Swatch compleanno da sboom di Cosimo Mancini

Calano i prezzi dei modelli storici anche se le vendite dell'orologio di plastica continuano a un buon ritmo Calano i prezzi dei modelli storici anche se le vendite dell'orologio di plastica continuano a un buon ritmo Swatch, compleanno da sboom Tramonta la moda del collezionismo folle I DIECI ANNI DI UN MITO IL collezionismo Swatch ha fatto sboom? Sembra proprio di sì stando alle ultime tendenze. Qualcuno, a dire il vero, lo aveva previsto già un paio d'anni fa, quando i prezzi degli orogoli svizzeri erano alle stelle. Ma ciò non vuol dire che il collezionismo sia morto. Si è semplicemente ripulito, come dice Marco Donnini, 44 anni, radiologo di Varese, l'unico italiano a possedere la collezione -completa, addirittura più della stessa casa produttrice. «Chi decide di mettersi oggi a collezionare Swatch - spiega Donnini - spende la metà di due anni fa. Siamo tornati alle origini, quando i pezzi si trovavano normalmente nei negozi. Fino all'anno scorso i commercianti ti trattavano a pesci in faccia se gli chiedevi di tenerti da parte un pezzo per ogni modello. Oggi si trova tutto quello che si vuole». «E' finita la corsa all'accaparramento - aggiunge il collezionista varesino -. I giovani comprano gli orologi per usarli e non per speculare. Continuano a salire soltanto le quotazioni dei pezzi dell'83 e dell'84. Chi vuole completare una collezione con quelle annate deve essere disposto a spendere grosse somme. Tutti gli altri, invece, si sono ridimensionati». Ad imprimere un giro vorticoso al collezionismo, era stata l'asta organizzata a Milano, da Sotheby's, il 12 settembre del 1990, su richiesta della SMH Italia che aveva fornito pezzi d'annata che erano andati alle stelle lasciando stupiti i collezionisti meno esperti intervenuti all'appuntamento. I risultati di quell'asta erano stati riportati dalla stampa con grande risalto e molti avevano intravisto nell'orologino svizzero un nuovo campo in cui speculare. Molti, comunque, erano in buona fede, ma ormai la lotta contro il tempo era persa. Si trattava di rastrellare i fondi di magazzino dei negozi, un'impresa impossibile per una persona sola, mentre gli speculatori erano organizzati in squadre. E' così che molti collezionisti si sono demoralizzati strada facendo ed hanno cominciato a vendere prima i pezzi meno belli e, infine, i più costosi. Ma ancora una volta erano stati colti in contropiede dagli speculatori che avevano già piazzato i loro orologi quando i prezzi erano più alti. Oggi il mercato dello Swtach d'annata, in Italia, è molto più tranquillo. Ci sono nuovi collezionisti che, poco alla volta, arricchiscono il loro scrigno. Uno di questi è Angelo Risi, un gioielliere di Alessandria: «Mi mancano solo alcuni pezzi dell'83 - dice - perché sono introvabili. Oggi, per fortuna, i prezzi si sono ridimensionati e ho potuto completare anche la collezione dei Pop di cui sono stati prodotti molti bei modelli. Uno dei punti di scambio più frequentati, oggi, è il Business Bar, a Milano, ogni terza domenica del mese». Degli Swtach esiste anche un collezionismo minore: è quello dei modelli non funzionanti, che la casa aveva dato ai negozi per esporli in vetrina. Una collezione di questi pezzi appaga la vista e si può arricchire a costi molto più bassi, anche se la speculazione si sta facendo sentire anche in questo settore. Ma l'aspetto più nuovo è rappresentato dall'inversione di tendenza del flusso degli orologi, che in passato venivano comprati all'estero e portati in Italia. «Oggi - spiega il dottor Donnini - gli Swatch partono dall'Italia e vanno all'estero. In primo luogo in Svizzera e in Germania dove il collezionismo è più serio e più sentito. Questo flusso è favorito soprattutto dalla svalutazione della lira che rende i nostri prezzi molto appetibili per chi ha monete forti. Recentemente i pezzi più costosi, come i Picasso e i Paladino, son finiti in Giappone dove si è sviluppato un collezionismo elitario che assorbe pochi pezzi ma a prezzi elevati». I nuovi collezionisti italiani preferiscono, di solito, mantenere l'anonimato. E fra i vip compresi nell'elenco, figura anche il nome di Vittorio Sgarbi: «Ma lo Sgarbi che possiede migliaia di Swatch - spiega il critico - è mia sorella Elisabetta. Io non ne ho mai comprato uno, se non per regalarlo a qualche mia fidanzata. Ne ho acquistati alcuni modelli anche per mia sorella, ma non per me, perché odio il tempo e i suoi indicatori». Cosimo Mancini Gli Swatch celebrano 10 anni di successi: nel riquadro l'inventore Nicolas Hayek

Persone citate: Donnini, Marco Donnini, Nicolas Hayek, Picasso, Vittorio Sgarbi