Vestiremo come Clark Gable di Antonella Amapane

Milano, lo stilista rinuncia alla tentazione di stupire e propone modelli in stile Anni Trenta Milano, lo stilista rinuncia alla tentazione di stupire e propone modelli in stile Anni Trenta Vestiremo come Clark Cable Armani: dimenticate l'uomo-Rambo MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Andiamoci piano con i colpi di spugna. Nell'abbigliamento maschile sono i piccoli dettagli che fanno le grandi rivoluzioni. L'eccentricità non trova poi riscontro sul mercato. E sono proprio le donne a rifiutare un'eccessiva fantasia nelle tenute dei loro compagni. Biso-' gna pensare a vestiti veri. Questo non significa negarsi il piacere di giocare con la moda». Giorgio Armani, artefice dei più grandi mutamenti nello stile italiano, è scettico. Non crede che i traumi rinnovino l'immagine di un guardaroba stereotipato e stanco. «Chi compra certe follie? Per un uomo eliminare i revers nella giacca e allacciarla con un solo bottone, al collo, è già un notevole cambiamento. Non servono tante stravaganze per variare immagine». E qui sta il punto. La collezione di Armani, presentata ieri, fornisce una serie di nuove indicazioni reali, filtrate dal buonsenso, in grado di tratteggiare uno stile inedito senza bisogno di stupire. Sulla passerella sfilano gli anti-Rambo mostrando il nuovo amore dello stilista: la giacca Clark Gable. E' questa una delle novità per la prossima primavera. Il re del blazer destrutturato, sulla falsariga dei capi indossati dall'attore negli Anni Trenta, ha elaborato un modello con manica larga, spalle arrotondate, molto aderente in vita, ma «sgonnellante» sui fianchi. Sembra un capo di sartoria e ha il grande pregio di slanciare la figura rendendola elegantissima. Eric Clapton in prima fila applaude, affascinato dai sarong stretti ai fianchi. Niente a che vedere con le sottane maschili, lanciate dieci anni fa da Gaultier. «Non chiamiamole gonne, sono parei. Non hanno nulla di sconvolgente. Li portano tutti: dall'avvocato Agnelli al ragazzino», spiega Armani. E intanto avanzano le famose giacche aperte sul petto, ma serrate alla gola. Sotto, un gilet sulla pelle, oppure una camicia girocollo, senza bottoni. «Già per uscire così ci vuole coraggio», commenta lo stilista e aggiunge un concetto a lui caro: «L'eleganza di testa non ha confini di portafoglio». Soltanto un bello slogan? «No, i modelli delle linee Jeans, Emporio e Giorgio Armani hanno prezzi diversi, ma il filo conduttore e la qualità sono identiche». Come dire che ognuno può scegliere in base alle proprie possibilità senza rinunciare a un grammo di raffinatezza. A uno chic sottile, costruito sulle sfumature mastice e bordeaux, sui richiami sabbia e le pennellate blu navy. Capi dove spesso si sfiorano atmosfere turche e marocchine, suggestioni sarde e siciliane. Lo sportwear, fatto di giubbottini carichi di zip e tascotti, è morto, trascinandosi nel baratro muscoli plastificati e attributi assortiti in bella vista. Adesso tocca alla giacca il ruolo di indumento casual, oppure a un abito dal taglio tunisino, ma realizzato in fantasia principe di Galles. E' il sogno di un uomo nuovo che diventa realtà. Otto ragazze in pedana tra cui Roberta, nipote di Armani - sfoggiano capi maschili, appena fuori misura. Non significa che le donne andranno in giro così. E' un messaggio velato per dire: «Il gentil sesso, nei maschi apprezza ancora uno stile rassicurante, seppur innovativo». Giochi di dettagli anche da Fendi, ma con spirito diverso. Le sorelle romane nella collezione Club puntano sulla varietà delle proposte e curano i materiali. Cravatte? Ad abolirle non ci pensano. Eccone 1800 versioni fra cui scegliere, magari, quelle meno formali in cotone scozzese. Giacche? Disponibili in 500 tipi di tessuto e 1500 colori. Chi invece ha voglia di un tocco originale può osare un giaccotto che fa il verso a quelli degli idraulici. Op¬ pure cede al richiamo del gilet da cacciatore in tela di sacco, soltanto per il gusto di nascondere la merenda nella tasca dove di solito si mette la selvaggina. L'uomo in tutta questa confusione non deve dimenticare il fascino discreto dell'abito che passa inosservato - suggerisce il sarto napoletano Antonio Fusco, autore di completi dalle tinte neutre in preziose sete -. La vera eleganza è nel micro particolare: «Basta un passafilo nascosto sotto il rever per trattenere un fiore all'occhiello», ricorda Mila Schon. Antonella Amapane Sotto, lo stilista Giorgio Armani. A fianco, uno dei nuovi modelli della sua

Luoghi citati: Galles, Milano