Santapaola Un appello della moglie

«Cure o morirà» «Cure o morirà» Santapaoia Un appello della moglie CATANIA. «Se deve scontare le sue pene, che sia. Ma non lo fate morire in carcere»». Grazia Minniti Santapaoia, 52 anni, lancia un appello per il marito, gravemente ammalato di diabete. La moglie del capo catanese di Cosa Nostra l'altra sera ha rotto il silenzio per rivolgersi «a chiunque possa fare qualcosa per mio marito», dai microfoni di una tv locale. Accanto, uno dei due avvocati difensori di Nitto Santapaoia, Pino Napoli, che ha riferito a sua volta delle condizioni di salute critiche del boss. «Quando era al carcere di Opera - ha raccontato la signora Santapaoia lui stava bene, lo curavano, aveva ogni tipo di assistenza. Ma ora, da quando sta nel supercarcere di Pianosa, le sue condizioni sono pessime». La donna, che aveva avuto un primo colloquio con Santapaoia ai primi di giugno, nel carcere di Opera, ha potuto rivedere il marito sabato scorso, a Caltagirone, rinchiuso nella gabbia di un'aula giudiziaria per il suo primo processo da detenuto. «Ci hanno consentito di avvicinarlo per un attimo - ha detto la signora'Minniti Santapaoia - così con i miei figli lo abbiamo potuto vedere da vicino. Non ci siamo detti niente, l'ho solo abbracciato, ma sono rimasta shoccata. Sembrava quasi assente, lo sguardo perso nel vuoto». Nitto Santapaoia, ha detto la donna, soffre di una forma cronica di diabete che si è aggravata da quando aveva quarant'anni. Ora ne ha 54. Anche quando è stato catturato, cinque settimane fa nelle campagne di Granieri, il boss ha dovuto iniettarsi una dose di insulina: «fa due iniezioni al giorno, a pranzo e a cena - ha spiegato la moglie - ormai non sa più nemmeno dove, visto che ha piaghe dappertutto». Nell'isola di Pianosa, dove si trovano molti dei boss mafiosi trasferiti dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio, Santapaoia non riceverebbe cure adeguate perché il carcere non è dotato di un centro clinico ma soltanto di una piccola e insufficiente infermeria. E' stato lui stesso a raccontarlo ai suoi avvocati. E sabato scorso, quando a Caltagirone è stato condannato a tre anni e quattro mesi per la detenzione della pistola che gli è stata trovata addosso al momento della cattura, il boss è apparso molto sofferente. Sudava, il suo sguardo era assente, i carabinieri lo hanno accompagnato tenendolo per le braccia, perché non si reggeva sulle gambe. Lo stesso pubblico ministero del processo, il sostituto Mario Amato della direzione antimafia di Catania, in quell'occasione ha detto «e mi raccomando che in carcere venga ben curato».. [f, a.] Grazia Menniti, la moglie del boss catanese Nino Santapaoia afferma che in carcere non è curato in modo adeguato

Persone citate: Granieri, Grazia Minniti, Mario Amato, Menniti, Nino Santapaoia, Nitto

Luoghi citati: Caltagirone, Capaci, Catania, Napoli