Si no oppure non c'è male nel nuovo quiz di mezzogiorno di Alessandra Comazzi

5"/, no, oppure: non c'è male nel nuovo quiz di mezzogiorno TIVÙ'& TIVÙ' 5"/, no, oppure: non c'è male nel nuovo quiz di mezzogiorno CRITICA e autocritica. Seguivo l'altro giorno «Sì o no», il nuovo gioco del mezzogiorno su Canale 5, quando mi sono sorpresa a pensare: «Ma guarda, non è poi così male». E lì, subito, è partita l'autocritica: ma come, cara Comazzi, ormai sei ridotta che ti piacciono persino i giochini? mi sono detta. A tanto ti ha portato l'uso quotidiano e selvaggio della televisione? Allora, di buzzo buono, ho cominciato a cercare difetti nel programmino estivo condotto da Claudio Lippi: ho pensato al presentatore sbeffeggiato proprio ieri dalla Gialappa's Band su Italia 1, nel museo degli orrori di «Mai dire tv»; ho pensato al vieto meccanismo delle telefonate da casa e delle domandine; ai regali assortiti e alla riffa; al pubblico che si mette in coda per chiamare e alla negatività di tutti quei regali ottenuti non per abilità ma per caso. Dopodiché, sgombrata la mente da ogni pregiudizio in un senso o in un altro, mi sono convinta che la prima impressione non era sbagliata, e che il nuovo quiz non è poi così male. Intanto bisogna ragionare in tennini relativi, non assoluti. Bisogna tenere conto, cioè, di quel che c'è in giro per le reti. Non c'è molto, lo stiamo dicendo tutti da mesi. Ora, non è che «Sì o no» risolva i problemi dell'estate: però, nella sua collocazione e per quello che vuole ottenere, cioè il puro intrattenimento quizzaiolo, ha diversi pregi. E' condotto con ritmo molto svelto; è poco pretenzioso; i premi si vincono in modo casuale, ma questa volta non è detto che si vinca (il meccanismo prevede che il concorrente risponda sì o no, in anticipo, a una serie di domande, che gli vengono fatte dopo: succede quindi che uno rifiuti una pelliccia di visone per non abbandonare uno scolapiatti); Claudio Lippi è simpatico e questa volta si può spendere per lui una parola che spesso si usa a vanvera, per i personaggi della tv: ironia. Insomma, un quiz a posto, nel regno dei quiz. Ma un programma che invece varrebbe la pena vedere, se uno fosse in casa nel tardo pomeriggio, è il «Ricordo di Yves Montanti» in onda alle 18,35 su Raiuno. Che voce, che interpre¬ tazione, che personaggio: un'ora di pura delizia, con spezzoni e canzoni scelti benissimo. Ancora un esordio, l'altra sera: su Canale 5 è andato in onda «Sgarbi settimanali», un programma per l'appunto settimanale, e serale, che sostituisce quello quotidiano, e meridiano, tenuto dal critico d'arte, deputato, polemista. Sgarbi non urlava, non strepitava, non si indignava, non rispondeva alle provocazioni, dimostrando dì saper controllare benissimo la sua vis polemica, e di trascendere soltanto quando vuole lui. Davanti a un simbolo, Croce e Martello, si parlava di comunisti e democristiani, con Casini e Libertini. Si ricordava Guareschi, si facevano paragoni tra i Peppone e i don Camillo di allora e quelli di adesso. Sgarbi ha pizzicato qualche contraddittorio critico dello scrittore, poi ha condotto amabilmente il suo piccolo talk show verso l'approdo da Costanzo. Potevano stupirci con gli effetti speciali: non serve, basta guardare la tv. Alessandra Comazzi — I zzi

Persone citate: Casini, Claudio Lippi, Comazzi, Guareschi, Libertini, Sgarbi, Yves Montanti

Luoghi citati: Italia