Nigeriani espulsi dopo il processo di Claudio Cerasuolo

Decreto Conso, la prima volta Decreto Conso, la prima volta Nigeriani espulsi dopo il processo Prima applicazione a Torino del decreto Conso, che ha modificato le norme dell'ex ministro Martelli per gli extracomunitari sottoposti a misure cautelari. Il nuovo provvedimento, entrato in vigore il 14 giugno scorso, consente allo straniero condannato ad una pena non superiore ai tre anni di non scontare la pena in Italia e di chiedere l'espulsione. E' accaduto ieri in quarta sezione del tribunale (presidente Fabrizia Pironti) al processo contro una coppia di nigeriani, Kenneth Okoroafor, 27 anni, e l'amica Cecilia Chika Okafor, 27 anni, imputati di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di numerose ragazze nigeriane, e dei gestori dell'albergo «Giulio Cesare», Franco Corvasce, 37 anni, e la moglie Elena Martinez, 32 anni, imputati di favoreggiamento e sfruttamento. I quattro imputati hanno ottenuto di patteggiare la pena: un anno e 10 mesi di reclusione per Kenneth Okoroafor; un anno, 9 mesi e 20 giorni per Cecilia Okafor; un anno e 8 mesi per Franco Corvasce e un anno e mezzo di carcere per la moglie Elena Martinez. I due stranieri, tramite i loro difensori, avvocati Gribaudi, Basilio Foti e Molinengo, hanno chiesto l'applicazione dell'articolo 8 del decreto Conso, che consente, quando non vi siano particolari esigenze processuali, di essere espulsi dall'Italia. Due le condizioni previste dal nuovo decreto: la pena a cui si è condannati (anche quella residua) deve essere inferiore ai 3 anni di reclusione e occorre essere in possesso di un passaporto. La polizia di frontiera registra l'espulsione per evitare che lo stesso straniero possa far ritorno nel nostro Paese. II processo ha offerto un quadro allarmante delle condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposte le ragazze nigeriane che approdano a Torino. L'imputata Cecilia Okafor ha spiegato al pubblico ministero Cri- i stina Bianconi: «Da noi in Nige¬ ria comprare una ragazza e una cosa normale. Ci si mette d'accordo sul prezzo, di solito trenta milioni, e poi si fa arrivare la ragazza in Italia: se vuole tornare libera deve saldare quel debito». Ed ha aggiunto: «Molte ragazze accettano questa condizione perché poi a loro volta sperano di poter "comprare" altre ragazze in Nigeria. Le "mamie" più anziane hanno sotto di loro parecchie prostitute». Cecilia Okafor ha ammesso di aver «comprato» una ragazza. Secondo l'accusa, assieme all'amico Kenneth, avrebbe indotto alla prostituzione decine di nigeriane, indicando loro gli alberghi con gestori compiacenti e fornendo perfino le scatole di preservativi. La prima a chiedere di pat teggiare la pena è stata la titolare dell'albergo Elena Marti nez (difesa dagli avvocati An drea e Giorgio Del Grosso). Una mossa che ha praticamente ob bligato il marito e coimputato alla stessa scelta processuale. Franco Corvasce (difeso dal l'avvocato Antonio Foti) aveva citato ben 34 testimoni a difesa. Al pm aveva dichiarato: «E' vero che ho consentito ad alcune nigeriane di appartarsi nelle camere dell'albergo con i loro clienti, ma non erano le stesse ospiti fisse dell'hotel. Alle prime chiedevo per la camera una tariffa sensibilmente inferiore al prezzo pieno. Non consenti vo alle ospiti fisse di prostituir si, davo loro soltanto ospitalità e facevo pagare dalle 60 alle 40 mila lire, a seconda che la camera fosse o meno dotata di ba gno». Di recente il tribunale di Torino ha assolto il gestore di un albergo imputato di sfrutta mento e favoreggiamento della prostituzione perché aveva di mostrato di aver praticato alle occasionali ospiti che si appar tavano con i clienti prezzi net tamente inferiori a quelli prati cati dall'albergo. Claudio Cerasuolo Nel processo era coinvolta una coppia di nigeriani accusata di sfruttamento della prostituzione

Luoghi citati: Italia, Nigeria, Torino