Rogo xenofobo in Turchia di Emanuele Novazio

Era un hotel frequentato da prostitute russe. Sanguinosa offensiva dei guerriglieri curdi nell'Est del Paese Era un hotel frequentato da prostitute russe. Sanguinosa offensiva dei guerriglieri curdi nell'Est del Paese Rogo xenofobo in Turchia Brucia un albergo: undici morti BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un altro incendio in un albergo turco, undici morti e ventisette feriti per un rogo che quasi certamente è un attentato, sostengono le autorità locali, e in Germania aumenta la paura: le disdette dei turisti spaventati crescono ogni giorno, le compagnie di viaggio rinunciano a riscuotere penali e offrono vacanze alternative. Anche se non ci sono gli indipendentisti curdi dietro le vittime di Van, nella Turchia orientale: non è stato il «PKK» a colpire, come quasi certamente era avvenuto lunedì scorso a Antalya, dove erano stati feriti quattordici turisti, nove dei quali tedeschi. Dietro i morti di Van sembra esserci invece la mano integralista, la vendetta dell'estremismo religioso: l'albergo distrutto dalle fiamme ospitava comitive di prostitute arrivate dalla Russia e da altre repubbliche ex sovietiche. Nelle scorse settimane, la direzione aveva ricevuto numerose minacce. Fra le vittime del rogo ci sono tre donne russe e otto turchi. I feriti sono russi, iraniani, tur7 chi e danesi. Nessun tedesco dunque. Ma l'emozione cresce, in un Paese che pochi giorni fa è stato scosso da un'ondata di violenza senza precedenti scatenata dagli indipendentisti curdi in una ventina di città, da Monaco a Essen, da Stoccarda a Berlino. Le minacce del «PKK», l'avviso dei nazionalisti in guerra contro Ankara («ogni marco che spendete in Turchia è una pallottola contro il popolo curdo», dice un loro appello diffuso a Colonia), le testimonianze dei nove tedeschi feriti a Antalya sono riaffiorate all'improvviso, dopo la notizia del nuovo rogo. Anche perché la guerra continua, fra l'esercito di Ankara e gli uomini del «PKK». Ieri le vittime degli scontri in due province, all'Est e nel Sudest della Turchia, sono state almeno 23 - dodici soldati e una decina di «terroristi», secondo la definizione del gover¬ no - mentre incidenti molto gravi sono avvenuti anche in altre località. A Bonn si segue con preoccupazione la vicenda, per le ripercussioni che ha avuto e minaccia di avere ancora in Germania. Il governo Kohl continua ad ammonire che «i curdi non devono esportare il loro conflitto con il governo turco»: il ministro degli Esteri Kinkel sembra deciso a mettere al bando il «PKK», e del problema si sono occupati anche i responsabili dei servizi segreti, in una riunione a Bonn. Ma è soprattutto la paura fra i turisti ad aumentare. In pochi giorni le prenotazioni annullate sono state mi¬ gliaia, secondo le prime stime delle agenzie di viaggio. La sola «Tui» ne ha registrate cinquecento in un giorno, anche se tutti concordano: il «grande panico» ancora non è esploso. Ma, conferma l'associazione degli agenti turistici, «il telefono nelle agenzie non smette di squillare, la gente è inquieta, molti si chiedono che cosa fare». La risposta è professionale: molte agenzie offrono un «viaggio alternativo», uno scambio gratuito delle vacanze in Turchia. Molti hanno accettato: enorme impressione hanno fatto nel Paese le testimonianze dei nove tedeschi feriti. Le immagini da Antalya e poi dall'ae¬ roporto di Francoforte, al momento del rientro, hanno aperto i telegiornali. Le foto dei loro voìti insanguinati e tesi, sui letti d'ospedale, hanno campeggiato su intere pagine, nei giornali popolari più diffusi. Per il momento tuttavia le disposizioni del governo per chi sceglie la Turchia restano quelle diffuse lunedì: «Ogni viaggiatore deve valutare il rischio da sé e prendere da solo una decisione». Ma resta in vigore la «messa in guardia» per chi si spinge nell'Anatolia sudorientale, dove la popolazione è in maggioranza curda. Emanuele Novazio Un cadavere carbonizzato penzola da una finestra dell'albergo bruciato a Van Secondo il prefetto l'incendio è di origine dolosa [FOTO EPA]

Persone citate: Kinkel, Kohl