sentieri perduti

2.. 2.. tuttolihri Letteratura IN cerca di mistero, Elisabetta Rasy percorre piccole porzioni della nostra realtà dolente e disastrata, armata di sette passepartout. L'attenzione, così rara nell'approssimazione contemporanea distratta e senza desiderio, che sa scoprire, conoscere o immaginare i segreti dell'apparente. La capacità d'attesa, anch'essa ora molto inconsueta: il talento di saper aspettare senza fretta smaniosa l'evoluzione dall'ovvio all'enigmatico, il manifestarsi della profondità delle cose. La necessità d'un ordine speciale, la «costante e sincera aspirazione che ogni cosa sia conforme allo scenario dato, e che la vita assuma per ogni situazione la veste scenica adeguata, o per essere più precisi la veste che le si darebbe su una scena molto rispettosa dei generi e delle convenzioni teatrali». L'ironia leggera, esercitata anche nelle definizioni: la «prestanza seriale delle modelle» e «la banalità arredata delle mogli dei ricchi», i «sentieri perduti delle élites» e le eleganze in cui «niente tradisce un segno d'appartenenza interiore, un sintomo di verità», i capelli lunghi femminili «vera reliquia della giovinezza» e uno di quegli sceneggiatori di film «appartenenti alla schiera che ha sempre rigorosamente confuso la farsa con la denuncia sociale». La consapevolezza della vanità del cer¬

Persone citate: Elisabetta Rasy