Qualche azionista l'ha provocato: «Non vedo in bilancio i 40 miliardi per Vialli». Altri sono arrivati al paradosso: «Per colpa della Juventus non vendiamo più auto in Toscana». Questa volta le risposte dell'Avvocato sono state brevi, i toni secchi. Da un passaggio del suo discorso si è delineata persino un'ipotesi mai azzardata nei settantanni di assoluto controllo della Famiglia sulla Signora: aprire all'esterno la cassaforte bianconera per fare entrare nuovi soci e soprattutto soldi freschi. La Fiat infatti potrebbe diminuire nei prossimi mesi la propria partecipazione azionaria e cercare uno o più partner disposti ad accollarsi i prossimi aumenti di capitale, inevitabili benché il management intenda rinviarli il più possibile. «Nel caso sarà qualcuno vicino alla famiglia», assicurano alla Juve. Anzi si sostiene che si potrebbe arrivare a un intervento in prima persona degli Agnelli, che si riprenderebbero la maggioranza assoluta alla quale rinunciarono nell'89, lasciando che la Fiat arrivasse al 49,53, cioè la stessa quota in mano all'Ili, la cassaforte di famiglia. Ma si sussurra di un'alternativa rivoluzionaria: un aumento di capitale sottoscritto da gruppi esterni, che arriverebbero a disporre di una fetta modesta (non più del 10-15 per cento) del pacchetto Juventus. Sarebbe la pri¬ ma volta da quando, il 24 luglio del 1923, Edoardo Agnelli fu eletto presidente della società bianconera, sigillando un legame che ha resistito inossidabile. In serata sono arrivate le smentite a una cessione azionaria, seppure parziale. Tuttavia è stato proprio Giovanni Agnelli a lasciare aperto uno spiraglio. «Ci sono tre modi per finanziare la società - ha spiegato Agnelli a un azionista che gli chiedeva come mai da tredici mesi la Fiat non mette soldi nella Juve -. Potrebbe provvedere Tifi, oppure potremmo arrivarci con le cessioni, o con nuovi soci che sopraggiungessero». Un'ipotesi scolastica o c'è qualcosa di più? Il club bianconero attraversa una fase delicata. L'Avvocato parla di cedere giocatori, ma il mercato non è pronto ad accoglierli, almeno alle cifre che chiede Boniperti. E sono già stati effettuati investimenti per una trentina di miliar- JUVE di. A questo punto è sempre più probabile che occorra immettere altri soldi, che la Fiat non vuole e non può sborsare: l'idea di inserire la Juve nella holding attraverso la Sisport poteva funzionare quattro anni fa (allora si parlava di sinergie e il Gruppo registrava utili tali da sopportare benissimo le spese bianconere), oggi la situazione è diversa. E non è follia ipotizzare il supporto di società e di investitori tradizionalmente legati agli Agnelli, come si sussurrava ieri in ambienti vicini alla società. La Bsn Danone, ad esempio, che è già lo sponsor. O il Credit Lyonnaise, la banca francese candidata a rilevare l'Acqua Marcia nella concessione del Delle Alpi. Quello che Agnelli ha voluto smentire è il proprio disimpegno dalla Juventus ora che si approssima il distacco dalla Fiat. «La passione non cambia e non invecchia. Questo è sicuro. Anche se non so cosa succederà nella dirigenza con il giugno del '94: per quella data ho cose più importanti a cui pensare». Marco Ansaldo GLI AZIONISTI DELLA JUVE PRIVATI 0,94% L'Avvocato con Romiti e (a sinistra) Umberto Agnelli Giampiero Boniperti a fianco e sotto a sinistra il presidente bianconero Vittorio Chiusano

Luoghi citati: Torino, Toscana