Ma a casa Falck continua la battaglia tra parenti
Ma a casa Falck continua la battaglia tra parenti Divergenze sul futuro del gruppo siderurgico Ma a casa Falck continua la battaglia tra parenti MILANO. Lo spettro della scissione continua ad aggirarsi sulla Falck dopo che il varo del piano di ristrutturazione del gruppo aveva provocato profonde spaccature nel consiglio di amministrazione. Ma dall'interno della famiglia, divisa tra i sostenitori di attività immobiliari ed energetiche guidati dal presidente Alberto Falck, e il paladino dell'impegno siderurgico, Giorgio Falck, giungono segnali distensivi. «Le voci di scissioni o spaccature erano solo uno sfogo», ha detto ieri Alberto Falck al termine dell'assemblea del gruppo che ha sancito l'ingresso nel consiglio di amministrazione del nuovo leader dell'Uva, Hayao Nakamura. Il cugino Giorgio preferisce non fare commenti ma si capisce che non è arretrato nemmeno di un millimetro dalla sua posizione. Presente all'assemblea anche Gioia Falck, sorella di Giorgio e moglie del finanziere Carlo Marchi che siede anch'esso in consiglio. «Io cerco di stare al di fuori delle polemiche ma credo che in questo momento - commenta Gioia Falck - sarebbe meglio abbandonare un po' la produzione di acciaio a favore di altre atti¬ vità come quella immobiliare, ma non so se sarà possibile». Ma se ci dovesse essere una spaccatura, chiedono i giornalisti, che cosa farebbe? «Questa è una possibilità abbastanza remota - risponde Gioia Falck -, ma se si dovesse verificare starei dalla parte di mio fratello Giorgio». Intanto la Falck ha chiuso il bilancio '92 con una perdita consolidata di 262,6 miliardi, contro i 71 miliardi di utile dell'anno precedente, influenzata soprattutto dai risultati negativi della partecipata Cogne Spa. In calo anche il fatturato che è passato da 1167 a 1108 miliardi. Contratto sensibilmente anche il risultato della capogruppo, da 95,9 a 14,3 miliardi. Alla luce di questi risultati non verrà distribuito alcun dividendo e l'utile verrà destinato a riserve. Alberto Falck non è comunque pessimista. «Se il mercato ce lo consente - ha detto - già dalla fine di quest'anno si potrebbero cominciare a vedere i primi segni della ripresa». L'esercizio '93 sarà ancora segnato dalla crisi, «ma alla fine dell'anno ha precisato Alberto Falck - le perdite saranno più che dimezzate». (Agi]
Persone citate: Alberto Falck, Carlo Marchi, Gioia Falck, Giorgio Falck, Hayao Nakamura
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