Quel difetto tipico del Mediterraneo

Quel difetto tipico del Mediterraneo Quel difetto tipico del Mediterraneo Alcune malattie genetiche che colpiscono il globulo rosso sono particolarmente diffuse nelle zone malàriche di tutto il mondo perché proteggono il portatore sano nei confronti della malaria. Si tratta principalmente di: talassémie (anemia mediterranea, morbo di Cooley), anemia falciforme e carenza di un enzima del globulo rosso (la glucoso-6-fosfato-deidrogenasi). In Sardegna i portatori sani di anemia mediterranea costituiscono il 40 per cento della popolazione. Mentre l'individuo omozigote (che ha una coppia di geni mutanti) non riesce a sintetizzare in modo completo la molecola dell'emoglo¬ verterà preferibilmente su quei luoghi dove la presenza di siti archeologici permetterà di fare confronti fra gli abitanti attuali e quelli passati. La moderna tecnologia permette di esaminare le sequenze di Dna estratto da ossa cimiteriali, da mummie o da fossili (in quest'ultimo caso ancora con un notevole grado di incertezza). Così più discipline si integrano in questo progetto: genetica, archeo¬ logia, linguistica, antropologia, medicina. Dice ancora Piazza: «L'esame della variabilità ci permetterà di capire quando è insorta una mutazione responsabile di una malattia genetica. Potremo capire se la malattia è stata introdotta con una migrazione, oppure se il gene mutante si è affermato perché protegge rispetto ad altre patologie, come nel caso dei portatori di ta- bina e deve ricorrere a continue trasfusioni di sangue altrimenti muore in tenera età, il portatore sano (che possiede un gene mutante e uno normale) ha soltanto globuli rossi leggermente difettosi. Quando vi si installa il parassita della malaria (Plasmodium falciparum) per compiervi parte del suo ciclo, questi globuli rossi vanno incontro a un ulteriore danno, per cui vengono eliminati dalle cellule «spazzine» del sangue (i macrofagi). L'azione di pulizia è svolta in modo selettivo e intenso prima che il parassita si sviluppi, a tutto vantaggio dell'ospite. lassemia, che sono più resistenti alla malaria. Si potrebbe capire il meccanismo con cui si è diffusa in Europa la fibrosi cistica, che è tuttora sconosciuto». Aggiunge il professor Walter Bodmer, direttore dell'Impe¬ pea sembra orientata alla costruzione di una macchina intermedia tra il Jet, che terminerà il suo compito nel 1996, e Iter, che, se tutto andrà bene, non entrerà in funzione prima del 2005. Tra i progetti in esame c'è l'Ignitor, proposto dal fisico italiano Bruno Coppi: una macchina di dimensioni e costi contenuti, con alte probabilità di riuscire a realizzare la fusione autosostentata. Pur essendo simili concettualmente, Ignitor (al cui progetto partecipa il consorzio Ansaldo-Fiat Ciei) e Iter imboccano strade diverse. L'ignizione, abbiamo visto, è legata a tre parametri: temperatura, densità e tempo di confinamento. Mentre Iter prevede temperature

Persone citate: Bruno Coppi, Cooley, Walter Bodmer

Luoghi citati: Europa, Sardegna