Ora la Lega duella col prefetto

L'annuncio alle 13 mentre arrivava l'ordine di Lessona: «Riunione il 9 luglio» L'annuncio alle 13 mentre arrivava l'ordine di Lessona: «Riunione il 9 luglio» Ora la Lega duella col prefetto E Gipo convoca il Consiglio per il 2 agosto L'altra notte, davanti a una cotoletta (alla milanese ovviamente) e un bicchiere di vino, Umberto Bossi l'ha cantata chiara al suo colonnello: «Gipo, dobbiamo attaccare». E Farassino ha attaccato, convocando il Consiglio comunale per il 2 agosto, proprio mentre il Prefetto lo diffidava a fissare l'assemblea il 9 luglio. «E' il golpe 'dia piola» ironizza, seccato, il capogruppo pds Carpanini. «Chiamiamola la svolta del Marechiaro, eravamo in pizzeria» ridacchia il deputato Mario Borghezio. Una cosa è certa: la vicenda appare sempre più ingarbugliata e nuovi ricorsi, questa volta contro la Prefettura, potrebbero muovere dalla sede del Carroccio. Ma andiamo con ordine. Di fronte agli oltre diecimila leghisti arrivati l'altra sera in piazza Castello, lo stato maggiore della Lega ribadisce i motivi della protesta: «A Torino abbiamo perso il sindaco per i brogli: vogliamo chiarezza. I giudici ci diano un segnale che la democrazia non è stata violata». Sono le '23 e la «svolta» avviene im'ora più tardi attorno ai massicci tavoli della pizzeria di via San Francesco d'Assisi ingombri di piatti dove prima c'erano pizze ai funghi, spaghetti al pomodoro e cotolette divorate dai leader del Carroccio. Ci sono Bossi con un'amica, il veneto Rocchetta, il ligure Ravera e ovviamente il piemontese Farassino accompagnato dal fido Borghezio e dall'avvocato Matteo Brigandì. Si telefona subito alla sede Ansa di Torino, ma è già chiusa. Allora si prova con Roma e, poco dopo l'una, l'agenzia di stampa comunica che Farassino intende convocare il nuovo consiglio comunale di Torino il 2 agosto. S'annuncia anche una conferenza stampa per le 11. Una fretta che la dice lunga sulla strategia adottata. L'incontro con i giornalisti slitta però alle 3 del pomeriggio quando un Farassino disteso e sorridente spiega: «Ho deciso la convocazione per il 2 agosto perché ho fiducia che il Tar, il 31 luglio, si pronuncerà sul nostro ricorso. Se non in modo definitivo, cioè con una sentenza, almeno in modo rassicurante, ordinando magari l'acquisizione delle schede elettorali per controllarle». Serafico, Farassino annuncia che un messo comunale gli ha notificato «una lettera del Prefetto, peraltro un po' confusa, nella quale mi sollecita a convocare il consiglio il 9 luglio: lo ritengo un atto inutile, l'ho ricevuta alle 13,35, mezz'ora dopo che la mia convocazione era già partita. Se il Prefetto non riterrà regolare questo atto me lo farà sapere nei modi e tempi che riterrà più opportuni». Eccola la «svolta». La Lega, senza cedere di un millimetro sulla sua posizione originaria («Prima si pronunci il Tar, poi si potrà convocare il Consiglio»), ricaccia l'accusa di ostruzionismo: «La convocazione l'abbiamo fatta o no?». Il Prefetto non è d'accordo? Sono affari suoi: trovi lui, in una legge che fa acqua da tutte le parti, gli argomenti giuridici per far valere la sua diffida. Ma, attenzione, che siano argomenti inattaccabili, perché altrimenti i legali di Bossi contrattaccheranno. E' stata dura riuscire a «battere» sul tempo la Prefettura. I vigili urbani già alle 9 si erano presentati con la diffida alla porta di casa Farassino. Nessuno aveva aperto. Nuovo tentativo alle 10,15 in via Cernaia, sede della Lega, ma anche lì di Farassino nemmeno l'ombra. Solo alle 13,35, all'uscita dal Municipio, Gipo si è «arreso» sorridente e ha ritirato la diffida. Ma ormai la «sua» convocazione era già partita. A confortare i leghisti arriva un'interrogazione, peraltro an¬ nunciata la scorsa settimana, di Diego Novelli, il sindaco battuto: «Nessun organo centrale di governo o emanazione periferica di esso può sostituirsi al legittimo responsabile di un atto di legge, tanto meno, come dice qualche stravagante interpretazione, il Coreco. Piuttosto, il presidente del Consiglio Ciampi e i ministri Mancino e Conso sollecitino gli organi competenti per l'esame immediato dei ricorsi, non escludendo una rapida revisione di tutti i plichi contenenti i materiali elettorali».. E, ricorso più ri¬ corso meno, ieri anche i Pensionati che sostenevano Novelli annunciano il loro: sarà simile a quello della Lega visto che ne hanno chiesta una copia. Tace il sindaco Castellani, in riunione permanente per costruire la nuova giunta. Il Prefetto era a Roma, ma i suoi collaboratori hanno tenuto a precisare: «La diffida è valida a tutti gli effetti. Indipendentemente dalla notifica». Beppe Minella Giampiero Paviolo La nuova mossa del Carroccio decisa da Bossi in pizzeria dopo la fiaccolata contro i «brogli» Umberto Bossi, Gipo Farassino e Domenico Cornino festeggiati dalla folla leghista durante la manifestazione di lunedì. Sotto, il prefetto Carlo Lessona

Luoghi citati: Assisi, Roma, Torino