Servizi e volontariato per i malati psichici
SE LA MENTE E' CONFUSA SE LA MENTE E' CONFUSA Servizi e volontariato per i malati psichici mente in via Meucci 1 (tei 57.54.040). La Cooperativa Arcobaleno insieme con alcuni malati (regolarmente assunti e retribuiti) gestisce in via Marco Polo 42 int.a una mensa, aperta ogni giorno della settimana (costa 5000 FAMIGLIE quali non esistono strutture adeguate sufficienti. Ecco dunque la necessità di un intermediario con i servizi psichiatrici. Come pure, quando è possibile, di qualcuno che li aiuti nella vita di relazione, altrimenti tendono ad isolarsi. Scegliendo i volontari da affiancare al malato (di solito due per uno), l'associazione tiene conto dei suoi interessi personali, che risultano da un'apposita scheda, compilata dai parenti. *E, in caso di rifiuto del paziente ad essere assistito, cosa che capita perché spesso è un malato che non sa di esserlo, i volontari sono pronti ad aggirare l'ostacolo d'accordo con la famiglia. Per abituarsi alla convivenza con il malato, la DI.A.PSI.GRA. organizza corsi (in settembre-ottobre) all'ospedale Mauriziano, tenuto da assistenti sociali, psicologi, psichiatri. Possono iscriversi anche i famigliari. Il corso è gratuito, con la sola quota di iscrizione di L. 15.000. Diventare invece soci dell'associazione, per usufruire di tutti i servizi, comporta una spesa annua di 70.000 lire più 15.000 per l'assicurazione. Per ora la segreteria è presso il Club Turati, via Accademia delle Scienze 7, telefono 53.55.05, orario lunedì dalle 15 alle 19, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13. Chiedere la Guida blu. Dal 1° luglio si sposta in via Baretti 44. Tel. 65.84.15. [d. a. p.] TU N un afoso pomeriggio d'aI gosto, quando l'apatia reBi gnava indisturbata nella Comunità psichiatrica di via Paisiello 13, un'idea ha provocato uno scrollone generale. I presenti si sono messi intorno a un tavolo ed è nato un nuovo, giornale. Il nome della testata: «Il silenzio non è dignità», pensato da uno dei parenti, è stato votato all'unanimità. A quale silenzio vuol alludere? A quello dei malati e delle loro famiglie oppure al silenzio degli altri, che preferiscono non conoscere o non dialogare con la loro realtà? L'ideatore della frase non ha dato spiegazioni, ma è significativo che i suoi compagni vi si siano subito riconosciuti. «Crediamo che sia importante dare voce a ciò, che altrimenti sarebbe soltanto un urlo, per molti silenzioso, ma per qualcuno davvero assordante» annuciava l'editoriale del numero zero. E di fatto il giornale è stato per la Comunità un mezzo per stabilire contatti con il mondo esterno. Nato per aiutare questi giovani (sei residenti più altri esterni) a strutturare meglio i loro pensieri, sta diventando l'elemento trainante delle loro giornate. Con il giornale sono cresciute le iniziative. Alla festa di inaugurazione, a cui hanno partecipato con allegria familiari e assistenti, insieme al personale della Usi 6, che gestisce la Comunità, ha fatto seguito una serie di tornei. E sono previste altre novità, come quella di aprire la collaborazione alle altre lire a pasto) e un servizio guardaroba. Quasi tutti i servizi di salute mentale hanno un Centro diurno che organizza attività di gruppo, dei quali il day hospital di corso Novara 6 (tel. 248.28.56) è stato il pioniere. Al¬ UN GIORNALE CONTRO IL SILEN
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