UNA GUIDA PER LE FAMIGLIE

ASSISTENZA LA malattia mentale, oltre che un dramma sociale, che allo stato attuale colpisce larga parte della popolazione (l'l% dei giovani tra i 15 e i 30 anni si ammala di schizofrenia e l'I,5% di depressione grave), è anche un problema di cultura: la vergogna impedisce alle famiglie, quando si profila il male, di affrontarlo in modo diretto e tempestivo. Così si preferisce ricorrere alle cliniche private e, quando la malattia è in stato avanzato, con dispendio di tempo e di mezzi. E' consiglibile invece affrontarla al più presto con la collaborazione degli enti pubblici e delle associazioni di volontariato, tenendo conto che, anche se il soggetto non è del tutto guaribile, può tuttavia migliorare ed essere controllabile. Per chiedere l'intervento dei servizi sanitari ci si può rivolgere all'ambulatorio psichiatrico della propria zona (ce n'è almeno uno per ogni Usi) che è a disposizione gratuita con un'equipe di psichiatri, psicologi, infermieri e assistenti sociali. Di solito ricevono su appuntamento, ma in caso di necessità si può richiedere la visita a domicilio. Sempre presso l'ambulatorio vengono somministrati i farmaci e si trovano altri servizi, come in via Giovanni da Verazzano 4, che è stato il primo ad attrezzarsi per l'accoglienza con un reparto «Spazio casa». Qui i malati possono fermarsi e trascorrere la giornata (dalle 8,30 alle 17 dal lunedì al venerdì), seguiti anche da operatori sociali di appoggio, che si occupano unicamente della riabilitazione materiale e sociale. Dal 1° luglio la struttura si sposta temporane- l'ingresso un tabellone con gli orari delle diverse attività: musicoterapia, lettura, falegnameria, fiaba, psicodramma, ginnastica, pranzo (nel senso cQ prepararlo), sociodramma, training autogeno, bocce, arteterapia, comunicazione non verbale. In altri centri il risanamento viene favorito con un progetto di reinserimento lavorativo come in via Cardinal Massaia 11 (tel. 21.20.42), dove hanno le specializzazioni in ristoro e video. Quando il paziente attraversa una crisi molto grave, lo psichiatra del servizio pubblico lo ricovera al Repartino ospedaliero, per legge dotato di pochissimi posti letto, perché riservato ai casi acuti e di breve degenza. Se la necessità di riceverò si protrae, è compito dei medici e degli assistenti sociali di trovare un posto libero, in una Casa di cura privata, convenzionata con le Usi. Ce ne sono alcune che seguono con attenzione il malato e cercano di tenerlo occupato. In Piemonte, quella ritenuta migliore è il Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese (tel. 924.41.04). Rientra nei servizi di quartiere la Neuropsichiatria infantile, che ha l'importante compito della diagnosi precoce dei danni neuromotori, dei disturbi o anomalie nello sviluppo affettivo e relazionale e delle malattie neurologiche e epilettiche (per i bambini da 0 a 15 anni). Per evitare che quelli, che talvolta sono solo problemi comportamentali, se non presi in tempo si cronicizzino. Qui si fanno anche interventi terapeutici e di appoggio alle famiglie. Deda Acacia Peyrani UNA GUIDA PERLE SEBBENE si parli spesso di psicanalisi e psichiatria o di nevrosi e di schizofrenia, il pianeta della malattia mentale è sconosciuto e ostico ai più. E per le famiglie, che dopo l'applicazione delle Legge 180, sono quelle che sopportano il peso maggiore di questo doloroso disagio sociale, non è facile orizzontarsi nelle cure per il loro infermo. Con il rischio di perdere tempo e mezzi in direzioni sbagliate, perché è un campo che si presta a speculazioni. Non molte sanno che si possono rivolgere a un'associazione di familiari e volontari, che opera in loro difesa, la DI.A.PSI.GRA. Partendo dal principio che «il malato mentale è una persona come le altre, a cui la malattia ha tolto la capacità di vivere un rapporto normale con se stesso e il mondo» la DI.A.PSI.GRA. si preoccupa di costruirgli una rete di appoggi, amicizie, provvedimenti. Di conseguenza interviene in modi differenti: con i volontari che si inseriscono nell'ambiente domestico del malato da amici, coi gruppi di autoaiuto per i familiari seguiti da uno psicologo, con l'offerta di polizze assicurative e la tutela dei diritti del malato (alla pensione, ai sussurri, alla cura) fino alla promozione scientifica. I disturbi psichici adesso cominciano presto e su 25.000 malati gravi accertati di recente in Torino, una grossa percentuale è di giovani, per i Comunità del Distretto, oppure l'esplorazione del territorio circostante attraverso inchieste, interviste, spettacoli tetrali, recensioni di mostre e convegni. Ciò che più ha stupito gli assistenti, che con lodevole attenzione li seguono, è la serietà, con cui vengono fatte le riunioni di redazione, con un ordine del giorno rispettato e la democraticità delle decisioni: ogni scelta viene fatta attraverso votazioni non travagliate, in piena condivisione. Ne vien fuori un mensile avvincente nei testi, piacevole nella grafica, dalla vivace vena umoristica, oltre che dal profondo valore terapeutico (fors'anche per il lettore). E' inoltre regolarmente registrato: fatto questo che dà anche ai pazienti un'impressione di maggior serietà e li toglie dall'impressione di scarsa valorizzazione, che di solito riguarda ogni cosa che fanno. I primi a leggerlo con interesse sono gli operatori sanitari dell'ospedale San Giovanni (il loro) che lo ricevono per abbonamento postale. (Per ora ha una tiratura di 200 copie). Insomma, i residenti della Comunità di via Paisiello stanno dando prova di saper fare un giornale e si attendono di spartirne i frutti. Per questo sono pronti ad accettare visite, commenti, proposte, articoli ed eventuali offerte. Per gli abbonamenti (18.000 lire annue) indirizzate a «Il Silenzio non è dignità» c/o Comunità psichiatrica, via Paisiello 13, 10154 Torino, telefono 85206, c/c n. 17150103. [d. a.p.] NZIO ASSISTENZA 24

Persone citate: Deda Acacia, Peyrani

Luoghi citati: Piemonte, San Maurizio Canavese, Torino