SENTIERI PERDUTI

SENTIERI PERDUTI SENTIERI PERDUTI «Mezzi di trasporto»: sette racconti della Rosy Un viaggio nellltalia dolente tra fughe e violenza care: «Come ogni ricerca anche questa dovrà, se non altro, garantirmi l'inaccessibilità del mio oggetto o la sua perdita definitiva». Il sospetto deU'immobilità del tragitto: «Si ha l'impressione di andare verso se stessi piuttosto che verso gli altri, in nessun luogo piuttosto che in un altro luogo». E lo stile, naturalmente. Sette passepartout per i sette racconti di Mezzi di trasporto. I mezzi di trasporto del titolo sono concretamente motocicletta, pullman, aereo, automobile, cassonetto a rotelle, treno, camion, Elisabetta Rosy: Garzanti pubblica i suoi nuovi racconti scritti, con i loro nomi di città, di strade e di parchi, con i loro punti di riferimento, muretti, stazioni di servizio, arcate, vegetazione, sentori; ma Villa Borghese a Roma, nel caldo falso dell'estate di San Martino, può assumere l'aspetto quieto, vuoto e allarmante delle prime immagini ingannevoli d'un film dell'orrore, e gli esseri che la popolano (barboni, dog-sitters, donne cenciose senza tetto né età) possono somigliare a quei morti o a quei mostri cannibali che a volte ritornano. Nei sette racconti avvengono sparizioni, piccoli omicidi, cacce a persone introvabili, delitti immaginati o reali, duelli autostradali, conflitti educati, violenze, fughe, rifiuti, mutazioni: la superficie dell'esistenza quotidiana, insulsa oppure brutale, comunque insignificante, occulta strazi e misteri che l'attenzione della narratrice sa rivelare in tutta la loro forza; l'angustia degli abitacoli in movimento si dilata sino a comprendere mondi insospettati; e il breve frammentato viaggio in Italia diventa visione dell'instabilità del presente.

Persone citate: Elisabetta Rosy, Garzanti

Luoghi citati: Italia, Roma